Lo studio del mese di luglio e agosto
Lezione speciale per celebrare il n. 800 del Daibyakurenge Pubblicata sul mensile Daibyakurenge di giugno e luglio 2016
Basiamoci sugli scritti di Nichiren Daishonin Lezione speciale di Daisaku Ikeda
PRIMA PARTE - LA VIA DELLA VITTORIA IN KOSEN-RUFU E NELLA VITA
Lo scrittore francese Victor Hugo (1802-1885) affermò: «Suonate, suonate per sempre, o trombe del pensiero!».1 E nel suo romanzo I miserabili scrisse: «Ciò
che guida e conduce il mondo non sono le locomotive ma le idee».2
Anche oggi nel ventunesimo secolo, centocinquanta anni dopo, sono le idee e la volontà delle persone risvegliate che muovono e guidano il mondo al livello più profondo.
C'è una rivoluzione più radicale di qualsiasi rivoluzione politica e tecnologica: è quella del pensiero e della religione. E, naturalmente, la rivoluzione umana.
Per questo il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, intuì acutamente che kosen-rufu è una battaglia di idee senza precedenti. E fondò il Daibyakurenge, il mensile di studio della Soka Gakkai, per portare una ventata di pensiero nuovo nella società giapponese del dopoguerra.
Il Daibyakurenge: una cronaca delle dichiarazioni per la verità e la giustizia
Sono trascorsi sessantasette anni dalla pubblicazione del primo numero del Daibyakurenge, nel luglio 1949. Questo mese (giugno 2016) uscirà il numero 800.
Quando il giornale esordì avevo ventun anni, e mentre lavoravo sodo come nuovo capo redattore della rivista per bambini della casa editrice di Toda contribuii alla correzione di bozze di quel primo numero, del quale ancora oggi vado molto orgoglioso. I sentimenti che annotai nel mio diario allora non sono cambiati e non cambieranno mai: «Prego sinceramente per lo sviluppo del
Daibyakurenge, l'avanguardia di kosen-rufu».3
Per quel numero inaugurale Toda scrisse un editoriale dal titolo "Rivoluzione religiosa" e l'avanzatissimo articolo "La filosofia della vita", basato sulla visione buddista della vita che dura eternamente attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro, della quale aveva acquisito una comprensione profonda mentre era in carcere. Ricordo con piacere come, dopo averlo letto, espressi la mia intensa emozione in una poesia, "Le speranze della gioventù", che poi diedi al mio maestro.
Toda contribuì anche al secondo numero con un editoriale che si intitolava "Rivoluzione umana" e con un lungo articolo, "Scienza e religione". Il giornale presentava anche un articolo dal titolo "La religione mondiale per il futuro" scritto J. R. Brinkley (1887-1964), un professore universitario anglo-giapponese
Lezione speciale per celebrare il n. 800 del Daibyakurenge Pubblicata sul mensile Daibyakurenge di giugno e luglio 2016
Basiamoci sugli scritti di Nichiren Daishonin Lezione speciale di Daisaku Ikeda
PRIMA PARTE - LA VIA DELLA VITTORIA IN KOSEN-RUFU E NELLA VITA
Lo scrittore francese Victor Hugo (1802-1885) affermò: «Suonate, suonate per sempre, o trombe del pensiero!».1 E nel suo romanzo I miserabili scrisse: «Ciò
che guida e conduce il mondo non sono le locomotive ma le idee».2
Anche oggi nel ventunesimo secolo, centocinquanta anni dopo, sono le idee e la volontà delle persone risvegliate che muovono e guidano il mondo al livello più profondo.
C'è una rivoluzione più radicale di qualsiasi rivoluzione politica e tecnologica: è quella del pensiero e della religione. E, naturalmente, la rivoluzione umana.
Per questo il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, intuì acutamente che kosen-rufu è una battaglia di idee senza precedenti. E fondò il Daibyakurenge, il mensile di studio della Soka Gakkai, per portare una ventata di pensiero nuovo nella società giapponese del dopoguerra.
Il Daibyakurenge: una cronaca delle dichiarazioni per la verità e la giustizia
Sono trascorsi sessantasette anni dalla pubblicazione del primo numero del Daibyakurenge, nel luglio 1949. Questo mese (giugno 2016) uscirà il numero 800.
Quando il giornale esordì avevo ventun anni, e mentre lavoravo sodo come nuovo capo redattore della rivista per bambini della casa editrice di Toda contribuii alla correzione di bozze di quel primo numero, del quale ancora oggi vado molto orgoglioso. I sentimenti che annotai nel mio diario allora non sono cambiati e non cambieranno mai: «Prego sinceramente per lo sviluppo del
Daibyakurenge, l'avanguardia di kosen-rufu».3
Per quel numero inaugurale Toda scrisse un editoriale dal titolo "Rivoluzione religiosa" e l'avanzatissimo articolo "La filosofia della vita", basato sulla visione buddista della vita che dura eternamente attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro, della quale aveva acquisito una comprensione profonda mentre era in carcere. Ricordo con piacere come, dopo averlo letto, espressi la mia intensa emozione in una poesia, "Le speranze della gioventù", che poi diedi al mio maestro.
Toda contribuì anche al secondo numero con un editoriale che si intitolava "Rivoluzione umana" e con un lungo articolo, "Scienza e religione". Il giornale presentava anche un articolo dal titolo "La religione mondiale per il futuro" scritto J. R. Brinkley (1887-1964), un professore universitario anglo-giapponese
profondo conoscitore del Buddismo,4 nel quale l'autore si rammaricava del fatto
che il Buddismo, al suo stato attuale, fosse ormai datato e avesse perso il suo
potere di ispirare e motivare le persone: «Il Buddismo - suggeriva - che ha tutti i
tratti per essere una religione del futuro, deve attraversare una grande
trasformazione e riemergere». Sosteneva inoltre che per il Buddismo la società
ideale dovrebbe essere basata sul principio che «tutte le persone possono
ugualmente conseguire lo stesso stato vitale del Budda».
Concludeva: «La religione futura basata su questa rinascita del Buddismo deve essere qualcosa di più potente, nuovo e dinamico, qualcosa come il Buddismo e il Cristianesimo attuali messi insieme. Quando il Buddismo riemergerà e si svilupperà con questa nuova consapevolezza, non è difficile immaginare che regnerà supremo come religione del futuro e avrà una diffusione globale».
In un angolo della pagina dove si trovava l'articolo di Brinkley era stata impaginata la mia poesia "Le speranze della gioventù", dove scrivevo:
Giovani, io dedicherò la vita
alla grande filosofia di Nichiren Daishonin,
che chiarisce l'essenza della vita
e rivela la Legge fondamentale dell'universo.
[...] Giovani, aprite gli occhi!
Perché i giovani hanno la passione e la forza
per avanzare come campioni di questa grande filosofia.
In un certo senso la poesia era come la risposta a questo articolo di un giovane che attendeva impazientemente l'apparizione di una nuova religione mondiale per il futuro. Era come se esclamasse a gran voce: «Guardate! Ecco quella potente, nuova, dinamica grande filosofia! Una religione autenticamente dedicata alla felicità della gente!».
