Lo studio del mese di dicembre
Le persecuzioni che colpiscono il santo / 2
Il Buddismo del sole / Lezione di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren Daishonin
LA SOKA GAKKAI È FONDATA SULLO SPIRITO DEL RE LEONE
La Soka Gakkai è un gruppo di leoni. Se ognuno di noi diventa un leone, possiamo trionfare su qualsiasi difficoltà. I leoni sono forti, non hanno paura di niente. Quando emettiamo il ruggito del leone di Nam-myoho-renge-kyo possiamo sconfiggere tutte le funzioni demoniache, perché nulla può intralciare il cammino dei leoni.
Oggi in tutto il mondo i giovani leoni Soka prendono iniziative sempre nuove con lo spirito di alzarsi da soli, mossi dal desiderio di far conoscere e diffondere il nostro movimento per kosen-rufu nelle loro comunità e nei loro paesi.
Siamo giunti nell'epoca in cui sono i giovani a portare avanti e a sviluppare ulteriormente il movimento per la vittoria della gente comune, creato dai maestri e dai discepoli Soka a partire dalle storiche e altruistiche battaglie di Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, primo e secondo presidente della Soka Gakkai. Questi eccellenti giovani leader della cittadinanza globale si stanno impegnando con un coraggio da leone per costruire una società pacifica.
Il nostro movimento per la rivoluzione umana basato sui principi del Buddismo di Nichiren è sempre più apprezzato in tutto il mondo e la Soka Gakkai risplende come un faro di speranza per l'umanità nel XXI secolo.
In questi giorni celebriamo l'ottantacinquesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai [18 novembre 2015] avendo costruito una rete globale di campioni dal cuore di leone. Proclamiamo insieme con orgoglio la nostra magnifica vittoria!
«Preferisco un unico leone a mille pecore!»
Makiguchi soleva dire: «Preferisco un unico leone a mille pecore!». Con lo spirito del re leone, durante la seconda guerra mondiale insieme al suo discepolo Toda ingaggiò una lotta incessante contro le persecuzioni che li avevano colpiti a causa della loro pratica buddista. Questa è l'origine dello spirito Soka.
A quell'epoca le autorità militari giapponesi costringevano la gente ad abbracciare lo Shintoismo come religione di stato, per farne il fulcro spirituale intorno al quale unire le persone per i propri progetti bellici. Makiguchi e Toda resistettero alle pressioni governative e rivendicarono tenacemente il loro diritto alla libertà religiosa, propugnando l'ideale di Nichiren Daishonin dell'"adozione dell'insegnamento corretto per la pace nel paese". Il 18 novembre 1944, lo stesso giorno in cui quattordici anni prima (1930) era stata pubblicata la sua rivoluzionaria opera Soka Kyoikugaku Taikei (Il sistema educativo per la creazione di valore),1 Makiguchi morì in carcere per i suoi ideali.
Le persecuzioni che colpiscono il santo / 2
Il Buddismo del sole / Lezione di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren Daishonin
LA SOKA GAKKAI È FONDATA SULLO SPIRITO DEL RE LEONE
La Soka Gakkai è un gruppo di leoni. Se ognuno di noi diventa un leone, possiamo trionfare su qualsiasi difficoltà. I leoni sono forti, non hanno paura di niente. Quando emettiamo il ruggito del leone di Nam-myoho-renge-kyo possiamo sconfiggere tutte le funzioni demoniache, perché nulla può intralciare il cammino dei leoni.
Oggi in tutto il mondo i giovani leoni Soka prendono iniziative sempre nuove con lo spirito di alzarsi da soli, mossi dal desiderio di far conoscere e diffondere il nostro movimento per kosen-rufu nelle loro comunità e nei loro paesi.
Siamo giunti nell'epoca in cui sono i giovani a portare avanti e a sviluppare ulteriormente il movimento per la vittoria della gente comune, creato dai maestri e dai discepoli Soka a partire dalle storiche e altruistiche battaglie di Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, primo e secondo presidente della Soka Gakkai. Questi eccellenti giovani leader della cittadinanza globale si stanno impegnando con un coraggio da leone per costruire una società pacifica.
Il nostro movimento per la rivoluzione umana basato sui principi del Buddismo di Nichiren è sempre più apprezzato in tutto il mondo e la Soka Gakkai risplende come un faro di speranza per l'umanità nel XXI secolo.
In questi giorni celebriamo l'ottantacinquesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai [18 novembre 2015] avendo costruito una rete globale di campioni dal cuore di leone. Proclamiamo insieme con orgoglio la nostra magnifica vittoria!
«Preferisco un unico leone a mille pecore!»
Makiguchi soleva dire: «Preferisco un unico leone a mille pecore!». Con lo spirito del re leone, durante la seconda guerra mondiale insieme al suo discepolo Toda ingaggiò una lotta incessante contro le persecuzioni che li avevano colpiti a causa della loro pratica buddista. Questa è l'origine dello spirito Soka.
A quell'epoca le autorità militari giapponesi costringevano la gente ad abbracciare lo Shintoismo come religione di stato, per farne il fulcro spirituale intorno al quale unire le persone per i propri progetti bellici. Makiguchi e Toda resistettero alle pressioni governative e rivendicarono tenacemente il loro diritto alla libertà religiosa, propugnando l'ideale di Nichiren Daishonin dell'"adozione dell'insegnamento corretto per la pace nel paese". Il 18 novembre 1944, lo stesso giorno in cui quattordici anni prima (1930) era stata pubblicata la sua rivoluzionaria opera Soka Kyoikugaku Taikei (Il sistema educativo per la creazione di valore),1 Makiguchi morì in carcere per i suoi ideali.
Toda seppe della sua morte solo due mesi dopo, l'8 gennaio dell'anno seguente
(1945). In quel momento fece un voto: «Aspettate e vedrete! Se uscirò vivo di
prigione diventerò come il Conte di Montecristo e vendicherò assolutamente il
mio maestro!».
Dopo la scarcerazione Toda si alzò da solo in mezzo alle macerie del dopoguerra e diede inizio alla sua battaglia per il bene delle persone sofferenti e la realizzazione della pace. Si dedicò alla diffusione della Legge mistica senza risparmiarsi, con lo spirito indipendente del re leone. Su questo spirito è stata fondata la Soka Gakkai, da qui è partito il nostro movimento. Ereditando questo spirito abbiamo portato avanti la lotta per kosen-rufu fino a oggi. In questa lezione continueremo a studiare Le persecuzioni che colpiscono il santo per imparare di più sullo spirito del re leone mostrato da Makiguchi e Toda, che anch'io mi sono sforzato di emulare.
«Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone e non soccombere di fronte alle minacce di chicchessia. Il leone non teme nessun altro animale e così neppure i suoi cuccioli. Quelle persone [che offendono la Legge] sono come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti».
"Fede" è un altro modo per dire "coraggio"
Nella lezione precedente, in cui abbiamo studiato la prima metà di Le persecuzioni che colpiscono il santo, abbiamo visto come la fondazione del Buddismo della gente avvenne grazie alla lotta risoluta dei tre martiri di Atsuhara2 e degli altri contadini discepoli di Nichiren Daishonin durante la
persecuzione di Atsuhara.3 In questa seconda metà della lettera il Daishonin descrive dettagliatamente ai suoi discepoli, che stavano affrontando intense persecuzioni, l'atteggiamento da adottare come praticanti della Legge mistica. Nella parte precedente al passo citato Nichiren afferma: «Nell'attuale Ultimo giorno della Legge, così come in quelli passati, in un primo momento sembra che i governanti e i sudditi che disprezzano i devoti del Sutra del Loto non subiscano punizioni, ma alla fine tutti finiscono tragicamente» (RSND, 1, 885). In qualsiasi epoca, chi perseguita i devoti o praticanti del Sutra del Loto non può evitare la severità della Legge di causa ed effetto.
In più il Daishonin afferma che gli dèi che promisero di proteggere il Sutra del Loto - Brahma, Shakra, gli dèi del Sole e della Luna e i quattro Re celesti - adesso sono impegnati a mantenere il loro voto e quindi lavorano più che mai per salvaguardare il devoto del Sutra del Loto, ossia lui stesso (cfr. Ibidem). Poiché alla luce della Legge mistica sono chiare le conseguenze delle buone o delle cattive azioni, non c'è motivo di temere persecuzioni.
Dopo la scarcerazione Toda si alzò da solo in mezzo alle macerie del dopoguerra e diede inizio alla sua battaglia per il bene delle persone sofferenti e la realizzazione della pace. Si dedicò alla diffusione della Legge mistica senza risparmiarsi, con lo spirito indipendente del re leone. Su questo spirito è stata fondata la Soka Gakkai, da qui è partito il nostro movimento. Ereditando questo spirito abbiamo portato avanti la lotta per kosen-rufu fino a oggi. In questa lezione continueremo a studiare Le persecuzioni che colpiscono il santo per imparare di più sullo spirito del re leone mostrato da Makiguchi e Toda, che anch'io mi sono sforzato di emulare.
«Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone e non soccombere di fronte alle minacce di chicchessia. Il leone non teme nessun altro animale e così neppure i suoi cuccioli. Quelle persone [che offendono la Legge] sono come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti».
"Fede" è un altro modo per dire "coraggio"
Nella lezione precedente, in cui abbiamo studiato la prima metà di Le persecuzioni che colpiscono il santo, abbiamo visto come la fondazione del Buddismo della gente avvenne grazie alla lotta risoluta dei tre martiri di Atsuhara2 e degli altri contadini discepoli di Nichiren Daishonin durante la
persecuzione di Atsuhara.3 In questa seconda metà della lettera il Daishonin descrive dettagliatamente ai suoi discepoli, che stavano affrontando intense persecuzioni, l'atteggiamento da adottare come praticanti della Legge mistica. Nella parte precedente al passo citato Nichiren afferma: «Nell'attuale Ultimo giorno della Legge, così come in quelli passati, in un primo momento sembra che i governanti e i sudditi che disprezzano i devoti del Sutra del Loto non subiscano punizioni, ma alla fine tutti finiscono tragicamente» (RSND, 1, 885). In qualsiasi epoca, chi perseguita i devoti o praticanti del Sutra del Loto non può evitare la severità della Legge di causa ed effetto.
In più il Daishonin afferma che gli dèi che promisero di proteggere il Sutra del Loto - Brahma, Shakra, gli dèi del Sole e della Luna e i quattro Re celesti - adesso sono impegnati a mantenere il loro voto e quindi lavorano più che mai per salvaguardare il devoto del Sutra del Loto, ossia lui stesso (cfr. Ibidem). Poiché alla luce della Legge mistica sono chiare le conseguenze delle buone o delle cattive azioni, non c'è motivo di temere persecuzioni.
Ogni persona ha in sé il coraggio di un re leone
Chiarito questo punto, il Daishonin esorta così i suoi discepoli: «Ognuno di voi
deve raccogliere il coraggio di un leone».
In questa frase (che Makiguchi aveva sottolineato nella sua copia degli scritti del Daishonin) è racchiusa l'essenza del Buddismo di Nichiren. L'espressione "ognuno di voi" vuole significare che ognuno di noi senza eccezione possiede dentro di sé il coraggio di un re leone e può farlo emergere grazie una fede radicata nello spirito di non dualità con il proprio maestro.
Il coraggio di un re leone è lo spirito del maestro che apre senza timore la strada di kosen-rufu. Quando facciamo nostro questo spirito, dalla nostra vita emerge infallibilmente il coraggio di un re leone.
Quando stavo lavorando al massimo delle mie energie per sostenere Toda, determinai risolutamente che per proteggere il mio maestro, un re leone, avrei trovato dentro di me, in quanto suo discepolo, lo stesso coraggio da leone per superare ogni ostacolo.
Se ci impegniamo con il medesimo spirito del nostro maestro non giungeremo mai a un punto morto. Chiediamo a noi stessi cosa farebbe il nostro maestro, raccogliamo tutta la nostra saggezza e la nostra forza per rispondere alle sue aspettative. Questo è lo spirito che risveglia in noi la condizione del re leone e fa sorgere il coraggio di trionfare su qualsiasi difficoltà e sfida.
Toda diceva spesso che chi continua a impegnarsi coraggiosamente per kosen- rufu, il desiderio di Nichiren Daishonin, è un bodhisattva e un Budda.
Per "spirito di un re leone" si intende un impegno incrollabile, un atteggiamento invincibile, lo spirito della Soka Gakkai. Noi conseguiamo la Buddità lottando contro le difficoltà e superandole, per questo motivo dobbiamo raccogliere il coraggio di un leone. "Fede" è un altro modo per esprimere il coraggio di andare sempre avanti.
