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Il ciliegio, il susino, il pesco e il prugno selvatico

brani scelti da testi di Daisaku Ikeda, selezione e adattamenti a cura della SGI
La saggezza per creare la pace e la felicità Seconda parte: La rivoluzione umana - quinta puntata

A un giovane indeciso se iniziare a praticare il Buddismo di Nichiren pensando che abbracciare una religione implicasse il conformarsi a modelli comportamentali imposti dall'esterno e sacrificare la propria individualità, il presidente Ikeda spiegò: «Nichiren Daishonin insegna il principio del "ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico". Un ciliegio è un ciliegio; un pesco è un pesco. Non dobbiamo essere tutti ciliegi; così come ogni albero fiorisce secondo le proprie uniche caratteristiche, anche noi dovremmo vivere nel modo che più ci si confà. Questo è lo scopo della nostra pratica buddista. Nichiren Daishonin ha anche sottolineato che l'essenza della nostra identità è "qualcosa che non è stato forgiato, che non è stato migliorato, ma che esiste così come è sempre stato" (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 117, 54). È giusto essere proprio quello che si è, si è degni di rispetto così come siamo. Fingere di essere qualcun altro, o darsi delle arie, di fatto ci toglie qualcosa e ci indebolisce. Ciò detto, c'è una differenza tra "essere quello che si è" e "rimanere così come si è". Se lei si accontenta di rimanere quello che è, non crescerà e non si svilupperà mai. Se riflette profondamente sulla sua identità e sullo scopo della sua vita farà sbocciare il fiore della sua missione in questa esistenza. Questo è ciò che accade quando si mette in pratica il principio del "ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico". Per vivere fedeli alla propria vera identità occorre fare la propria rivoluzione umana, cioè continuare a svilupparsi a un livello profondo. Se, per dirla con le sue parole, lei si "conforma al modello" della rivoluzione umana, potrà sicuramente vivere la sua giovinezza nel modo più significativo possibile». Non molto dopo aver ricevuto questo incoraggiamento, il giovane decise di entrare a far parte della Soka Gakkai.
Ognuno di noi possiede dentro di sé, come un seme nascosto sotto terra, il potenziale per realizzare una missione unica e importante in questa esistenza. Lo scopo della vita è far germogliare e far fiorire quel seme. Il presidente Ikeda ha detto che la fede nella Legge mistica significa «non invidiare gli altri e non sminuire se stessi. Vuol dire vivere fedeli a se stessi e realizzare la propria unica missione secondo le proprie caratteristiche. Significa anche diventare persone che voi stessi rispettereste e di cui sareste orgogliosi».

Non dobbiamo assomigliare a nessun altro
Durante una visita nel Tohoku, nella zona nord orientale del Giappone, il presidente Ikeda affrontò il principio buddista del "ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico" ed esortò i membri a condurre esistenze nobili, dedite alla propria missione.
Non vengo a Yamagata da nove anni. Ho preso il treno da Niigata con il desiderio di vedervi tutti il prima possibile. Dal finestrino guardavo l'acqua azzurra dei ruscelli e le verdi foreste tra la neve che ancora indugia sulle montagne. La forsizia dorata, il velo da sposa, i narcisi e i ciliegi erano in piena fioritura.
Mentre osservavo il panorama mi sono ricordato che nella Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren Daishonin afferma che il ciliegio, il susino, il pesco e il prugno selvatico incarnano ognuno la suprema verità così come sono,
senza subire alcun cambiamento.1 Questo insegnamento ci offre un modello secondo il quale vivere la nostra esistenza.
Il ciliegio fiorisce come un ciliegio e vive per realizzare la sua unicità; lo stesso è vero per il susino, per il pesco e per il prugno selvatico. Ognuno di noi dovrebbe vivere così. Ciascuno ha la propria indole e il proprio carattere e ciascuno è nobile e degno di rispetto. Per questo si dovrebbe vivere con un forte senso di sé, rimanendo fedeli a ciò che si è.