Oggi la SGI ha iniziato la sua ascesa come religione mondiale per il XXI secolo. Toda una volta definì il Daibyakurenge come "un grande cannone per kosen- rufu" che trasmette il messaggio potente di una filosofia senza eguali. Oggi gli articoli di questa rivista di studio vengono tradotti in molte lingue, diffondendo così la luce brillante del Buddismo del sole in tutto il mondo a un numero sempre maggiore di lettori e lettrici. E sono convinto che questa tendenza è destinata a crescere ancora.
La Soka Gakkai: un'organizzazione che affonda le radici nello studio del Buddismo
Basarsi saldamente sugli scritti di Nichiren Daishonin è l'ancora di salvezza della Soka Gakkai, che continua ad avanzare in quella battaglia di idee che è kosen- rufu.
Nel primo numero di Kachi Sozo (Creazione di valore), la rivista della Soka Kyoiku Gakkai (antesignana della Soka Gakkai), il presidente fondatore Tsunesaburo Makiguchi dichiarò che «l'essenza del Buddismo» è mirare «alla felicità suprema, dimostrando un modo di vivere del massimo valore» e che «lo scopo della Soka Kyoiku Gakkai è dimostrare, studiare e insegnare agli altri il modo di creare concretamente questo valore supremo nella nostra vita e attraverso essa».
Concludeva: «La religione futura basata su questa rinascita del Buddismo deve essere qualcosa di più potente, nuovo e dinamico, qualcosa come il Buddismo e il Cristianesimo attuali messi insieme. Quando il Buddismo riemergerà e si svilupperà con questa nuova consapevolezza, non è difficile immaginare che regnerà supremo come religione del futuro e avrà una diffusione globale».
In un angolo della pagina dove si trovava l'articolo di Brinkley era stata impaginata la mia poesia "Le speranze della gioventù", dove scrivevo:
Giovani, io dedicherò la vita
alla grande filosofia di Nichiren Daishonin,
che chiarisce l'essenza della vita
e rivela la Legge fondamentale dell'universo.
[...] Giovani, aprite gli occhi!
Perché i giovani hanno la passione e la forza
per avanzare come campioni di questa grande filosofia.
In un certo senso la poesia era come la risposta a questo articolo di un giovane che attendeva impazientemente l'apparizione di una nuova religione mondiale per il futuro. Era come se esclamasse a gran voce: «Guardate! Ecco quella potente, nuova, dinamica grande filosofia! Una religione autenticamente dedicata alla felicità della gente!».
Oggi la SGI ha iniziato la sua ascesa come religione mondiale per il XXI secolo. Toda una volta definì il Daibyakurenge come "un grande cannone per kosen- rufu" che trasmette il messaggio potente di una filosofia senza eguali. Oggi gli articoli di questa rivista di studio vengono tradotti in molte lingue, diffondendo così la luce brillante del Buddismo del sole in tutto il mondo a un numero sempre maggiore di lettori e lettrici. E sono convinto che questa tendenza è destinata a crescere ancora.
La Soka Gakkai: un'organizzazione che affonda le radici nello studio del Buddismo
Basarsi saldamente sugli scritti di Nichiren Daishonin è l'ancora di salvezza della Soka Gakkai, che continua ad avanzare in quella battaglia di idee che è kosen- rufu.
Nel primo numero di Kachi Sozo (Creazione di valore), la rivista della Soka Kyoiku Gakkai (antesignana della Soka Gakkai), il presidente fondatore Tsunesaburo Makiguchi dichiarò che «l'essenza del Buddismo» è mirare «alla felicità suprema, dimostrando un modo di vivere del massimo valore» e che «lo scopo della Soka Kyoiku Gakkai è dimostrare, studiare e insegnare agli altri il modo di creare concretamente questo valore supremo nella nostra vita e attraverso essa».
Anche nel suo editoriale per il primo numero del Daibyakurenge Toda affermava:
«La religione è un principio per vivere e deve esistere nella nostra vita
quotidiana». In altre parole, la fede nella Legge mistica è un modo di vivere che
conferisce valore alla nostra esistenza e l'anima di questa corrispondenza fra la
nostra vita e il Buddismo è la pratica basata sugli scritti di Nichiren Daishonin.
Toda si adoperò per temprare degli autentici praticanti del Buddismo di Nichiren
Daishonin dotati del "cuore del re leone".
Basarsi sugli scritti del Daishonin non significa semplicemente riverirli come testi sacri e nemmeno limitarsi a leggerli, a commentarli o ad aprirli per trovare conforto. Il Budda Shakyamuni insegnò che dovremmo basare la nostra vita sulla Legge. Noi assumiamo la Legge corretta e gli insegnamenti di Nichiren Daishonin come fondamento della nostra vita. Riponiamo fede nel Gohonzon e ci impegniamo a interiorizzare gli scritti del Daishonin come strumento per liberarci da una vita consumata dalla sofferenza ed essere vittoriosi.
In tutto il mondo tantissimi membri della SGI, serbando nel cuore le parole del Daishonin «l'inverno si trasforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477), hanno affrontato i rigidi inverni delle difficoltà e inaugurato una luminosa primavera di speranza. Ovunque i nostri membri che si impegnano insieme nella lotta condivisa di kosen-rufu hanno abbracciato la filosofia vivente che risiede negli scritti del Daishonin e l'hanno messa in pratica nella loro vita. Sono tutti eroici Bodhisattva della Terra.
Nikko Shonin, diretto discepolo e successore di Nichiren Daishonin, chiese solennemente ai praticanti della Legge mistica di «incidere gli scritti del
Daishonin nella loro vita»5 (GZ, 1618). Così facendo possiamo sicuramente vincere sia nella vita, con tutte le sue problematiche e difficoltà, sia nelle attività per kosen-rufu.
Nella storia della Soka Gakkai i miei amati compagni di fede del Kansai, condividendo il mio spirito, hanno riportato una vittoria senza precedenti nella
Campagna di Osaka6 del 1956 proprio perché hanno basato ogni loro iniziativa sugli scritti del Daishonin.
Come possiamo realizzare l'impossibile? Ho pregato e meditato a fondo per trovare la risposta e c'è un passo in particolare che ho inciso nella mia vita.
«Se in un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa, allora istante dopo istante sorgeranno in noi i tre corpi del
Budda7 di cui siamo eternamente dotati. Nam-myoho-renge-kyo è proprio una tale pratica diligente» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 56).
Basarsi sugli scritti del Daishonin non significa semplicemente riverirli come testi sacri e nemmeno limitarsi a leggerli, a commentarli o ad aprirli per trovare conforto. Il Budda Shakyamuni insegnò che dovremmo basare la nostra vita sulla Legge. Noi assumiamo la Legge corretta e gli insegnamenti di Nichiren Daishonin come fondamento della nostra vita. Riponiamo fede nel Gohonzon e ci impegniamo a interiorizzare gli scritti del Daishonin come strumento per liberarci da una vita consumata dalla sofferenza ed essere vittoriosi.
In tutto il mondo tantissimi membri della SGI, serbando nel cuore le parole del Daishonin «l'inverno si trasforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477), hanno affrontato i rigidi inverni delle difficoltà e inaugurato una luminosa primavera di speranza. Ovunque i nostri membri che si impegnano insieme nella lotta condivisa di kosen-rufu hanno abbracciato la filosofia vivente che risiede negli scritti del Daishonin e l'hanno messa in pratica nella loro vita. Sono tutti eroici Bodhisattva della Terra.