Sin dagli albori della Soka Gakkai i suoi membri si sono battuti instancabilmente, rifiutando di farsi sconfiggere da insulti e critiche prive di fondamento, in accordo con l'ammonimento del Daishonin di «non soccombere di fronte alle minacce di chicchessia». Hanno stretto i denti e non sono arretrati di un solo passo.
Chi avanza anche solo di un passo o di un millimetro è un vincitore. Non cedere alla sconfitta è il modo per accumulare gli imperituri tesori del cuore, realizzando così la propria rivoluzione umana e trasformando il proprio karma. Nel regno della fede chi persevera sinceramente nella pratica buddista è certo che alla fine coronerà la sua vita di una brillante vittoria.
Anche il cucciolo del leone è un re leone
Il Daishonin prosegue: «Il leone non teme nessun altro animale e così neppure i suoi cuccioli. Quelle persone [che offendono la Legge] sono come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti».
In questa frase (che Makiguchi aveva sottolineato nella sua copia degli scritti del Daishonin) è racchiusa l'essenza del Buddismo di Nichiren. L'espressione "ognuno di voi" vuole significare che ognuno di noi senza eccezione possiede dentro di sé il coraggio di un re leone e può farlo emergere grazie una fede radicata nello spirito di non dualità con il proprio maestro.
Il coraggio di un re leone è lo spirito del maestro che apre senza timore la strada di kosen-rufu. Quando facciamo nostro questo spirito, dalla nostra vita emerge infallibilmente il coraggio di un re leone.
Quando stavo lavorando al massimo delle mie energie per sostenere Toda, determinai risolutamente che per proteggere il mio maestro, un re leone, avrei trovato dentro di me, in quanto suo discepolo, lo stesso coraggio da leone per superare ogni ostacolo.
Se ci impegniamo con il medesimo spirito del nostro maestro non giungeremo mai a un punto morto. Chiediamo a noi stessi cosa farebbe il nostro maestro, raccogliamo tutta la nostra saggezza e la nostra forza per rispondere alle sue aspettative. Questo è lo spirito che risveglia in noi la condizione del re leone e fa sorgere il coraggio di trionfare su qualsiasi difficoltà e sfida.
Toda diceva spesso che chi continua a impegnarsi coraggiosamente per kosen- rufu, il desiderio di Nichiren Daishonin, è un bodhisattva e un Budda.
Per "spirito di un re leone" si intende un impegno incrollabile, un atteggiamento invincibile, lo spirito della Soka Gakkai. Noi conseguiamo la Buddità lottando contro le difficoltà e superandole, per questo motivo dobbiamo raccogliere il coraggio di un leone. "Fede" è un altro modo per esprimere il coraggio di andare sempre avanti.
Sin dagli albori della Soka Gakkai i suoi membri si sono battuti instancabilmente, rifiutando di farsi sconfiggere da insulti e critiche prive di fondamento, in accordo con l'ammonimento del Daishonin di «non soccombere di fronte alle minacce di chicchessia». Hanno stretto i denti e non sono arretrati di un solo passo.
Chi avanza anche solo di un passo o di un millimetro è un vincitore. Non cedere alla sconfitta è il modo per accumulare gli imperituri tesori del cuore, realizzando così la propria rivoluzione umana e trasformando il proprio karma. Nel regno della fede chi persevera sinceramente nella pratica buddista è certo che alla fine coronerà la sua vita di una brillante vittoria.
Anche il cucciolo del leone è un re leone
Il Daishonin prosegue: «Il leone non teme nessun altro animale e così neppure i suoi cuccioli. Quelle persone [che offendono la Legge] sono come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti».
Ci sono numerosi riferimenti al re leone negli scritti del Daishonin, che per
rendere il suo stato vitale illuminato più comprensibile ai suoi discepoli lo
paragona a quello di un re leone. Nelle scritture buddiste il re leone è anche un
simbolo del Budda.
Il Daishonin paragona a un re leone anche il Sutra del Loto, il re dei sutra. Chi abbraccia questo sutra conseguirà lo stato vitale di un re leone, impavido e sicuro di sé, e «potrà andare in giro senza paura come il re leone» (Risposta a Kyo'o, RSND, 1, 365). Infatti, scrive, quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo «quale malattia può quindi essere un ostacolo?» (Ibidem).
In Le persecuzioni che colpiscono il santo il Daishonin sottolinea che, proprio come il re leone, anche i suoi cuccioli non devono temere gli altri animali che, come "sciacalli ululanti", scappano spaventati quando odono il ruggito del leone.
La chiave per combattere gli ostacoli o le forze negative esiste nel nostro cuore: per quanto siano forti, non c'è ragione di temerli. Dovremmo invece aver paura di cedere alla debolezza del nostro cuore e farci sviare o intimidire (cfr. Lettera ai fratelli, RSND, 1, 446).4
La chiave per la vittoria è non essere sconfitti nello spirito: «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889). Chi vince nello spirito vince nella vita.
In questo passo il Daishonin usa l'espressione «i seguaci di Nichiren». Intende coloro che hanno forgiato un profondo legame maestro-discepolo con il Daishonin il quale, nei ventisette anni dalla fondazione del suo insegnamento (1253), come scriveva prima in questa lettera, aveva combattuto e vinto su ogni tipo di potente nemico o feroce persecuzione.
Percepisco nelle parole «i seguaci di Nichiren» un incoraggiamento profondo ai discepoli, come se stesse rassicurandoli dicendo: «Siete tutti miei discepoli! Quindi se vi impegnate come ho fatto io, vincerete sicuramente!».
Non ci sarà mai sconfitta per i discepoli che abbracciano il grande scopo di kosen-rufu e seguono l'esempio di un grande maestro pieno di compassione, coraggio e saggezza.
Il re leone è sempre vittorioso. I cuccioli devono decidere di diventare anche loro re leoni e adesso è il tempo di farlo. I discepoli del Daishonin dovrebbero tutti incoraggiarsi a vicenda, dicendosi l'un l'altro che è arrivato il tempo di alzarsi risolutamente come re leoni. Questo è il messaggio del Daishonin ai suoi discepoli.
«Il prete laico del Saimyo-ji [il reggente Hojo Tokiyori],5 ora defunto, e
l'attuale sovrano [il reggente Hojo Tokimune]6 acconsentirono al mio ritorno dall'esilio [rispettivamente da Izu e da Sado] quando scoprirono che non ero colpevole delle accuse mosse contro di me. L'attuale sovrano non prenderà più iniziative in base a qualsiasi accusa senza prima averne attestato la veridicità. Sappiate che nulla, nemmeno una persona posseduta da un potente demone, può fare del male a Nichiren, perché [le
Il Daishonin paragona a un re leone anche il Sutra del Loto, il re dei sutra. Chi abbraccia questo sutra conseguirà lo stato vitale di un re leone, impavido e sicuro di sé, e «potrà andare in giro senza paura come il re leone» (Risposta a Kyo'o, RSND, 1, 365). Infatti, scrive, quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo «quale malattia può quindi essere un ostacolo?» (Ibidem).