Ognuno di noi ha la sua missione e il suo modo di vivere. Non dobbiamo cercare di assomigliare ad altri. Il ciliegio ha la sua vita e le sue cause interne per essere un ciliegio. Anche il susino, il pesco e il prugno selvatico hanno la loro causa interna. Allo stesso modo, dalla prospettiva del Buddismo, ognuno di noi è nato per realizzare la sua missione e ognuno ha le proprie cause interne che lo fanno essere quello che è. Praticare la Legge mistica ci permette di gioire di questa consapevolezza. La massima felicità nella vita è far emergere la nostra Buddità innata attraverso il potere della fede nella Legge mistica.
Qualcuno di voi potrebbe provare invidia per chi abita in città piene di vita come Tokyo. Altri forse vorrebbero un lavoro di prestigio o una casa grande e lussuosa. Ma a Tokyo non si può godere della natura di Yamagata, della sua aria pulita, della luce della luna e delle stelle che brillano la notte, o delle bellissime montagne ricoperte di manti bianchi come il monte Zao che si staglia nel cielo del mattino. Allo stesso tempo la nostra felicità non dipende dalla terra o dall'ambiente in cui viviamo, dal nostro luogo di lavoro o dall'ampiezza dei nostri appartamenti.
L'erba del vicino sembra sempre più verde. Chi risiede a Yamagata è attratto dalla vita in una grande città, ma chi abita in città desidera il meraviglioso ambiente naturale di Yamagata. La cosa principale è sviluppare pienamente le nostre capacità e realizzare la nostra missione nelle nostre comunità, dovunque siamo, senza essere sviati dalle circostanze e dagli eventi presenti. Lo scrittore Saneatsu Mushanokoji (1885-1976) una volta disse: «Sia che gli
altri mi vedano oppure no, io continuerò a fiorire».2 Il Gohonzon è a conoscenza di tutte le nostre azioni. È importante vivere nel modo che ci è proprio, sempre in accordo con la Legge mistica, che gli altri ci guardino oppure no. Questo è ciò che insegna il principio del ciliegio, del susino, del pesco e del prugno selvatico.
Da un discorso di Daisaku Ikeda tenuto il 18 aprile 1983 in occasione di una riunione generale nella città di Yamagata

Facciamo emergere le nostre qualità
Shin'ichi Yamamoto, protagonista del romanzo :II:La nuova rivoluzione umana:III-:, dopo aver partecipato a una riunione della Divisione studenti incoraggia un giovane preoccupato di essere timido.
Shin'ichi disse: «La gentilezza e la timidezza sono due diverse espressioni della medesima indole, che quando assume la forma della gentilezza è espressione di forza, mentre quando assume la forma della timidezza può denotare debolezza. Se si manifesta sempre come debolezza può divenire causa di infelicità.
Le persone irascibili, per esempio, tendono a litigare frequentemente con i colleghi. Per questo gli altri le evitano e le loro relazioni sono spesso caratterizzate dalla tensione, al punto che in alcuni casi possono anche essere costrette a lasciare il lavoro. Ma visto che la causa di quella situazione è la loro indole, ovunque vadano si ritroveranno nella stessa situazione.
La nostra natura profonda non cambia ma grazie alla pratica buddista possiamo farne emergere gli aspetti positivi. Nichiren Daishonin scrive: "[...] Ogni cosa - il ciliegio, il susino, il pesco, il prugno selvatico - nella sua propria entità, senza subire alcun cambiamento, è eternamente dotata dei tre corpi [del Budda]" (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 47).
Il Buddismo insegna che ognuno di noi, così com'è, può realizzare la propria felicità facendo emergere il meglio delle sue predisposizioni e del suo potenziale innato, allo stesso modo in cui il ciliegio, il susino, il pesco e il prugno selvatico manifestano ciascuno la loro propria natura.
Le persone che vanno facilmente in collera hanno spesso anche grandi passioni e solitamente vivono con un forte senso di verità e giustizia. Sforzandosi diligentemente nella fede non si arrabbieranno più per cose banali ma riusciranno a convogliare la loro collera contro il male e l'ingiustizia. Similmente, chi tende a essere troppo accondiscendente o a farsi manipolare dagli altri è spesso molto gentile e capace di andare d'accordo con gli altri, e praticando il Buddismo può far emergere questo lato positivo della sua indole. Tale processo di trasformazione positiva viene chiamato rivoluzione umana: ciò che conta è come metterlo in atto.
Il punto chiave è recitare Nam-myoho-renge-kyo continuando a crescere, riflettendo su noi stessi per diventare consapevoli dei nostri aspetti più problematici e delle nostre tendenze vitali.
Tutti abbiamo difetti che possono diventare tendenze negative che ostacolano la nostra crescita e la nostra felicità. Forse abbiamo la tendenza a incolpare gli altri quando ci capita qualcosa di brutto, oppure manchiamo di perseveranza o non ascoltiamo le opinioni altrui. Ma è di
fficile diventare consapevoli dei propri difetti a meno che qualcuno non ce li faccia notare. Per questo ci sono i membri più anziani e i compagni di fede che possono mostrarci le nostre debolezze e aiutarci a superarle. Grazie a una sincera preghiera possiamo sfidare le nostre tendenze negative e trasformarle. Possiamo rafforzarci e crescere anche attraverso le attività della Soka Gakkai. Come scrive Nichiren Daishonin: "Forgiando il ferro, tutti i suoi difetti vengono in superficie" (Lettera ai fratelli, RSND, 1, 442). Senza farci fermare dalle nostre debolezze e svolgendo con successo un'attività dopo l'altra ci alleniamo e consolidiamo il nostro carattere: il sentiero della rivoluzione
umana sta nel vincere le nostre tendenze negative. Inoltre, dedicandoci alla missione di kosen-rufu e continuando a rafforzarci e a migliorarci, possiamo anche trasformare il nostro karma».
Dal capitolo "Anima e cuore" contenuto nel sedicesimo volume de La nuova rivoluzione umana e pubblicato in giapponese nell'ottobre 2006 (cfr. ed. italiana, La nuova rivoluzione umana, Esperia, vol. 16)