Nikko Shonin, diretto discepolo e successore di Nichiren Daishonin, chiese solennemente ai praticanti della Legge mistica di «incidere gli scritti del
Daishonin nella loro vita»5 (GZ, 1618). Così facendo possiamo sicuramente vincere sia nella vita, con tutte le sue problematiche e difficoltà, sia nelle attività per kosen-rufu.
Nella storia della Soka Gakkai i miei amati compagni di fede del Kansai, condividendo il mio spirito, hanno riportato una vittoria senza precedenti nella
Campagna di Osaka6 del 1956 proprio perché hanno basato ogni loro iniziativa sugli scritti del Daishonin.
Come possiamo realizzare l'impossibile? Ho pregato e meditato a fondo per trovare la risposta e c'è un passo in particolare che ho inciso nella mia vita.
«Se in un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa, allora istante dopo istante sorgeranno in noi i tre corpi del
Budda7 di cui siamo eternamente dotati. Nam-myoho-renge-kyo è proprio una tale pratica diligente» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 56).
Sessant'anni di vittorie basate sugli scritti del Daishonin
Questo passo della Raccolta degli insegnamenti orali è un commento ai versi del
quindicesimo capitolo del Sutra del Loto Emergere dalla terra: «E allo scopo di
ricercare la via del Budda, giorno e notte si applicano sempre con diligenza»
(SDLPE, 303).
I Bodhisattva della Terra hanno ricercato la Via del Budda sin dal tempo senza inizio, applicandosi giorno e notte nella loro pratica con incrollabile dedizione alla Legge mistica.
I "tre corpi del Budda" - il corpo del Dharma (la Legge mistica), il corpo di ricompensa (la saggezza) e il corpo manifesto (la compassione) - rappresentano la Buddità inerente alla nostra vita, che si manifesta con forza attraverso l'impegno profondo e instancabile di milioni di eoni condensato in un singolo istante di vita.
Se gli insegnamenti buddisti sono veri, ogni singolo istante di vita nel quale agiamo per kosen-rufu insieme al maestro manifesterà infallibilmente il potere del Budda. Nella Campagna di Osaka ho dato veramente tutto me stesso, mi sono impegnato totalmente. E mentre continuavo ad avanzare senza risparmiarmi, deciso a non essere sconfitto in quella campagna cruciale che il mio maestro mi aveva affidato, compresi che il Sutra del Loto rappresenta la massima filosofia della leadership. Nichiren Daishonin scrive: «In una battaglia il generale è l'anima per i soldati e se il generale si perde di coraggio, i soldati diventeranno codardi» (La supremazia della Legge, RSND, 1, 545) e: «Se il sovrano di una città fortificata non si piega, anche gli uomini a guardia della città
rimarranno saldi» (Gli dèi proteggono il luogo della pratica, RSND, 2, 629).8
I leader di kosen-rufu sono i grandi generali dell'esercito del Budda, i sovrani del castello di verità e giustizia della gente. Perciò è importante che non si facciano intrappolare in strategie e tattiche a breve termine. Il nostro approccio consiste nel far emergere coraggio e saggezza attraverso una forte preghiera e avanzare fiduciosi sulla base degli scritti del Daishonin. Con la filosofia della leadership del Sutra del Loto come bussola infallibile, cerchiamo di guidare i nostri preziosi compagni di fede nella battaglia che tutti condividiamo, usando la strategia e le migliori azioni possibili sulla base della Legge mistica.
Sono certo che fu questo il motivo per cui nella Campagna di Osaka del 1956 riuscimmo a far emergere il potere latente dei Bodhisattva della Terra, a superare una dopo l'altra ogni difficoltà e a spalancare la strada per la vittoria.
Iniziamo ogni giornata leggendo gli scritti del Daishonin
Appena assunta la responsabilità della Campagna di Osaka, sessant'anni fa, mi recavo nel Kansai da Tokyo soprattutto nel fine settimana. Gradualmente iniziai a prolungare i miei soggiorni fino a una o due settimane. In quel periodo, un'importante fonte di energia e ispirazione che sostenne gli sforzi dei membri furono le lezioni sugli scritti del Daishonin che tenevo la mattina presto.
I Bodhisattva della Terra hanno ricercato la Via del Budda sin dal tempo senza inizio, applicandosi giorno e notte nella loro pratica con incrollabile dedizione alla Legge mistica.
I "tre corpi del Budda" - il corpo del Dharma (la Legge mistica), il corpo di ricompensa (la saggezza) e il corpo manifesto (la compassione) - rappresentano la Buddità inerente alla nostra vita, che si manifesta con forza attraverso l'impegno profondo e instancabile di milioni di eoni condensato in un singolo istante di vita.
Se gli insegnamenti buddisti sono veri, ogni singolo istante di vita nel quale agiamo per kosen-rufu insieme al maestro manifesterà infallibilmente il potere del Budda. Nella Campagna di Osaka ho dato veramente tutto me stesso, mi sono impegnato totalmente. E mentre continuavo ad avanzare senza risparmiarmi, deciso a non essere sconfitto in quella campagna cruciale che il mio maestro mi aveva affidato, compresi che il Sutra del Loto rappresenta la massima filosofia della leadership. Nichiren Daishonin scrive: «In una battaglia il generale è l'anima per i soldati e se il generale si perde di coraggio, i soldati diventeranno codardi» (La supremazia della Legge, RSND, 1, 545) e: «Se il sovrano di una città fortificata non si piega, anche gli uomini a guardia della città
rimarranno saldi» (Gli dèi proteggono il luogo della pratica, RSND, 2, 629).8
I leader di kosen-rufu sono i grandi generali dell'esercito del Budda, i sovrani del castello di verità e giustizia della gente. Perciò è importante che non si facciano intrappolare in strategie e tattiche a breve termine. Il nostro approccio consiste nel far emergere coraggio e saggezza attraverso una forte preghiera e avanzare fiduciosi sulla base degli scritti del Daishonin. Con la filosofia della leadership del Sutra del Loto come bussola infallibile, cerchiamo di guidare i nostri preziosi compagni di fede nella battaglia che tutti condividiamo, usando la strategia e le migliori azioni possibili sulla base della Legge mistica.
Sono certo che fu questo il motivo per cui nella Campagna di Osaka del 1956 riuscimmo a far emergere il potere latente dei Bodhisattva della Terra, a superare una dopo l'altra ogni difficoltà e a spalancare la strada per la vittoria.
Iniziamo ogni giornata leggendo gli scritti del Daishonin
Appena assunta la responsabilità della Campagna di Osaka, sessant'anni fa, mi recavo nel Kansai da Tokyo soprattutto nel fine settimana. Gradualmente iniziai a prolungare i miei soggiorni fino a una o due settimane. In quel periodo, un'importante fonte di energia e ispirazione che sostenne gli sforzi dei membri furono le lezioni sugli scritti del Daishonin che tenevo la mattina presto.
Ho cari ricordi della vecchia sede della Soka Gakkai del Kansai, una scuola di
musica ristrutturata. Alle otto di mattina, nella spaziosa sala riunioni al terzo
piano, guidavo i membri in un Gongyo e un Daimoku ritmici e all'unisono davanti
al Gohonzon che reca l'iscrizione: «La prosperità della grande Legge e
l'adempimento di tutte le preghiere». Poi studiavamo insieme un passo degli
scritti del Daishonin e davamo inizio agli impegni della giornata.