In Le persecuzioni che colpiscono il santo il Daishonin sottolinea che, proprio come il re leone, anche i suoi cuccioli non devono temere gli altri animali che, come "sciacalli ululanti", scappano spaventati quando odono il ruggito del leone.
La chiave per combattere gli ostacoli o le forze negative esiste nel nostro cuore: per quanto siano forti, non c'è ragione di temerli. Dovremmo invece aver paura di cedere alla debolezza del nostro cuore e farci sviare o intimidire (cfr. Lettera ai fratelli, RSND, 1, 446).4
La chiave per la vittoria è non essere sconfitti nello spirito: «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889). Chi vince nello spirito vince nella vita.
In questo passo il Daishonin usa l'espressione «i seguaci di Nichiren». Intende coloro che hanno forgiato un profondo legame maestro-discepolo con il Daishonin il quale, nei ventisette anni dalla fondazione del suo insegnamento (1253), come scriveva prima in questa lettera, aveva combattuto e vinto su ogni tipo di potente nemico o feroce persecuzione.
Percepisco nelle parole «i seguaci di Nichiren» un incoraggiamento profondo ai discepoli, come se stesse rassicurandoli dicendo: «Siete tutti miei discepoli! Quindi se vi impegnate come ho fatto io, vincerete sicuramente!».
Non ci sarà mai sconfitta per i discepoli che abbracciano il grande scopo di kosen-rufu e seguono l'esempio di un grande maestro pieno di compassione, coraggio e saggezza.
Il re leone è sempre vittorioso. I cuccioli devono decidere di diventare anche loro re leoni e adesso è il tempo di farlo. I discepoli del Daishonin dovrebbero tutti incoraggiarsi a vicenda, dicendosi l'un l'altro che è arrivato il tempo di alzarsi risolutamente come re leoni. Questo è il messaggio del Daishonin ai suoi discepoli.
«Il prete laico del Saimyo-ji [il reggente Hojo Tokiyori],5 ora defunto, e
l'attuale sovrano [il reggente Hojo Tokimune]6 acconsentirono al mio ritorno dall'esilio [rispettivamente da Izu e da Sado] quando scoprirono che non ero colpevole delle accuse mosse contro di me. L'attuale sovrano non prenderà più iniziative in base a qualsiasi accusa senza prima averne attestato la veridicità. Sappiate che nulla, nemmeno una persona posseduta da un potente demone, può fare del male a Nichiren, perché [le
divinità buddiste come] Brahma, Shakra, gli dèi del Sole e della Luna, i
quattro Re celesti, la Dea del Sole e Hachiman lo proteggono. Rafforzate la
vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se la vostra
determinazione cala anche solo un po', i demoni prenderanno il
sopravvento».
La protezione delle divinità celesti è assicurata
Il Daishonin dichiara che l'ex reggente Hojo Tokiyori lo fece tornare dall'esilio di Izu7 e che l'attuale reggente, Hojo Tokimune, gli permise di rientrare da quello di Sado.8 In entrambi i casi la condanna all'esilio fu il risultato delle calunnie fatte circolare dai suoi nemici, mossi da gelosia e animosità nei suoi confronti. I governanti del paese lo avevano capito - afferma il Daishonin - ed era improbabile che commettessero nuovamente lo stesso errore.
Qui il Daishonin, rivolgendosi ai discepoli perseguitati, dice loro che, se avessero combattuto contro gli intrighi e i complotti orditi ai loro danni con lo spirito di un re leone, la verità sarebbe certamente venuta a galla.
È assolutamente ragionevole che le divinità celesti proteggano coloro che abbracciano la Legge, vasta come l'universo, anche quando una persona dotata di enorme autorità secolare e «posseduta da un potente demone» cerca di perseguitarli. L'affermazione del Daishonin è piena di compassione e convinzione.
Questo passo era sottolineato in rosso nella copia degli scritti di Nichiren Daishonin che apparteneva a Toda, confiscatagli dalle autorità durante la guerra. L'entità della protezione delle divinità celesti nei nostri confronti dipende dalla forza della nostra fede. Se siamo pigri, apatici o negligenti, le funzioni demoniache o influenze negative possono approfittarne, insinuandosi nella nostra vita e distruggendo il nostro corpo e la nostra mente. Perciò il Daishonin afferma: «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se la vostra determinazione cala anche solo un po', i demoni prenderanno il sopravvento».
I miei ricordi delle lezioni di Gosho a Saitama
Da giovane, come rappresentante di Toda, tenni una lezione su questo scritto ai membri del settore Kawagoe della prefettura di Saitama, trattando il passo: «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se la vostra determinazione cala anche solo un po', i demoni prenderanno il sopravvento». Ribadii loro che kosen-rufu è una lotta senza tregua contro le funzioni demoniache.
Ai membri che si impegnavano al mio fianco dissi: «Per quanto intensamente vi siate sforzati fino a oggi, se diventate arroganti o vi accontentate di ciò che avete fatto, aprirete una breccia dalla quale potranno insinuarsi le funzioni demoniache, che cercano sempre di impedirci di migliorare noi stessi e di ostacolare e distruggere il flusso di kosen-rufu. L'unico modo per vincere su tali
La protezione delle divinità celesti è assicurata
Il Daishonin dichiara che l'ex reggente Hojo Tokiyori lo fece tornare dall'esilio di Izu7 e che l'attuale reggente, Hojo Tokimune, gli permise di rientrare da quello di Sado.8 In entrambi i casi la condanna all'esilio fu il risultato delle calunnie fatte circolare dai suoi nemici, mossi da gelosia e animosità nei suoi confronti. I governanti del paese lo avevano capito - afferma il Daishonin - ed era improbabile che commettessero nuovamente lo stesso errore.
Qui il Daishonin, rivolgendosi ai discepoli perseguitati, dice loro che, se avessero combattuto contro gli intrighi e i complotti orditi ai loro danni con lo spirito di un re leone, la verità sarebbe certamente venuta a galla.