Siate voi stessi, siate voi stesse!
Il presidente Ikeda introduce un discorso del suo maestro Josei Toda e sottolinea l'importanza di vivere fedeli a se stessi.
Conoscere se stessi, conoscere la natura dell'essere umano, conoscere il valore della vita: in ciò risiede l'importanza di una religione. Il presidente Toda affermava: «Sia che si soffra a causa della povertà che per il fallimento di un affare, per un forte diverbio con il proprio coniuge o per essersi feriti inciampando su un hibachi [un braciere a carbone], in ultima analisi tutte queste cose sono un'espressione manifesta del proprio stato vitale interiore. In questa prospettiva, tutto ciò che accade nella nostra vita è il risultato dei nostri cambiamenti interiori, perciò è fondamentale sforzarci di cambiare in meglio creando costantemente la nostra felicità.
Dovete essere fedeli a voi stessi e assumervi la responsabilità della vostra esistenza. È di vitale importanza rendersi conto che non c'è altra scelta. Sbagliate a prendervela con gli altri o con le circostanze esterne per ciò che state vivendo, pensando sempre: "Se solo lui o lei facesse questo o quello", oppure: "Sarei felice se la situazione sociale fosse così e così".
Tuttavia gli esseri umani sono deboli. Per quanto determinino di essere fedeli a se stessi e di seguire le proprie convinzioni, si lasciano facilmente influenzare dagli altri o dalle circostanze esterne. Per questo motivo credo che l'unico modo di far risplendere la propria esistenza di forza, luminosità e felicità al massimo grado sia basare la vita sul Buddismo, che insegna i principi dei tremila regni in un singolo istante di vita e del mutuo possesso dei
dieci mondi».3
Le persone che hanno una grande forza vitale e forti convinzioni sono felici, possono condurre una vita positiva e di successo. Al contrario, chi è debole è infelice, crea da sé la sua infelicità. Praticare il Buddismo di Nichiren ci permette di diventare forti al massimo delle nostre possibilità. Vivere in modo da percepire ogni cosa con gli occhi della fede ed essere determinati a superare ogni sfida attraverso la fede significa percorrere il sentiero che conduce all'eterna felicità.
Voi tutti siete preziosi oltre misura, ognuno di voi lo è. Questo è ciò che il Daishonin insegnava ai suoi discepoli mentre stava affrontando grandi persecuzioni. Il primo e il secondo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, abbracciarono con fede l'essenza del Buddismo del Daishonin e lo insegnarono alle persone di ogni estrazione sociale. Continuiamo a procedere su questo sentiero direttamente collegato a Nichiren Daishonin con grande convinzione.
Una volta il presidente Toda dette questo consiglio di fede ai membri della Divisione giovani: «Quando siete giovani è particolarmente importante che crediate in voi stessi e pensiate con la vostra testa, anche se può essere difficile, perché la gioventù è un periodo di forti emozioni e di confusione [...]. Ho visto il cartone animato Braccio di ferro. Il protagonista è così debole che viene sempre sconfitto dagli avversari, ma quando mangia gli spinaci istantaneamente diventa forte e vince. Questo accade perché crede nel potere degli spinaci [...].
Tutti dobbiamo credere in qualcosa. "Io ho il Gohonzon, perciò sarò in grado di superare ogni difficoltà. Tutto andrà bene". Con una tale solida convinzione potete realizzare qualsiasi cosa [...].
Se credete che questo sia il vostro sentiero nella vita, la strada giusta, allora abbiate fede nel Gohonzon e mettetelo al centro delle vostre convinzioni. Sarete in grado di superare ogni ostacolo, incluse la malattia e la povertà. Ma tutto ciò richiede l'ingrediente essenziale della fede [...].