C'è un altro passo, tratto dalla famosa lettera La strategia del Sutra del Loto, che studiavamo frequentemente e di cui ci ripetevamo spesso lo spirito, mentre progredivamo basandoci sugli scritti del Daishonin.
«Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra. Allora "riuscirai [...] a sconfiggere tutti gli altri nemici" (cfr. SDLPE, 394). Queste auree parole non saranno mai contraddette. L'essenza della strategia e dell'arte della spada derivano dalla Legge mistica. Abbi profondamente fede in questo. Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889).
L'unità di "diversi corpi, stessa mente" è la chiave per vincere
Essendo stato informato che Shijo Kingo9 era riuscito a sopravvivere illeso a un attacco dei suoi nemici, il Daishonin lo loda per la sua "consueta prudenza", il suo "coraggio" e la "salda fede nel Sutra del Loto" e in sintesi lo esorta: «Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra» (RSND, 1, 889).
La fede è la base di tutto. Come ci ricorda il Daishonin: «È il cuore che è importante» (Ibidem). Vivendo in quest'epoca corrotta dell'Ultimo giorno della Legge e dovendo lottare in mezzo ai disordini della società è necessario che alla radice di tutte le nostre azioni e strategie vi sia la fede nella Legge mistica.
Ciò non significa che l'unica cosa che dobbiamo fare sia pregare; proprio perché pratichiamo il Buddismo di Nichiren Daishonin è necessario essere sempre vigili per vincere nelle dure realtà del mondo. La "strategia del Sutra del Loto" è ciò che ci consente di farlo. Impariamo e affiniamo l'essenza della "fede per la vittoria assoluta" nelle nostre battaglie nella vita reale e nelle attività per kosen-rufu.
Quando i nostri sforzi a Osaka iniziavano a dare i loro frutti, sorsero attriti fra alcuni responsabili locali e altri che erano stati inviati da Tokyo. Immediatamente feci in modo che leggessimo il passo in cui il Daishonin afferma: «Quando fra le persone prevale lo spirito di "diversi corpi, stessa mente", esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno "stesso corpo e diverse menti" non possono ottenere niente di notevole» (Diversi corpi, stessa mente, RSND, 1, 550), per ricordare a tutti il motivo per cui stavamo lottando e per ribadire il nostro scopo fondamentale. Da allora riuscimmo a unire i nostri cuori, ad armonizzare le nostre attività e ad avanzare di nuovo in perfetta sintonia. All'epoca molti membri impegnati nella campagna si erano uniti solo da poco tempo alla Soka Gakkai, ma ricevevano benefici poiché si erano risvegliati alla loro missione e si impegnavano con gioia. La freschezza della loro convinzione nel potere della fede produsse un'esplosione di gioia e suscitò un'ondata di espansione del nostro movimento in tutto il Kansai. Persone che erano state afflitte dalla povertà e dalla malattia, che avevano sofferto negli abissi della disperazione pensando di non avere alcuna possibilità di diventare felici, acquisirono una nuova prospettiva di vita grazie alla pratica buddista e cominciarono a darsi da fare attivamente nella società.
C'è un altro passo, tratto dalla famosa lettera La strategia del Sutra del Loto, che studiavamo frequentemente e di cui ci ripetevamo spesso lo spirito, mentre progredivamo basandoci sugli scritti del Daishonin.
«Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra. Allora "riuscirai [...] a sconfiggere tutti gli altri nemici" (cfr. SDLPE, 394). Queste auree parole non saranno mai contraddette. L'essenza della strategia e dell'arte della spada derivano dalla Legge mistica. Abbi profondamente fede in questo. Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889).
L'unità di "diversi corpi, stessa mente" è la chiave per vincere
Essendo stato informato che Shijo Kingo9 era riuscito a sopravvivere illeso a un attacco dei suoi nemici, il Daishonin lo loda per la sua "consueta prudenza", il suo "coraggio" e la "salda fede nel Sutra del Loto" e in sintesi lo esorta: «Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra» (RSND, 1, 889).
La fede è la base di tutto. Come ci ricorda il Daishonin: «È il cuore che è importante» (Ibidem). Vivendo in quest'epoca corrotta dell'Ultimo giorno della Legge e dovendo lottare in mezzo ai disordini della società è necessario che alla radice di tutte le nostre azioni e strategie vi sia la fede nella Legge mistica.
Ciò non significa che l'unica cosa che dobbiamo fare sia pregare; proprio perché pratichiamo il Buddismo di Nichiren Daishonin è necessario essere sempre vigili per vincere nelle dure realtà del mondo. La "strategia del Sutra del Loto" è ciò che ci consente di farlo. Impariamo e affiniamo l'essenza della "fede per la vittoria assoluta" nelle nostre battaglie nella vita reale e nelle attività per kosen-rufu.
Quando i nostri sforzi a Osaka iniziavano a dare i loro frutti, sorsero attriti fra alcuni responsabili locali e altri che erano stati inviati da Tokyo. Immediatamente feci in modo che leggessimo il passo in cui il Daishonin afferma: «Quando fra le persone prevale lo spirito di "diversi corpi, stessa mente", esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno "stesso corpo e diverse menti" non possono ottenere niente di notevole» (Diversi corpi, stessa mente, RSND, 1, 550), per ricordare a tutti il motivo per cui stavamo lottando e per ribadire il nostro scopo fondamentale. Da allora riuscimmo a unire i nostri cuori, ad armonizzare le nostre attività e ad avanzare di nuovo in perfetta sintonia. All'epoca molti membri impegnati nella campagna si erano uniti solo da poco tempo alla Soka Gakkai, ma ricevevano benefici poiché si erano risvegliati alla loro missione e si impegnavano con gioia. La freschezza della loro convinzione nel potere della fede produsse un'esplosione di gioia e suscitò un'ondata di espansione del nostro movimento in tutto il Kansai. Persone che erano state afflitte dalla povertà e dalla malattia, che avevano sofferto negli abissi della disperazione pensando di non avere alcuna possibilità di diventare felici, acquisirono una nuova prospettiva di vita grazie alla pratica buddista e cominciarono a darsi da fare attivamente nella società.
Le azioni gioiose dei Bodhisattva della Terra sconfiggono i tre ostacoli e i quattro demoni
Coloro che detenevano il potere cominciarono ad avere paura e iniziarono a complottare per schiacciare sul nascere questo movimento di persone comuni. Diversi membri furono arrestati con false accuse e trattenuti per gli interrogatori, e ciò suscitò un'accesa e delirante campagna mediatica. Mentre lo shock per questi fatti si diffondeva nell'organizzazione, incoraggiai i membri leggendo loro vari passi degli scritti del Daishonin fra cui: «Chi sostiene questo Sutra del Loto dovrebbe sostenerlo sapendo che incontrerà difficoltà» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 114, 49-50) e «In quel momento i tre ostacoli e i quattro
demoni10 invariabilmente appariranno: il saggio si rallegrerà, mentre lo stolto indietreggerà» (I tre ostacoli e i quattro demoni, RSND, 1, 568). Feci notare che l'apparizione dei tre ostacoli e dei quattro demoni segnava una svolta decisiva che avrebbe dimostrato chi era saggio e chi stupido, aggiungendo che l'insegnamento corretto del Buddismo del Daishonin, la fede corretta nella Legge mistica, alla fine avrebbe sicuramente trionfato.