È assolutamente ragionevole che le divinità celesti proteggano coloro che abbracciano la Legge, vasta come l'universo, anche quando una persona dotata di enorme autorità secolare e «posseduta da un potente demone» cerca di perseguitarli. L'affermazione del Daishonin è piena di compassione e convinzione.
Questo passo era sottolineato in rosso nella copia degli scritti di Nichiren Daishonin che apparteneva a Toda, confiscatagli dalle autorità durante la guerra. L'entità della protezione delle divinità celesti nei nostri confronti dipende dalla forza della nostra fede. Se siamo pigri, apatici o negligenti, le funzioni demoniache o influenze negative possono approfittarne, insinuandosi nella nostra vita e distruggendo il nostro corpo e la nostra mente. Perciò il Daishonin afferma: «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se la vostra determinazione cala anche solo un po', i demoni prenderanno il sopravvento».
I miei ricordi delle lezioni di Gosho a Saitama
Da giovane, come rappresentante di Toda, tenni una lezione su questo scritto ai membri del settore Kawagoe della prefettura di Saitama, trattando il passo: «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se la vostra determinazione cala anche solo un po', i demoni prenderanno il sopravvento». Ribadii loro che kosen-rufu è una lotta senza tregua contro le funzioni demoniache.
Ai membri che si impegnavano al mio fianco dissi: «Per quanto intensamente vi siate sforzati fino a oggi, se diventate arroganti o vi accontentate di ciò che avete fatto, aprirete una breccia dalla quale potranno insinuarsi le funzioni demoniache, che cercano sempre di impedirci di migliorare noi stessi e di ostacolare e distruggere il flusso di kosen-rufu. L'unico modo per vincere su tali
funzioni demoniache è continuare ad avanzare, sfidandosi per migliorare giorno
dopo giorno».
Gli sforzi costanti nella fede sono la chiave della vittoria nella vita. Shakyamuni disse che da quando aveva ottenuto l'Illuminazione non aveva «tralasciato
l'opera del Budda nemmeno per un solo istante» (SDLPE, 314).9 E anche il Daishonin ci comunica lo stesso messaggio: «Nemmeno una volta ho pensato di ritirarmi» (La grande battaglia, RSND, 2, 438).10
Quale funzione demoniaca combatterono per tutta la vita Shakyamuni e il
Daishonin? L'oscurità fondamentale o ignoranza11 innata nella vita umana.
Le funzioni demoniache sono essenzialmente "ladre di vita" e "ladre di benefici" (cfr. L'apertura degli occhi di immagini dipinte o in legno, RSND, 1, 77). La chiave per sconfiggerle si trova nel nostro cuore, nel nostro spirito che si rafforza «giorno dopo giorno e mese dopo mese». L'impegno incessante per progredire nella pratica buddista fa emergere lo stato vitale di Buddità.
Le funzioni demoniache non riescono in alcun modo a insinuarsi nella vita di chi si impegna a fondo nella pratica buddista, cioè chi fa emergere costantemente dentro di sé lo stato di Buddità. Chi continua ad avanzare può costruire una condizione vitale aperta e vasta, lo scopo del Buddismo.
"Rafforzare la fede giorno dopo giorno e mese dopo mese" è la base per la vittoria assoluta che ci permette di sconfiggere i tre ostacoli e i quattro demoni12 e di trasformare il nostro karma.
«Esortate ad andare avanti, ma senza spaventarle, le persone di Atsuhara che non sanno niente del Buddismo. Dite loro di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi. Se si lamentano per la fame, spiegate loro le sofferenze del mondo degli spiriti affamati; se brontolano perché hanno freddo, parlate degli otto inferni
freddi;13 se dicono che hanno paura, spiegate che il fagiano avvistato dal falco o il topo inseguito dal gatto sono disperati quanto loro».
Affrontare le sfide con fede devota
Quando pratichiamo correttamente la Legge mistica, inevitabilmente sorgono ostacoli e opposizioni. Per contro, le grandi difficoltà che incontriamo durante i nostri sforzi per kosen-rufu ci consentono di conseguire lo stato di Buddità. Il
Daishonin fa notare che, come nel caso della moxa14 che provoca dolore quando viene applicata ma è necessaria per curare la malattia15 (cfr. RSND, 1, 886), mettere in pratica la fede per superare ostacoli e difficoltà ci permette di trasformare il nostro karma.
I benefici della fede emergono in varie forme. Una situazione o un ostacolo che sul momento ci sembrano veramente ingiusti, visti a posteriori possono essere apprezzati come eventi che ci hanno aperto la strada verso la felicità. Anche le circostanze apparentemente più dure e disperate, quando vengono affrontate con forte fede, ci forniscono un'opportunità di ottenere benefici immensi. Qui il Daishonin sta illustrando questo principio profondo.
Gli sforzi costanti nella fede sono la chiave della vittoria nella vita. Shakyamuni disse che da quando aveva ottenuto l'Illuminazione non aveva «tralasciato
l'opera del Budda nemmeno per un solo istante» (SDLPE, 314).9 E anche il Daishonin ci comunica lo stesso messaggio: «Nemmeno una volta ho pensato di ritirarmi» (La grande battaglia, RSND, 2, 438).10
Quale funzione demoniaca combatterono per tutta la vita Shakyamuni e il
Daishonin? L'oscurità fondamentale o ignoranza11 innata nella vita umana.
Le funzioni demoniache sono essenzialmente "ladre di vita" e "ladre di benefici" (cfr. L'apertura degli occhi di immagini dipinte o in legno, RSND, 1, 77). La chiave per sconfiggerle si trova nel nostro cuore, nel nostro spirito che si rafforza «giorno dopo giorno e mese dopo mese». L'impegno incessante per progredire nella pratica buddista fa emergere lo stato vitale di Buddità.
Le funzioni demoniache non riescono in alcun modo a insinuarsi nella vita di chi si impegna a fondo nella pratica buddista, cioè chi fa emergere costantemente dentro di sé lo stato di Buddità. Chi continua ad avanzare può costruire una condizione vitale aperta e vasta, lo scopo del Buddismo.
"Rafforzare la fede giorno dopo giorno e mese dopo mese" è la base per la vittoria assoluta che ci permette di sconfiggere i tre ostacoli e i quattro demoni12 e di trasformare il nostro karma.
«Esortate ad andare avanti, ma senza spaventarle, le persone di Atsuhara che non sanno niente del Buddismo. Dite loro di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi. Se si lamentano per la fame, spiegate loro le sofferenze del mondo degli spiriti affamati; se brontolano perché hanno freddo, parlate degli otto inferni
freddi;13 se dicono che hanno paura, spiegate che il fagiano avvistato dal falco o il topo inseguito dal gatto sono disperati quanto loro».