Se rafforzate la vostra fede diventerete invincibili in ogni situazione. I giovani hanno bisogno di avere qualcosa in cui credere: fidatevi del vostro cuore.
Ma poiché il cuore umano può essere veramente ina
ffidabile, è importante che alla base della vostra fede ci sia il Gohonzon. Allora sono certo che potrete condurre vite di agio e sicurezza. Vi prego di vivere in questo modo e di aiutare gli altri a fare altrettanto».4
Toda amava i giovani e nutriva per loro le speranze più grandi. Niente gli dava più gioia che vedere i loro energici sforzi basati su una potente convinzione nella Legge mistica.
Da un discorso di Daisaku Ikeda tenuto il 3 aprile 1993 presso il centro culturale di Ota, a Tokyo, durante un incontro in occasione dell'anniversario della morte di Josei Toda

Sviluppate la vostra individualità
In un dialogo rivolto ai membri della Divisione scuole superiori, il presidente Ikeda spiega con parole semplici cosa sia la vera individualità e cosa significhi essere se stessi.
Per mostrare la propria unicità ed emergere dal gruppo alcuni giovani seguono le ultime tendenze. Ma spesso quello che fanno è assomigliare a qualcun altro. Che senso ha?
Francamente sembra che ci sia già un'immagine preconfezionata di cosa sia l'individualità e che tutti cerchino di conformarvisi. Ma quell'immagine, in molti casi, è costruita dai mass media e da chi vuole trarne profitto, è una moda o una tendenza creata deliberatamente.

Ciò accade perché essere veramente se stessi di fatto è piuttosto difficile. Prima di tutto bisogna avere un forte senso di sé. Bisogna spalancare gli occhi e guardare il mondo, aprire le orecchie e ascoltare quello che gli altri dicono, usare il cervello e pensare con la propria testa, avere il coraggio di seguire le proprie convinzioni.
È molto più facile uniformarsi ed essere come tutti gli altri. Anche quando si cerca di liberarsi dai propri vincoli spesso ci si ritrova ad adottare gli standard di qualcun altro. I giapponesi sono assai inclini a questo conformismo di massa.
Un autentico carattere individuale emerge dall'interno, non è una questione di stile o di aspetto esteriore. Qualcuno ha detto che la nostra individualità è un tesoro unico che ognuno possiede. Può essere difficile ora sapere esattamente cosa sia quel tesoro, ma senza dubbio lo possedete ed è unico. Ognuno di noi lo possiede, senza eccezione!
Se qualcuno dichiara di non possederlo, è solo perché ha deciso di non avere valore. Pensare così porta alla distruzione di questo prezioso tesoro interiore. Molte persone, quando provano a essere se stesse, non sanno cosa voglia dire veramente. È naturale. Infatti troppo spesso quello che riteniamo essere il nostro modo di esprimere la nostra individualità lo abbiamo copiato o mutuato dagli altri. È sbagliato pensare che quello che siamo in questo momento sia tutto quello che possiamo essere. Gli esseri umani hanno la capacità di cambiare, quello che siamo adesso è solo il punto di inizio di un sé futuro ancora più meraviglioso.
Ripetersi, per esempio: «Non sono bravo a parlare, quindi rimarrò in ombra» non è vivere fedeli alla propria identità. Supponete invece di sfidarvi con lo spirito di diventare un tipo di persona che, sebbene non sia un grande oratore, può parlare con coraggio per fermare un'azione di bullismo o dire quello che è giusto in un momento cruciale. Allora, grazie a quello sforzo, il vostro carattere unico risplenderà in una maniera diversa rispetto a quello di una persona che è già naturalmente brava a parlare. Quella sarà la vostra unicità.
La vostra individualità inizia a risplendere davvero solo quando vi impegnate con tutte le forze e vi sfidate al massimo delle vostre capacità. Non accadrà niente se non crescete. La vostra unicità risplenderà solo grazie agli sforzi profusi per migliorarvi e svilupparvi, proprio come una spada viene forgiata nelle fiamme. La vostra vera individualità è l'arma che solo voi possedete, che vi permette di sviluppare al massimo la vostra vita. È la vostra spada ingioiellata.
Chi ha sviluppato la propria individualità è una bella persona, risulta attraente per tutti. Non si tratta di una bellezza temporanea e transitoria, ma durerà per tutta la vita. Una persona così ha uno spirito chiaro e luminoso come il cielo estivo sugli altipiani, non è mai gelosa o invidiosa.
In Giappone c'è la tendenza a sminuire le persone che hanno vera individualità e carattere. C'è una mentalità ottusa che ricerca il conformismo, espressa dal proverbio: «L'unghia che sporge troppo si spezza», che manifesta la gelosia e il risentimento di chi non ha una forte identità o fiducia in sé e si preoccupa sempre di cosa fanno gli altri, di cosa pensano o dicono, facendosi influenzare da tutto.
Al contrario, chi si è impegnato per sviluppare la propria identità è felice di vedere gli altri sviluppare al massimo la propria, li sostiene e li incoraggia negli sforzi, gioisce dei loro successi e opera per il loro benessere e la loro felicità. Spero che tutti voi diventiate persone veramente belle, con un grande cuore, persone ammirate da tutti e da cui gli altri siano attratti.
Dal dialogo intitolato "Dialogo di speranza", pubblicato in giapponese nel giugno 2003