I membri del Kansai videro queste funzioni demoniache per ciò che erano realmente e con un "cuore del re leone" si lanciarono in una fiera controffensiva a velocità supersonica. Cominciarono una campagna di coraggiosi dialoghi basati sugli scritti del Daishonin, una battaglia di parole per la verità, per
sconfiggere i "tre potenti nemici".11
Diffondendo senza sosta il nostro messaggio e battendosi al massimo, nel maggio del 1956 i membri del Capitolo Osaka realizzarono l'aureo e indelebile risultato di 11.111 nuove famiglie convertite in un solo mese. Questa notevole svolta fu una vittoria di tutti i membri del Kansai, compresi quelli della prefettura di Hyogo (di cui Kobe è capitale), che lavorarono insieme nella perfetta unità di "diversi corpi, stessa mente".
Il Buddismo di Nichiren Daishonin esiste per realizzare kosen-rufu, per l'ampia diffusione della Legge mistica. Al centro della fede dei membri della SGI c'è la convinzione, la palpitante consapevolezza di essere Bodhisattva della Terra; per questo motivo ripetevo spesso ai membri del Kansai quanto fossero infinitamente degni di rispetto e quanto fosse profonda la loro missione. Uno degli scritti del Daishonin che citavo a quel tempo era Sui quattro stadi della
fede e i cinque stadi della pratica.12
«Domanda: Quando i tuoi discepoli senza alcuna comprensione
semplicemente recitano con la bocca le parole Nam-myoho-renge-kyo, che
livello di conseguimento raggiungono?
Risposta: [...] Imploro le persone di questo paese: non guardate i miei discepoli dall'alto in basso! Se indagate sul loro passato scoprirete che erano grandi bodhisattva che hanno fatto offerte al Budda per un periodo di ottocentomila milioni di kalpa e che hanno praticato sotto la guida di
tanti Budda quante le sabbie dei fiumi Hiranyavati13 e Gange. E se parliamo del futuro saranno dotati dei benefici della cinquantesima
persona [che gioisce udendo il Sutra del Loto]14 che superano quelli di chi fa offerte a innumerevoli esseri viventi per un periodo di ottant'anni [cfr. SDLPE, cap. 18]. Sono come un imperatore in fasce o un grande drago appena nato. Non disprezzateli! Non disprezzateli!» (Sui quattro stadi della fede e i cinque stadi della pratica, RSND, 1, 701-702).
La nobile condizione di chi abbraccia la Legge mistica
Mentre era in prigione, Josei Toda si risvegliò alla sua identità di Bodhisattva della Terra. Era assolutamente convinto che anche tutti i membri che si assumevano la missione di propagare la Legge mistica lo fossero. Citava spesso questo scritto del Daishonin per sottolineare quanto fossero importanti i membri della Soka Gakkai dal punto di vista del Buddismo e per affermare la loro nobile condizione.
Subito prima di essere nominato secondo presidente della Soka Gakkai, Toda si impegnò anima e corpo nel tenere lezioni sullo scritto Sui quattro stadi della fede e i cinque stadi della pratica per i membri della Divisione giovani.
Ci diceva che pur essendo poveri, con tanti problemi e privi di qualsiasi posizione sociale, il fatto stesso che praticassimo la Legge mistica significava che eravamo grandi bodhisattva che avevano fatto offerte a infiniti Budda nel corso di molti lunghi eoni. Avevamo risvegliato la fede nella Legge attraverso gli insegnamenti di tanti Budda quanti sono i granelli di sabbia dei fiumi Hiranyavati e Gange e condividevamo profondi legami karmici. E di conseguenza - ci assicurava Toda - eravamo Bodhisattva della Terra.
Come grandi bodhisattva che fecero un voto nel remoto passato, abbiamo scelto volontariamente di nascere nell'Ultimo giorno della Legge, di immergerci in questo mondo e impegnarci a realizzare la nostra felicità e quella degli altri. Nessuno è più nobile, più onorevole o dotato di maggior fortuna e benefici.
Per questo il Daishonin affermava: «Non disprezzateli! Non disprezzateli!», ammonendo il popolo del Giappone a non mancare di rispetto ai suoi discepoli. E Toda ripeteva sempre questo stesso accorato messaggio.
Nel Kansai, come il mio maestro mi aveva insegnato, sottolineai ripetutamente che eravamo compagni uniti da un legame karmico che si erano radunati per adempiere il loro voto formulato nel remoto passato, e questo messaggio toccò profondamente il cuore dei membri.
Risposta: [...] Imploro le persone di questo paese: non guardate i miei discepoli dall'alto in basso! Se indagate sul loro passato scoprirete che erano grandi bodhisattva che hanno fatto offerte al Budda per un periodo di ottocentomila milioni di kalpa e che hanno praticato sotto la guida di
tanti Budda quante le sabbie dei fiumi Hiranyavati13 e Gange. E se parliamo del futuro saranno dotati dei benefici della cinquantesima
persona [che gioisce udendo il Sutra del Loto]14 che superano quelli di chi fa offerte a innumerevoli esseri viventi per un periodo di ottant'anni [cfr. SDLPE, cap. 18]. Sono come un imperatore in fasce o un grande drago appena nato. Non disprezzateli! Non disprezzateli!» (Sui quattro stadi della fede e i cinque stadi della pratica, RSND, 1, 701-702).
La nobile condizione di chi abbraccia la Legge mistica
Mentre era in prigione, Josei Toda si risvegliò alla sua identità di Bodhisattva della Terra. Era assolutamente convinto che anche tutti i membri che si assumevano la missione di propagare la Legge mistica lo fossero. Citava spesso questo scritto del Daishonin per sottolineare quanto fossero importanti i membri della Soka Gakkai dal punto di vista del Buddismo e per affermare la loro nobile condizione.
Subito prima di essere nominato secondo presidente della Soka Gakkai, Toda si impegnò anima e corpo nel tenere lezioni sullo scritto Sui quattro stadi della fede e i cinque stadi della pratica per i membri della Divisione giovani.
Ci diceva che pur essendo poveri, con tanti problemi e privi di qualsiasi posizione sociale, il fatto stesso che praticassimo la Legge mistica significava che eravamo grandi bodhisattva che avevano fatto offerte a infiniti Budda nel corso di molti lunghi eoni. Avevamo risvegliato la fede nella Legge attraverso gli insegnamenti di tanti Budda quanti sono i granelli di sabbia dei fiumi Hiranyavati e Gange e condividevamo profondi legami karmici. E di conseguenza - ci assicurava Toda - eravamo Bodhisattva della Terra.
Come grandi bodhisattva che fecero un voto nel remoto passato, abbiamo scelto volontariamente di nascere nell'Ultimo giorno della Legge, di immergerci in questo mondo e impegnarci a realizzare la nostra felicità e quella degli altri. Nessuno è più nobile, più onorevole o dotato di maggior fortuna e benefici.
Per questo il Daishonin affermava: «Non disprezzateli! Non disprezzateli!», ammonendo il popolo del Giappone a non mancare di rispetto ai suoi discepoli. E Toda ripeteva sempre questo stesso accorato messaggio.