Affrontare le sfide con fede devota
Quando pratichiamo correttamente la Legge mistica, inevitabilmente sorgono ostacoli e opposizioni. Per contro, le grandi difficoltà che incontriamo durante i nostri sforzi per kosen-rufu ci consentono di conseguire lo stato di Buddità. Il
Daishonin fa notare che, come nel caso della moxa14 che provoca dolore quando viene applicata ma è necessaria per curare la malattia15 (cfr. RSND, 1, 886), mettere in pratica la fede per superare ostacoli e difficoltà ci permette di trasformare il nostro karma.
I benefici della fede emergono in varie forme. Una situazione o un ostacolo che sul momento ci sembrano veramente ingiusti, visti a posteriori possono essere apprezzati come eventi che ci hanno aperto la strada verso la felicità. Anche le circostanze apparentemente più dure e disperate, quando vengono affrontate con forte fede, ci forniscono un'opportunità di ottenere benefici immensi. Qui il Daishonin sta illustrando questo principio profondo.
Secondo la prospettiva della vita che abbraccia le tre esistenze di passato,
presente e futuro, la morte in prigione di Makiguchi in nome dei suoi ideali pose
una causa per il magnifico sviluppo della Soka Gakkai fino all'eterno futuro,
aprendo la strada per kosen-rufu mondiale e per la creazione della nostra rete
dedita alla felicità delle persone e alla pace nel mondo.
Il Daishonin esortava i suoi seguaci a impegnarsi con fede devota, incoraggiandoli a essere pronti a tutto: «Dite [alle persone di Atsuhara] di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi».
Anche prima della proclamazione di Nam-myoho-renge-kyo il Daishonin era ben consapevole che se avesse esposto l'insegnamento corretto sarebbe stato colpito da dure persecuzioni. Ma, rimanendo calmo e imperturbabile di fronte all'infinita serie di persecuzioni che incontrò in seguito, continuò a battersi affermando in altri scritti: «Da tempo mi aspettavo che saremmo arrivati a questo» (Le azioni del devoto del Sutra del Loto, RSND, 1, 678) e: «Io non mi dolgo perché ero certo fin dall'inizio che questo sarebbe accaduto» (Lettera da Echi, RSND, 1, 169).
Le parole del Daishonin «Dite loro di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi» esprimono perfettamente quanto egli fosse pronto ad affrontare qualsiasi cosa.
Quando abbiamo una fede così risoluta da continuare ad avanzare sul sentiero che abbiamo scelto senza venire sviati da nessuna circostanza, in noi sgorgano saggezza e coraggio illimitati e ci si apre la strada per ottenere la vittoria in ogni campo. Possiamo immancabilmente trasformare i nostri problemi e il nostro karma.
Come afferma il Daishonin: «Sorgeranno difficoltà, ed esse devono essere considerate pratiche pacifiche» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 116, 58). Ogni volta che ci sentiamo afflitti da un problema difficile dovremmo affrontarlo con gioia e coraggio, considerandolo un'occasione per diventare più forti. Questo è lo spirito della Soka Gakkai e l'essenza del modo di vivere buddista. Le avversità ci fanno crescere. Sono i rigidi venti contrari che ci permettono di cambiare il karma e librarci nel cielo della felicità e della vittoria.
I tratti comuni di coloro che abbandonano la fede
La parte che inizia con: «Se si lamentano per la fame» (RSND, 1, 886) spiega che coloro che abbandonano la fede per la fame, il freddo o la paura delle persecuzioni cadranno negli stati vitali dei tre cattivi sentieri, cioè i mondi di Inferno, Avidità e Animalità, nel corso delle le tre esistenze.
L'essenza del Buddismo può essere compresa solo dalla prospettiva dell'eternità, spesso nel Buddismo espressa come "le tre esistenze di passato, presente e futuro". Poiché crediamo nell'eternità della vita, tutto ciò che facciamo in questa esistenza ha un significato profondo. Il dolore delle difficoltà momentanee è a beneficio del conseguimento della Buddità, come la moxa, che è dolorosa quando viene applicata ma in seguito ha un effetto curativo.
Il Daishonin esortava i suoi seguaci a impegnarsi con fede devota, incoraggiandoli a essere pronti a tutto: «Dite [alle persone di Atsuhara] di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi».
Anche prima della proclamazione di Nam-myoho-renge-kyo il Daishonin era ben consapevole che se avesse esposto l'insegnamento corretto sarebbe stato colpito da dure persecuzioni. Ma, rimanendo calmo e imperturbabile di fronte all'infinita serie di persecuzioni che incontrò in seguito, continuò a battersi affermando in altri scritti: «Da tempo mi aspettavo che saremmo arrivati a questo» (Le azioni del devoto del Sutra del Loto, RSND, 1, 678) e: «Io non mi dolgo perché ero certo fin dall'inizio che questo sarebbe accaduto» (Lettera da Echi, RSND, 1, 169).
Le parole del Daishonin «Dite loro di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi» esprimono perfettamente quanto egli fosse pronto ad affrontare qualsiasi cosa.
Quando abbiamo una fede così risoluta da continuare ad avanzare sul sentiero che abbiamo scelto senza venire sviati da nessuna circostanza, in noi sgorgano saggezza e coraggio illimitati e ci si apre la strada per ottenere la vittoria in ogni campo. Possiamo immancabilmente trasformare i nostri problemi e il nostro karma.
Come afferma il Daishonin: «Sorgeranno difficoltà, ed esse devono essere considerate pratiche pacifiche» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 116, 58). Ogni volta che ci sentiamo afflitti da un problema difficile dovremmo affrontarlo con gioia e coraggio, considerandolo un'occasione per diventare più forti. Questo è lo spirito della Soka Gakkai e l'essenza del modo di vivere buddista. Le avversità ci fanno crescere. Sono i rigidi venti contrari che ci permettono di cambiare il karma e librarci nel cielo della felicità e della vittoria.
I tratti comuni di coloro che abbandonano la fede
La parte che inizia con: «Se si lamentano per la fame» (RSND, 1, 886) spiega che coloro che abbandonano la fede per la fame, il freddo o la paura delle persecuzioni cadranno negli stati vitali dei tre cattivi sentieri, cioè i mondi di Inferno, Avidità e Animalità, nel corso delle le tre esistenze.