Diventate una presenza luminosa come il sole
In occasione di un dialogo con i membri della Divisione scuole superiori e della Divisione giovani, il presidente Ikeda discute ampiamente dell'importanza di scoprire la propria missione e far risplendere la propria vita.
Se vivrete fedeli a voi stessi, il vostro valore di esseri umani risplenderà. Il Buddismo insegna il principio di rivelare la propria natura intrinseca, che significa manifestare il vostro vero io innato, il vostro potenziale interiore, e farlo brillare, illuminando tutto l'ambiente intorno a voi. È qualcosa che riguarda la vostra più pura individualità e unicità.
È importante essere pazienti, mantenere la fiducia e la determinazione di realizzare qualcosa di valore nel futuro. La giovinezza non è il tempo dell'impazienza. La vostra vera essenza come esseri umani si definirà tra dieci, venti o trent'anni, ciò che conta è il tipo di persona che diventerete e se sarete in grado di adempiere la vostra missione. Ognuno di voi ha una missione particolare da realizzare. Se non aveste tale missione, non sareste nati.
Ci sono molti tipi di montagne a questo mondo: montagne alte e montagne basse; c'è una grande varietà di fiumi: fiumi lunghi e fiumi brevi. Ma nonostante le loro differenze, tutte le montagne sono montagne e tutti i fiumi sono fiumi.
Ci sono montagne tranquille, come quelle nell'antica capitale giapponese Nara, e montagne vulcaniche, come il monte Aso a Kyushu. Ci sono anche i magnifici picchi innevati dell'Himalaya. Tutte queste montagne sono belle e suggestive nel loro genere.
Lo stesso vale per i fiumi. Nell'Hokkaido scorre l'Ishikari, habitat naturale di splendidi salmoni, e a Nagano il fiume Chikuma, che ha ispirato innumerevoli poeti. Ci sono il Fiume Giallo in Cina e il Rio delle Amazzoni in Sud America, fiumi così ampi che in alcuni tratti non è possibile vedere la sponda opposta. Ognuno di questi fiumi possiede la propria particolare bellezza.
La stessa cosa si può dire delle persone. Ognuna e ognuno di voi ha la propria missione nella vita. Inoltre voi avete incontrato la Legge mistica ora che siete giovani. Avete una missione che è esclusivamente vostra. Questo è un fatto indiscutibile del quale vorrei che foste convinti e orgogliosi.
Non scoprirete la vostra missione rimanendo fermi. Vi prego di sfidarvi in qualcosa, non importa cosa. Continuando a sfidarvi costantemente, la direzione da prendere si aprirà davanti ai vostri occhi in modo molto naturale. È importante dunque che abbiate il coraggio di chiedervi cosa dovete fare adesso, in questo preciso momento.
In altri termini, la soluzione è scalare la montagna che avete davanti. Scalando le sue pendici svilupperete i muscoli, aumentando così forza e resistenza. Un tale allenamento vi permetterà di affrontare montagne sempre più alte. È vitale continuare a compiere questo tipo di sforzi. Recitare Nam-myoho-renge-kyo vi permetterà di manifestare la forza vitale necessaria per riuscirci.
Recitate Nam-myoho-renge-kyo e scalate la montagna davanti a voi. Una volta raggiunta la sommità, nuovi e ampi orizzonti si apriranno davanti a voi. A poco a poco comprenderete la vostra missione. Chi non dimentica mai di avere una missione da realizzare è forte: trasformerà tutti i suoi problemi in carburante per avanzare verso un futuro pieno di speranza.
L'importante, perciò, è che voi decidiate di diventare luminosi come un sole. Se farete così, tutta l'oscurità si disperderà. Vivete con la convinzione di essere il sole del vostro ambiente, qualunque cosa accada.
Naturalmente nella vita ci sono giorni di sole e giorni nuvolosi. Ma il sole non smette mai di ri-splendere, anche se ci sono le nuvole. Lo stesso vale per le persone. Anche quando lottate non dovete far spegnere la luce nel vostro cuore.

Ogni persona ha una missione unica che solo lei può realizzare. Ma questo non vuol dire stare ad aspettare che qualcuno vi dica quale sia la vostra, è importante che siate voi a scoprirla.
Le pietre preziose si formano sotto terra, se nessuno le estrae rimangono sepolte. E se, una volta estratte, non vengono lucidate restano ruvide e opache.