Nel Kansai, come il mio maestro mi aveva insegnato, sottolineai ripetutamente che eravamo compagni uniti da un legame karmico che si erano radunati per adempiere il loro voto formulato nel remoto passato, e questo messaggio toccò profondamente il cuore dei membri.
Essi si alzarono con un impeto inarrestabile, impazienti di fare del proprio meglio
e di mettersi in moto, pieni del coraggio di lanciarsi nelle sfide e nelle lotte più
ardue.
C'è un altro scritto del Daishonin che i membri del Kansai e io abbiamo inciso nei nostri cuori in un momento critico della Campagna di Osaka, nel punto più difficile della scalata verso la nostra nobile meta. Si tratta di Risposta a Yasaburo.
«Sii preparato e determinato: non esitare a rinunciare al tuo feudo, non pensare a tua moglie e ai tuoi bambini e non dipendere dagli altri. Devi unicamente decidere. Osserva il mondo di quest'anno come uno specchio. Dal momento che molti sono morti, il fatto che tu sia sopravvissuto fino a ora è perché tu possa affrontare questa prova. È qui che attraverserai il
fiume Uji. È qui che attraverserai il Seta.15 Questo evento deciderà se farai onore o recherai disgrazia al tuo nome. A questo ci si riferisce quando si dice che la forma umana è difficile da ottenere e che il Sutra del Loto è difficile da credere» (Risposta a Yasaburo, RSND, 1, 735).
La determinazione di «affrontare questa prova»
Per qualche ragione Yasaburo, un discepolo laico del Daishonin, era stato mandato a un dibattito con un prete nembutsu. In questa lettera il Daishonin gli dà istruzioni dettagliate sull'atteggiamento da tenere e su cosa dire. Il passo citato si trova verso la fine della lettera.
Il Daishonin dice a Yasaburo: «Devi unicamente decidere». Una volta che abbiamo deciso di impegnarci in una sfida dobbiamo affrontarla con la determinazione di vincere. Davanti a un avversario è facile essere sconfitti dalla propria debolezza interiore: il primo passo è superare le funzioni negative interne. Ma allo stesso tempo il coraggio è diverso dalla sconsideratezza: il vero coraggio consiste nel guardare in faccia la realtà. In questo modo si capisce chiaramente ciò che va fatto.
I fiumi Uji e Seta furono famosi campi di battaglia, teatro di feroci scontri durante
la guerra fra i clan Minamoto e Taira16 e nel Tumulto di Jokyu del 1221.17 Furono luoghi in cui guerrieri coraggiosi si fronteggiarono nel disperato tentativo di assicurarsi la vittoria. Allo stesso modo, nel progresso di kosen-rufu ci sono momenti critici che decidono la vittoria o la sconfitta.
Quando citavo le parole «il fatto che tu sia sopravvissuto fino a ora è perché tu possa affrontare questa prova», il cuore dei membri della famiglia Soka del Kansai ardeva di coraggio, perché comprendevano che tutti gli sforzi che avevano compiuto fino a quel momento erano serviti a raggiungere una vittoria decisiva nell'impresa che avevano di fronte.
Come siamo fortunati a poter partecipare a una lotta nella quale possiamo impegnarci con tutto il cuore, senza risparmiarci. Incontriamo sfide anche nella nostra vita personale, e lo sforzo di portare avanti la nostra rivoluzione umana non è in alcun modo separato dalla lotta per kosen-rufu.
C'è un altro scritto del Daishonin che i membri del Kansai e io abbiamo inciso nei nostri cuori in un momento critico della Campagna di Osaka, nel punto più difficile della scalata verso la nostra nobile meta. Si tratta di Risposta a Yasaburo.
«Sii preparato e determinato: non esitare a rinunciare al tuo feudo, non pensare a tua moglie e ai tuoi bambini e non dipendere dagli altri. Devi unicamente decidere. Osserva il mondo di quest'anno come uno specchio. Dal momento che molti sono morti, il fatto che tu sia sopravvissuto fino a ora è perché tu possa affrontare questa prova. È qui che attraverserai il
fiume Uji. È qui che attraverserai il Seta.15 Questo evento deciderà se farai onore o recherai disgrazia al tuo nome. A questo ci si riferisce quando si dice che la forma umana è difficile da ottenere e che il Sutra del Loto è difficile da credere» (Risposta a Yasaburo, RSND, 1, 735).
La determinazione di «affrontare questa prova»
Per qualche ragione Yasaburo, un discepolo laico del Daishonin, era stato mandato a un dibattito con un prete nembutsu. In questa lettera il Daishonin gli dà istruzioni dettagliate sull'atteggiamento da tenere e su cosa dire. Il passo citato si trova verso la fine della lettera.
Il Daishonin dice a Yasaburo: «Devi unicamente decidere». Una volta che abbiamo deciso di impegnarci in una sfida dobbiamo affrontarla con la determinazione di vincere. Davanti a un avversario è facile essere sconfitti dalla propria debolezza interiore: il primo passo è superare le funzioni negative interne. Ma allo stesso tempo il coraggio è diverso dalla sconsideratezza: il vero coraggio consiste nel guardare in faccia la realtà. In questo modo si capisce chiaramente ciò che va fatto.
I fiumi Uji e Seta furono famosi campi di battaglia, teatro di feroci scontri durante
la guerra fra i clan Minamoto e Taira16 e nel Tumulto di Jokyu del 1221.17 Furono luoghi in cui guerrieri coraggiosi si fronteggiarono nel disperato tentativo di assicurarsi la vittoria. Allo stesso modo, nel progresso di kosen-rufu ci sono momenti critici che decidono la vittoria o la sconfitta.
Quando citavo le parole «il fatto che tu sia sopravvissuto fino a ora è perché tu possa affrontare questa prova», il cuore dei membri della famiglia Soka del Kansai ardeva di coraggio, perché comprendevano che tutti gli sforzi che avevano compiuto fino a quel momento erano serviti a raggiungere una vittoria decisiva nell'impresa che avevano di fronte.
Come siamo fortunati a poter partecipare a una lotta nella quale possiamo impegnarci con tutto il cuore, senza risparmiarci. Incontriamo sfide anche nella nostra vita personale, e lo sforzo di portare avanti la nostra rivoluzione umana non è in alcun modo separato dalla lotta per kosen-rufu.
Noi ci impegniamo a vincere ognuna di queste battaglie insieme ai compagni di
fede della Soka Gakkai, dedicando i preziosi istanti della nostra esistenza al
Buddismo e alla società. Questi sforzi ci permettono di sviluppare uno stato
vitale di felicità incrollabile e di aiutare gli altri a fare lo stesso, impiegando la vita
per creare un mondo pacifico attraverso i principi umanistici del Buddismo di
Nichiren Daishonin.
Ottenendo una vittoria decisiva grazie ai nostri sforzi congiunti, condividendo gioie e difficoltà, i membri del Kansai e io conseguimmo uno storico trionfo della gente comune che lasciò a bocca aperta tutto il Giappone; avevamo realizzato ciò che tutti ritenevano impossibile.
Fu anche il punto di partenza per la vittoria nella rivoluzione umana di ogni singolo membro, la dimostrazione tangibile di come si può raggiungere qualcosa che sembra impossibile.