L'essenza del Buddismo può essere compresa solo dalla prospettiva dell'eternità, spesso nel Buddismo espressa come "le tre esistenze di passato, presente e futuro". Poiché crediamo nell'eternità della vita, tutto ciò che facciamo in questa esistenza ha un significato profondo. Il dolore delle difficoltà momentanee è a beneficio del conseguimento della Buddità, come la moxa, che è dolorosa quando viene applicata ma in seguito ha un effetto curativo.
Dopo questo passo il Daishonin elenca quattro caratteristiche di coloro che
hanno abbandonato la fede, come Sammi-bo16 e altri (cfr. RSND, 1, 886).17 Per prima cosa sono codardi: fingono di avere un cuore saldo ma, quando arrivano le vere persecuzioni, si dimenticano degli insegnamenti del loro maestro e scappano terrorizzati.
Secondo, sono irragionevoli e non ascoltano: quando sentono una guida importante del loro maestro pensano che si applichi agli altri e non a loro stessi, e la dimenticano subito. Ciò è dovuto alla mancanza di una fede che ricerca sinceramente la guida del maestro.
In terzo luogo sono avidi: anelano intensamente ai piaceri mondani, al potere e a essere acclamati dagli altri. Dimentichi del grande voto di maestro e discepolo per kosen-rufu e concentrati unicamente sui loro interessi immediati, deviano dal sentiero corretto della fede.
Quarto, sono dubbiosi: dubitano delle istruzioni del loro maestro e non le capiscono nella maniera giusta.
In ultima analisi, il tratto comune a tutti coloro che abbandonano la fede è che al centro della loro vita non c'è la Legge sulla quale dovrebbero basarsi o il maestro che la insegna loro; tali persone mettono al centro loro stesse, sono egoiste, arroganti e ingrate. Questa è l'essenza di coloro che abbandonano la fede nella Legge mistica.
Il Gohonzon è il "vessillo della propagazione del Sutra del Loto"
Mentre stava ricostruendo la Soka Gakkai dopo la seconda guerra mondiale Josei Toda dichiarò: «La nostra vita è eterna, non ha inizio né fine. Ora sono consapevole che tutti siamo apparsi in questo mondo con la grande missione di propagare Nam-myoho-renge-kyo, ovvero il Sutra del Loto di sette caratteri,18nell'Ultimo giorno della Legge. La nostra identità, secondo questa
mia convinzione, è quella di Bodhisattva della Terra».19
Toda proseguì affermando che, poiché tale consapevolezza e la determinazione di realizzare kosen-rufu si erano diffuse in tutta l'organizzazione diventandone la filosofia portante, la Soka Gakkai aveva ricevuto il Gohonzon dedicato alla "realizzazione del grande voto di kosen-rufu attraverso la propagazione compassionevole della grande Legge" che doveva "essere custodito per sempre nella Soka Gakkai" (giapp. Soka Gakkai Joju). Con ciò, disse, la Soka Gakkai aveva «abbandonato il transitorio e rivelato l'originale».20
Il Gohonzon è il «vessillo della propagazione del Sutra del Loto» (Il reale aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 737), l'oggetto di culto per la realizzazione dello scopo tanto agognato dal Daishonin, kosen-rufu mondiale e la felicità di tutte le persone. Ma, per più di settecento anni, non erano emersi discepoli che potessero veramente adempiere questo grande voto di fondamentale importanza.
hanno abbandonato la fede, come Sammi-bo16 e altri (cfr. RSND, 1, 886).17 Per prima cosa sono codardi: fingono di avere un cuore saldo ma, quando arrivano le vere persecuzioni, si dimenticano degli insegnamenti del loro maestro e scappano terrorizzati.
Secondo, sono irragionevoli e non ascoltano: quando sentono una guida importante del loro maestro pensano che si applichi agli altri e non a loro stessi, e la dimenticano subito. Ciò è dovuto alla mancanza di una fede che ricerca sinceramente la guida del maestro.
In terzo luogo sono avidi: anelano intensamente ai piaceri mondani, al potere e a essere acclamati dagli altri. Dimentichi del grande voto di maestro e discepolo per kosen-rufu e concentrati unicamente sui loro interessi immediati, deviano dal sentiero corretto della fede.
Quarto, sono dubbiosi: dubitano delle istruzioni del loro maestro e non le capiscono nella maniera giusta.
In ultima analisi, il tratto comune a tutti coloro che abbandonano la fede è che al centro della loro vita non c'è la Legge sulla quale dovrebbero basarsi o il maestro che la insegna loro; tali persone mettono al centro loro stesse, sono egoiste, arroganti e ingrate. Questa è l'essenza di coloro che abbandonano la fede nella Legge mistica.
Il Gohonzon è il "vessillo della propagazione del Sutra del Loto"
Mentre stava ricostruendo la Soka Gakkai dopo la seconda guerra mondiale Josei Toda dichiarò: «La nostra vita è eterna, non ha inizio né fine. Ora sono consapevole che tutti siamo apparsi in questo mondo con la grande missione di propagare Nam-myoho-renge-kyo, ovvero il Sutra del Loto di sette caratteri,18nell'Ultimo giorno della Legge. La nostra identità, secondo questa
mia convinzione, è quella di Bodhisattva della Terra».19
Toda proseguì affermando che, poiché tale consapevolezza e la determinazione di realizzare kosen-rufu si erano diffuse in tutta l'organizzazione diventandone la filosofia portante, la Soka Gakkai aveva ricevuto il Gohonzon dedicato alla "realizzazione del grande voto di kosen-rufu attraverso la propagazione compassionevole della grande Legge" che doveva "essere custodito per sempre nella Soka Gakkai" (giapp. Soka Gakkai Joju). Con ciò, disse, la Soka Gakkai aveva «abbandonato il transitorio e rivelato l'originale».20
Il Gohonzon è il «vessillo della propagazione del Sutra del Loto» (Il reale aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 737), l'oggetto di culto per la realizzazione dello scopo tanto agognato dal Daishonin, kosen-rufu mondiale e la felicità di tutte le persone. Ma, per più di settecento anni, non erano emersi discepoli che potessero veramente adempiere questo grande voto di fondamentale importanza.
Nel XX secolo Makiguchi e Toda si risvegliarono alla loro missione di
Bodhisattva della Terra e per la prima volta misero in pratica il voto
compassionevole di propagare ampiamente il Buddismo fra la gente, dando
inizio al grande progresso di kosen-rufu in esatto accordo con gli insegnamenti
del Daishonin. La Legge mistica da allora si è diffusa in centonovantadue aree e
nazioni e oggi i benefici del Buddismo del Daishonin vengono sperimentati in
tutto il mondo.