Tutti voi, miei giovani amici, possedete un gioiello, ognuno di voi è come una montagna che nasconde un tesoro. Che peccato sarebbe trascorrere l'intera esistenza senza averlo scoperto!
Si dice spesso che ognuno di noi è speciale in qualcosa. Avere talento non significa semplicemente essere bravi musicisti, scrittori o atleti. Ci sono tanti tipi di talenti. Per esempio potete essere bravi a conversare, oppure riuscite a fare amicizia facilmente, o siete bravi a mettere gli altri a proprio agio. Potete avere il dono di saper assistere gli altri, il talento di raccontare barzellette, essere bravi venditori o esperti nel risparmio. Può darsi che siate persone sempre puntuali, pazienti, costanti, gentili o ottimiste, oppure persone che amano nuove sfide, impegnate per la pace o che portano gioia agli altri. Ognuno di voi è unico come un fiore di ciliegio, susino, pesco o prugno selvatico, come spiega il Daishonin. Vi prego di fiorire nell'unico modo che vi è proprio.

Senza dubbio ognuno di voi possiede internamente un gioiello, un talento innato. Come potete scoprirlo? L'unico modo è sfidarvi al massimo delle vostre capacità. Il vostro potenziale emergerà quando vi sforzerete al massimo nello studio, nello sport o in qualsiasi altra cosa.
La cosa più importante è abituarsi a sfidarsi al massimo. In un certo senso, i risultati ottenuti non contano molto. Per esempio,i voti che prendete a scuola non decidono il corso della vostra vita. Ma l'abitudine a sfidarvi al massimo con il tempo porterà i suoi frutti, vi distinguerà dagli altri e farà brillare il vostro particolare talento.
Qualcuno ha detto che possiamo diventare grandi quanto i nostri sogni. Per questo dovreste coltivare grandi sogni. Ma è importante ricordarsi che i sogni sono sogni e che la realtà è realtà. Per realizzare i vostri sogni dovete guardare freddamente la realtà e compiere ogni sforzo necessario a conseguire i vostri obiettivi.
Una volta Toda disse: «I giovani devono avere la determinazione di eccellere in qualcosa». La determinazione e la tenacia nel raggiungere i propri scopi sono cruciali. Sforzarsi a metà non farà risplendere il prezioso gioiello del vostro talento unico.
Dai Dialoghi con i giovani, pubblicati in giapponese nel 1999 (cfr. edizione italiana In cammino con i giovani, Esperia, 2011)

Ogni persona ha una nobile missione
Dopo aver fatto notare che ognuno di noi ha una preziosa missione e un'individualità unica, il presidente Ikeda suggerisce che ciò costituisce la base per la creazione di un mondo di meravigliose diversità, in cui le differenze e le qualità reciproche vengono riconosciute e rispettate.
La primavera è alle porte. Gli alberi di susino sono in boccio, i peschi sono fioriti e presto fioriranno anche i ciliegi. Il poeta romantico inglese Percy B. Shelley disse: «Se sopraggiunge l'inverno, può la primavera essere
lontana?».5 Non importa quanto possa essere lungo e duro l'inverno, la primavera arriva sempre. Questa è la legge dell'universo, la legge della vita. Lo stesso vale per noi. Anche se sembra che la nostra vita sia un inverno interminabile, non dobbiamo abbandonare la speranza. Fintantoché abbiamo speranza, la primavera senza dubbio arriverà. La primavera è il tempo della fioritura.
Come ho detto molte volte, il Buddismo insegna il principio del ciliegio, del susino, del pesco e del prugno selvatico. Il ciliegio ha la sua propria bellezza, il susino la sua delicata fragranza, il fiore del pesco il suo meraviglioso colore e il prugno selvatico il suo incantevole fascino.
Ogni persona ha una missione unica, una propria individualità e un suo particolare modo di vivere. È importante riconoscere questa verità e rispettarla. Questo è l'ordine naturale delle cose. Così funziona nel mondo dei fiori: miriadi di fiori sbocciano armoniosamente in splendida profusione. Sfortunatamente nel nostro mondo umano le cose non vanno sempre in questo modo. Ad alcuni sembra impossibile rispettare le persone diverse, così le discriminano o le tormentano e le molestano, violando i loro diritti in quanto individui. Da qui scaturisce gran parte della sofferenza e dell'infelicità del mondo.
Tutte le persone hanno il diritto di fiorire, di rivelare il loro pieno potenziale come esseri umani e realizzare la loro missione in questo mondo. Voi avete questo diritto e come voi anche gli altri. Questo è il significato dei diritti umani. Disprezzare e violare i diritti umani distrugge l'ordine naturale delle cose. Dobbiamo svilupparci per diventare persone che diano valore ai diritti umani e rispettino gli altri.
Dai Dialoghi con i giovani, pubblicato in giapponese nel marzo 1999 (cfr. edizione italiana In cammino con i giovani, Esperia, 2011)