Siamo riusciti a dimostrare palesemente a tutti il grande potere delle persone che si impegnano nella lotta condivisa di maestro e discepolo per kosen-rufu.
Lo spirito del "Kansai sempre vittorioso" è stato ereditato dai membri che stanno espandendo in tutto il globo il nostro movimento per kosen-rufu mondiale.
Traiamo ispirazione dal ruggito del leone del Daishonin per la vittoria assoluta
Basarsi sugli scritti del Daishonin è la "strategia del Sutra del Loto" per la vittoria assoluta, è il grande sentiero della non dualità di maestro e discepoli, nel quale avanziamo con il ruggito del leone - le parole potenti del Daishonin - che risuona nelle profondità della nostra vita.
Il crescente numero di persone che nel mondo basa la propria vita sugli scritti di Nichiren Daishonin è segno che l'umanesimo buddista si sta davvero espandendo.
Come individui che praticano questo Buddismo dedichiamoci a dimostrare il potenziale senza limiti della nostra vita. Lasciamo una testimonianza delle nostre vittorie personali e del nostro impegno in questa nobile missione. Un gioioso canto di trionfo sta cominciando a risuonare in tutto il Giappone e nel mondo intero. Annunciamo l'alba di un'era di speranza, abbracciando con fierezza la filosofia e gli ideali Soka!
SECONDA PARTE - NEL NOSTRO CUORE RISUONA IL RUGGITO DEL LEONE DELLA LOTTA CONDIVISA
Da giovane leggevo avidamente le opere del grande scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910), che formulò questa acuta osservazione: «La vita di una persona è determinata dai suoi pensieri».18
Ottenendo una vittoria decisiva grazie ai nostri sforzi congiunti, condividendo gioie e difficoltà, i membri del Kansai e io conseguimmo uno storico trionfo della gente comune che lasciò a bocca aperta tutto il Giappone; avevamo realizzato ciò che tutti ritenevano impossibile.
Fu anche il punto di partenza per la vittoria nella rivoluzione umana di ogni singolo membro, la dimostrazione tangibile di come si può raggiungere qualcosa che sembra impossibile.
Siamo riusciti a dimostrare palesemente a tutti il grande potere delle persone che si impegnano nella lotta condivisa di maestro e discepolo per kosen-rufu.
Lo spirito del "Kansai sempre vittorioso" è stato ereditato dai membri che stanno espandendo in tutto il globo il nostro movimento per kosen-rufu mondiale.
Traiamo ispirazione dal ruggito del leone del Daishonin per la vittoria assoluta
Basarsi sugli scritti del Daishonin è la "strategia del Sutra del Loto" per la vittoria assoluta, è il grande sentiero della non dualità di maestro e discepoli, nel quale avanziamo con il ruggito del leone - le parole potenti del Daishonin - che risuona nelle profondità della nostra vita.
Il crescente numero di persone che nel mondo basa la propria vita sugli scritti di Nichiren Daishonin è segno che l'umanesimo buddista si sta davvero espandendo.
Come individui che praticano questo Buddismo dedichiamoci a dimostrare il potenziale senza limiti della nostra vita. Lasciamo una testimonianza delle nostre vittorie personali e del nostro impegno in questa nobile missione. Un gioioso canto di trionfo sta cominciando a risuonare in tutto il Giappone e nel mondo intero. Annunciamo l'alba di un'era di speranza, abbracciando con fierezza la filosofia e gli ideali Soka!
SECONDA PARTE - NEL NOSTRO CUORE RISUONA IL RUGGITO DEL LEONE DELLA LOTTA CONDIVISA
Da giovane leggevo avidamente le opere del grande scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910), che formulò questa acuta osservazione: «La vita di una persona è determinata dai suoi pensieri».18
Tolstoj faceva notare che proprio come «enormi querce crescono dalle ghiande»,
il pensiero ha un potere immenso che «determina questa o quell'azione di un
individuo e di milioni di individui».19 Disse che «la nostra vita è buona o cattiva a
seconda dei pensieri che abbiamo».20 Per questo dobbiamo prestare la massima attenzione al pensiero, cioè alla filosofia, che guida la nostra vita.
Per noi ciò significa basare la vita sulla Legge mistica. Fare del supremo insegnamento buddista il nostro fondamento ci permette di vincere nella vita. Noi continuiamo a sfidarci e ad avanzare con forte fede portati dalle "due ruote" della pratica e dello studio. Lo studio orientato alla pratica è la tradizione della Soka Gakkai e fede significa basarsi sul Gosho, gli scritti di Nichiren Daishonin.
Gli scritti del Daishonin sono una fonte di speranza, coraggio e vittoria
Poco dopo la nomina del mio maestro Josei Toda a secondo presidente della Soka Gakkai, nel maggio 1951, con la quale egli diede inizio a un processo di sviluppo senza precedenti del nostro movimento di kosen-rufu, io annotai sul mio diario la determinazione di seguire le sue orme come discepolo diretto:
«La vera Legge: comprendiamola in profondità!
La vera Legge: diffondiamola ampiamente!
La vera Legge: applichiamola con forza nella nostra vita quotidiana! La vera Legge: lodiamola al massimo!
La vera Legge: lasciamola fluire pura nella profondità della nostra vita!».21
Scrissi queste parole dopo aver ascoltato una lezione di Toda sullo scritto del Daishonin Lettera da Sado (26 maggio 1951).
Ho avuto la fortuna di seguire moltissime lezioni di Gosho del mio maestro, assorbendo ogni parola che diceva e cercando di imprimerla nella mia vita. Molte volte le sue lezioni piene d'intensità mi hanno toccato profondamente e mi ha sempre colpito il debito di gratitudine che noi praticanti abbiamo nei confronti del Buddismo.
Ascoltare le lezioni di Toda mi ha ogni volta ispirato a studiare ancora per conto mio. Quando tornavo a casa la sera tardi, dopo le attività della Gakkai, malgrado fossi stanco mi spronavo a leggere il Gosho. Anche una sola pagina inondava il mio cuore di una luce di speranza, mi sentivo pieno di coraggio per affrontare nuove imprese e sentivo sorgere in me la forza per vincere anche il giorno dopo. A volte copiavo nel mio diario i passi del Gosho che mi avevano colpito e, nel corso delle lotte che conducevamo insieme, leggevo il Gosho con membri anziani e compagni di fede.
Poiché come discepolo ero stato formato in maniera mirabile dalle lezioni di Gosho del mio impareggiabile maestro Toda, mi preparavo anch'io con grande serietà per ogni lezione che avrei tenuto e ho sempre cercato di dare incoraggiamenti e guide personali basati sugli scritti del Daishonin. Quando parlavo con i membri, in Giappone e in giro per il mondo, facevo sempre riferimento al Gosho e condividevo con loro i principi umanistici del Buddismo. Anche oggi continuo a tenere le mie lezioni, deciso a tracciare un cammino nella nuova era di kosen-rufu mondiale basato sugli scritti del Daishonin.
individuo e di milioni di individui».19 Disse che «la nostra vita è buona o cattiva a
seconda dei pensieri che abbiamo».20 Per questo dobbiamo prestare la massima attenzione al pensiero, cioè alla filosofia, che guida la nostra vita.