Giorno dopo giorno entriamo in azione animati dal voto di realizzare kosen-rufu. In realtà la Soka Gakkai è l'unica organizzazione che porta avanti il grande scopo del Daishonin di kosen-rufu mondiale.
Dedichiamo la nostra vita al sentiero Soka di maestro e discepolo
La relazione maestro-discepolo è l'espressione fondamentale della fede. Toda dichiarò con la massima convinzione: «Dedicate semplicemente la vostra vita al sentiero Soka di maestro e discepolo. Non lo rimpiangerete mai. Riuscirete a condurre una vita colma della gioia della vittoria».
Io ho percorso risolutamente il sentiero della non dualità di maestro e discepolo, e questo è il mio più grande orgoglio e onore nella vita. Oggi innumerevoli altri compagni Bodhisattva della Terra stanno avanzando su questo nobile sentiero e agiscono nelle loro comunità in ogni parte del mondo.
Marco Antonio Laffranchi (1936-2015), il defunto preside dell'Università del Paraná del Nord in Brasile, concordava con me sulla grande importanza della relazione maestro-discepolo. Il maestro fa i progetti - diceva - e i discepoli li realizzano, il maestro indica il cammino verso il successo e i discepoli dedicano la loro vita a percorrerlo. Laffranchi espresse il suo accordo anche con la nostra convinzione che una grande rivoluzione umana in un solo individuo avrebbe contribuito a cambiare il destino di un'intera nazione.
Nella nuova era mondiale di kosen-rufu i Bodhisattva della Terra avanzano sul grande sentiero di maestro e discepolo in ogni parte del globo.
È l'alba di una nuova era, il mondo intero sta attendendo il Buddismo dei re leoni.
Si è alzato il sipario sul vero palcoscenico del maestro e dei discepoli Soka. Raccogliendo ancora di più il coraggio del re leone lavoriamo fieri e fiduciosi per espandere, consolidare e sviluppare sempre di più il nostro meraviglioso movimento, unito dai legami di maestro e discepolo e dedicato alla realizzazione della felicità e della vittoria per tutti.
I brani utilizzati in questa lezione
(testo integrale RSND, 1, 884 e sul sito di Buddismo e società)
Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone e non soccombere di
Giorno dopo giorno entriamo in azione animati dal voto di realizzare kosen-rufu. In realtà la Soka Gakkai è l'unica organizzazione che porta avanti il grande scopo del Daishonin di kosen-rufu mondiale.
Dedichiamo la nostra vita al sentiero Soka di maestro e discepolo
La relazione maestro-discepolo è l'espressione fondamentale della fede. Toda dichiarò con la massima convinzione: «Dedicate semplicemente la vostra vita al sentiero Soka di maestro e discepolo. Non lo rimpiangerete mai. Riuscirete a condurre una vita colma della gioia della vittoria».
Io ho percorso risolutamente il sentiero della non dualità di maestro e discepolo, e questo è il mio più grande orgoglio e onore nella vita. Oggi innumerevoli altri compagni Bodhisattva della Terra stanno avanzando su questo nobile sentiero e agiscono nelle loro comunità in ogni parte del mondo.
Marco Antonio Laffranchi (1936-2015), il defunto preside dell'Università del Paraná del Nord in Brasile, concordava con me sulla grande importanza della relazione maestro-discepolo. Il maestro fa i progetti - diceva - e i discepoli li realizzano, il maestro indica il cammino verso il successo e i discepoli dedicano la loro vita a percorrerlo. Laffranchi espresse il suo accordo anche con la nostra convinzione che una grande rivoluzione umana in un solo individuo avrebbe contribuito a cambiare il destino di un'intera nazione.
Nella nuova era mondiale di kosen-rufu i Bodhisattva della Terra avanzano sul grande sentiero di maestro e discepolo in ogni parte del globo.
È l'alba di una nuova era, il mondo intero sta attendendo il Buddismo dei re leoni.
Si è alzato il sipario sul vero palcoscenico del maestro e dei discepoli Soka. Raccogliendo ancora di più il coraggio del re leone lavoriamo fieri e fiduciosi per espandere, consolidare e sviluppare sempre di più il nostro meraviglioso movimento, unito dai legami di maestro e discepolo e dedicato alla realizzazione della felicità e della vittoria per tutti.
I brani utilizzati in questa lezione
(testo integrale RSND, 1, 884 e sul sito di Buddismo e società)
Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone e non soccombere di
fronte alle minacce di chicchessia. Il leone non teme nessun altro animale e
così neppure i suoi cuccioli. Quelle persone [che offendono la Legge] sono
come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti.
Il prete laico del Saimyo-ji, ora defunto, e l'attuale sovrano acconsentirono
al mio ritorno dall'esilio quando scoprirono che non ero colpevole delle
accuse mosse contro di me. L'attuale sovrano non prenderà più iniziative in
base a qualsiasi accusa senza prima averne attestato la veridicità.
Sappiate che nulla, nemmeno una persona posseduta da un potente
demone, può fare del male a Nichiren, perché Brahma, Shakra, gli dèi del
sole e della luna, i quattro re celesti, la Dea del Sole e Hachiman lo
proteggono. Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo
mese. Se la vostra determinazione cala anche solo un po', i demoni
prenderanno il sopravvento (RSND, 1, 885).
[...] Esortate ad andare avanti, ma senza spaventarle, le persone di Atsuhara che non sanno niente del Buddismo. Dite loro di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi. Se si lamentano per la fame, spiegate loro le sofferenze del mondo degli spiriti affamati; se brontolano perché hanno freddo, parlate degli otto inferni freddi; se dicono che hanno paura, spiegate che il fagiano avvistato dal falco o il topo inseguito dal gatto sono disperati quanto loro (RSND, 1, 886).
[...] Esortate ad andare avanti, ma senza spaventarle, le persone di Atsuhara che non sanno niente del Buddismo. Dite loro di essere preparate al peggio e di non aspettarsi tempi buoni, ma dare per scontati quelli cattivi. Se si lamentano per la fame, spiegate loro le sofferenze del mondo degli spiriti affamati; se brontolano perché hanno freddo, parlate degli otto inferni freddi; se dicono che hanno paura, spiegate che il fagiano avvistato dal falco o il topo inseguito dal gatto sono disperati quanto loro (RSND, 1, 886).
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