Avanziamo con costanza e in libertà
Durante una vivace sessione di domanda e risposta in India, il presidente Ikeda offrì un caloroso incoraggiamento a un uomo che diceva di aver difficoltà a imparare a fondo l'eloquenza, la saggezza e la compassione che la SGI ci invita a coltivare.
Sii semplicemente te stesso. Tutto ciò che devi fare è continuare a recitare Nam-myoho-renge-kyo e avanzare in libertà fedele a te stesso. Questo è quanto spiega il principio buddista di rivelare la propria natura intrinseca. Grazie alla pratica del Buddismo di Nichiren possiamo far risplendere il nostro vero io. Se così non fosse saremmo degli impostori. Naturalmente dobbiamo sforzarci nella nostra rivoluzione umana ma non c'è assolutamente bisogno di ostentare eloquenza, compassione o saggezza false o innaturali.
Quel che conta è continuare a sforzarsi quotidianamente, pregare per la felicità degli altri, fare del nostro meglio per essere gentili e rispettosi nei confronti di chi ci sta intorno e migliorare il nostro carattere. Ma, come spesso faceva notare Toda, se non sapete apprezzare nemmeno il vostro coniuge o chi vi è più vicino, non sarete in grado di apprezzare gli altri. La compassione, diceva, non scaturisce tanto facilmente.
Sicuramente il sentiero corretto e il modo di vivere migliore è avanzare così come siamo, come persone comuni, sforzandoci di migliorare anche solo un poco per volta recitando Nam-myoho-renge-kyo. Il Buddismo di Nichiren è un grande insegnamento aperto a tutte le persone, non ci vengono richieste cose irrazionali o irragionevoli.
Dai commenti a margine di una sessione di domanda e risposta in occasione di un Gongyo celebrativo della Bharat Soka Gakkai [affiliata indiana della SGI] tenutosi il 16 febbraio 1992 presso il centro culturale di Nuova Delhi per commemorare l'anniversario della nascita di Nichiren Daishonin

La saggezza per coltivare il potenziale positivo in tutte le persone
Il presidente Ikeda asserisce che quando ci basiamo sul principio del ciliegio, del susino, del pesco e del prugno selvatico come punto di partenza per creare un mondo armonioso fondato su una coesistenza creativa, possiamo coltivare la saggezza per migliorare noi stessi e gli altri, e tutte le differenze diventano una nuova sorgente di creazione di valore. Questo è il motivo per cui è così importante l'educazione umanistica che fa emergere il potenziale di ogni individuo.
L'educazione non è un mezzo per costringere gli individui ad adattarsi a un unico, rigido modello: non sarebbe altro che indottrinamento ideologico. È piuttosto il modo più efficace di far emergere il potenziale positivo insito in ogni persona: l'autocontrollo, l'empatia nei confronti degli altri, la personalità e la natura unica di ciascuno. Per realizzare ciò l'educazione deve essere un incontro personale, addirittura spirituale, tra esseri umani, tra insegnanti e studenti.
Per esprimere il valore della diversità gli insegnamenti buddisti portano l'esempio di alberi come il ciliegio, il susino, il pesco e il prugno selvatico che fioriscono e fruttificano ciascuno secondo le proprie uniche caratteristiche. In altre parole, ogni essere vivente ha un carattere, un'individualità e uno scopo unico al mondo. Ecco perché ognuno dovrebbe sviluppare le proprie peculiari capacità, contribuendo a costruire un mondo basato sulla cooperazione in cui siano riconosciute sia le differenze che la fondamentale uguaglianza, in cui anzi la diversità tra le persone e le culture sia considerata una ricchezza e possa esprimersi nel rispetto e nell'armonia.
Lo scomparso filosofo americano David Norton, che così bene conosceva la filosofia educativa di Tsunesaburo Makiguchi, condivideva la sua visione del modello buddista di diversità. Nel 1991 scriveva: «Nella futura riorganizzazione del mondo, la nostra responsabilità come educatori è coltivare nei nostri studenti una sensibilità diretta al rispetto e alla valorizzazione delle culture, delle fedi e delle abitudini diverse dalle loro. Risultato che si raggiunge solo se si riconosce che i diversi stili di vita contengono aspetti di verità e bontà, proprio come i fiori di ciliegio, susino e pero esprimono la bellezza in forme diverse. Per arrivare a questo modo di pensare gli studenti devono abbandonare l'opinione secondo la quale le forme culturali a loro familiari hanno il monopolio della verità e della bontà. Questo si chiama provincialismo, effetto di una mentalità ristretta se resta un innocuo effetto di ignoranza, ma può generare una forma di assolutismo
aggressivo tipico della mentalità da "società chiusa"».6
Subito dopo la seconda guerra mondiale, mentre andava crescendo la contrapposizione ideologica tra occidente e oriente, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda parlava della sostanziale unità di tutto il genere umano, auspicando la realizzazione di una "famiglia mondiale". Un appello, il suo, che si ispirava al moderno concetto di "cittadinanza globale" e mirava a superare i limiti del nazionalismo bigotto ed egocentrico.
C'è anche chi ritiene inevitabile uno scontro fra civiltà. Ritengo però più probabile non tanto un conflitto fra civiltà diverse, quanto un conflitto fra gli aspetti più brutali che si celano in ogni singola civiltà. Se i popoli con diverse tradizioni culturali vorranno impegnarsi a costruire nel tempo solidi e duraturi legami di tolleranza, piuttosto che lasciarsi andare alla tentazione di dominare e influenzare gli altri con la forza, la natura stessa della cultura farà sì che tutta l'umanità sia arricchita dall'interazione, e le di
fferenze daranno vita a nuovi valori.
Il ruolo della religione deve essere quello di fornire la saggezza necessaria a stimolare il reciproco sviluppo e miglioramento. A questo riguardo il Buddismo insegna che uno dei significati di
myo (mistico) è "aprire" (Il Daimoku del Sutra del Loto, RSND, 1, 127).Il continuo tendere verso il miglioramento, il desiderio di schiudere le nostre potenzialità latenti, è una caratteristica della vita umana; oggi è più che mai necessaria una religione che risponda a questa esigenza di crescita e di realizzazione.
La triste realtà storica, tuttavia, è un'infinita serie di conflitti, massacri e tragedie causati dalla religione e dalle di
fferenze religiose. Come Nichiren scrisse: «Il vero sentiero consiste negli affari di questo mondo» (L'offerta del riso, RSND, 1, 998). A mio avviso ciò significa che, se non vogliamo ripetere gli errori del passato, compito prioritario delle religioni deve essere quello di sostenere le persone nelle loro esigenze quotidiane e di trovare soluzioni ai problemi dell'umanità, costruendo così la base spirituale per una competizione pacifica.
Si può sperare in un futuro promettente superando ciò che Toda definiva criticamente "un miope egocentrismo" e promuovendo la competizione umanitaria auspicata da Makiguchi, quel lavoro comune di creazione di valore portato avanti da persone che vogliono vivere insieme come buoni vicini di una società globale. Questo è davvero l'obiettivo fondamentale della "rivoluzione umana" che ispira il movimento della SGI.
Dalla proposta di pace del 26 gennaio 1998 dal titolo "L'umanità e il nuovo millennio: dal caos al cosmo" (cfr. DuemilaUno, n. 69, pp. 12-13, http://www.sgi-italia.org/pdf/ppace/1998.pdf)

Note
1) Il Daishonin afferma: «Ogni cosa - il ciliegio, il susino, il pesco, il prugno selvatico - nella sua propria entità, senza subire alcun cambiamento, è eternamente dotata dei tre corpi [del Budda]» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 47).
2) Saneatsu Mushanokoji, Mushanokoji Saneatsu Zenshu (Raccolta delle opere di Saneatsu Mushanokoji), Shogakukan, Tokyo,1989, vol. 11, p. 81.
3) Josei Toda, "Mizukara no Inochi ni Ikiyo" (Prendersi la responsabilità della propria vita),
Toda Josei Zenshu (Raccolta delle opere di Josei Toda), Seikyo Shimbunsha, Tokyo, 1992, vol. 1, pp. 183-84. (Editoriale apparso nel numero del Daibyakurenge del febbraio 1956).
4) Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Raccolta delle opere di Josei Toda), Seikyo Shimbunsha, Tokyo, 1989, vol. 4, pp. 541-43. (Discorso tenuto nel giugno del 1957 in occasione di una riunione dei responsabili della Divisione uomini).
5) Percy Bysshe Shelley, "Ode al vento occidentale",
Shelley: Selected Poetry, a cura di Isabel Quigly, Penguin Books, Londra, 1956, p. 162.
6) "Human Education for World Citizenship", indirizzata alla Divisione educatori della Soka Gakkai, Osaka, 22 ottobre 1991
Pubblicato sul mensile Daibyakurenge di luglio 2015 (Traduzione di Francesca Fanciullacci)

Commenti

  1. Faaaaaaantastico grazzzzie!

    L'ho condiviso con altri membri del la SGI.

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