Per noi ciò significa basare la vita sulla Legge mistica. Fare del supremo insegnamento buddista il nostro fondamento ci permette di vincere nella vita. Noi continuiamo a sfidarci e ad avanzare con forte fede portati dalle "due ruote" della pratica e dello studio. Lo studio orientato alla pratica è la tradizione della Soka Gakkai e fede significa basarsi sul Gosho, gli scritti di Nichiren Daishonin.
Gli scritti del Daishonin sono una fonte di speranza, coraggio e vittoria
Poco dopo la nomina del mio maestro Josei Toda a secondo presidente della Soka Gakkai, nel maggio 1951, con la quale egli diede inizio a un processo di sviluppo senza precedenti del nostro movimento di kosen-rufu, io annotai sul mio diario la determinazione di seguire le sue orme come discepolo diretto:
«La vera Legge: comprendiamola in profondità!
La vera Legge: diffondiamola ampiamente!
La vera Legge: applichiamola con forza nella nostra vita quotidiana! La vera Legge: lodiamola al massimo!
La vera Legge: lasciamola fluire pura nella profondità della nostra vita!».21
Scrissi queste parole dopo aver ascoltato una lezione di Toda sullo scritto del Daishonin Lettera da Sado (26 maggio 1951).
Ho avuto la fortuna di seguire moltissime lezioni di Gosho del mio maestro, assorbendo ogni parola che diceva e cercando di imprimerla nella mia vita. Molte volte le sue lezioni piene d'intensità mi hanno toccato profondamente e mi ha sempre colpito il debito di gratitudine che noi praticanti abbiamo nei confronti del Buddismo.
Ascoltare le lezioni di Toda mi ha ogni volta ispirato a studiare ancora per conto mio. Quando tornavo a casa la sera tardi, dopo le attività della Gakkai, malgrado fossi stanco mi spronavo a leggere il Gosho. Anche una sola pagina inondava il mio cuore di una luce di speranza, mi sentivo pieno di coraggio per affrontare nuove imprese e sentivo sorgere in me la forza per vincere anche il giorno dopo. A volte copiavo nel mio diario i passi del Gosho che mi avevano colpito e, nel corso delle lotte che conducevamo insieme, leggevo il Gosho con membri anziani e compagni di fede.
Poiché come discepolo ero stato formato in maniera mirabile dalle lezioni di Gosho del mio impareggiabile maestro Toda, mi preparavo anch'io con grande serietà per ogni lezione che avrei tenuto e ho sempre cercato di dare incoraggiamenti e guide personali basati sugli scritti del Daishonin. Quando parlavo con i membri, in Giappone e in giro per il mondo, facevo sempre riferimento al Gosho e condividevo con loro i principi umanistici del Buddismo. Anche oggi continuo a tenere le mie lezioni, deciso a tracciare un cammino nella nuova era di kosen-rufu mondiale basato sugli scritti del Daishonin.
Le lezioni nel Tohoku a luglio, il mese in cui venne fondata la Divisione giovani
Luglio, il mese dei giovani, è anche il mese della vittoria di maestro e discepolo. Questo perché nel luglio del 1951, solo due mesi prima della nomina a presidente del mio maestro, furono fondate le Divisioni giovani uomini e giovani donne, i cui membri hanno una missione profonda come successori del nostro movimento.
«Sta tutto ai discepoli!». Con questa ardente determinazione, unito nel cuore al mio maestro, con tutta l'energia e l'entusiasmo di quel periodo - che aveva visto la fondazione della Divisione giovani uomini l'11 luglio e giovani donne il 19 - mi recai per la prima volta nella prefettura di Miyagi, nella regione del Tohoku (14-15 luglio). Ero stato inviato, insieme a diversi responsabili anziani, a tenere lezioni di Gosho per i membri. Gli scritti di cui parlai furono Risposta alla monaca laica Nichigon e Lettera da Sado.
Oltre a essere un responsabile di gruppo della Divisione giovani, facevo parte anche del Dipartimento lezioni di Gosho (antesignano del Dipartimento di studio), per il quale mi ero qualificato come assistente istruttore. Nel Dipartimento lezioni di Gosho c'erano ventiquattro membri e quattro livelli: assistente istruttore, istruttore, assistente professore e professore.
Il primo settembre 1951 il Dipartimento lezioni di Gosho fu rinominato Dipartimento di studio e ai suoi membri venne assegnato il compito di tenere lezioni di Gosho ai livelli di capitolo e settore.
Toda istruiva direttamente e severamente i membri di questo gruppo. Ci diceva: «Non siate arroganti, ma siate grati di avere l'opportunità di tenere lezioni sul Buddismo del Daishonin e del fatto che ci sono membri che vi ascoltano». Diceva anche: «Fate lezione con fiducia in voi stessi, come se parlaste a nome mio». Così ci insegnava che le lezioni di Gosho sono una solenne lotta condivisa di maestro e discepolo.
Le lezioni di Gosho a Kawagoe, Saitama
Il primo settore a cui fui assegnato per le lezioni di Gosho, come membro del Dipartimento di studio, fu quello di Kawagoe, nel capitolo Shiki della prefettura di Saitama, un luogo a me molto caro.
Dal 25 settembre 1951 fino all'inizio del 1953 intrapresi regolarmente lunghi viaggi per tenere quelle lezioni. Dopo il lavoro correvo a prendere il treno della linea Tobu-Tojo che partiva da Ikebukuro, a Tokyo, passava da Wako, Asaka, Niiza, Shiki, Fujimi, Fujimino e altre località della zona di Saitama, per giungere a Kawagoe. Ricordo che lì tenni in tutto circa dieci lezioni.
Studiammo più di dodici scritti fra cui: Le persecuzioni che colpiscono il santo,
La pratica dell'insegnamento del Budda, L'eredità della Legge fondamentale
della vita, Il reale aspetto del Gohonzon e Lettera da Teradomari.
I certificati di frequenza delle lezioni erano firmati dal "presidente della Soka Gakkai Josei Toda" e recavano il suo sigillo. Riportavano anche il titolo del particolare scritto che avevamo studiato, il nome di chi aveva tenuto la lezione e il settore o il capitolo in cui si era svolta. Alla fine di ogni lezione ogni partecipante ne riceveva uno. La consegna dei quei certificati era un segno di quanto seriamente il presidente Toda considerasse le lezioni di Gosho.
I molti scritti del Daishonin che studiammo a Kawagoe ispirarono i membri a sviluppare la fede e ad agire come pionieri di kosen-rufu. Vorrei soffermarmi in particolare su due di essi: Risposta alla monaca laica Nichigon e Lettera da Sado.
«Ho collocato davanti al Sutra del Loto la petizione scritta in data ottavo giorno dell'undicesimo mese [8 novembre] del terzo anno di Koan (1280), nella quale esprimevi la tua preghiera, insieme alle offerte di mille monete e di una veste sfoderata fatta di fibra di corteccia, e ho parlato di questo agli dèi del sole e della luna. Dopo di che le supposizioni arbitrarie [su come andranno le cose] non servono: se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede. Non è assolutamente colpa di Nichiren [se non ottieni risposta].
Quando l'acqua è limpida, la luna vi si riflette. Quando soffia il vento, gli alberi si agitano. La nostra mente è come l'acqua: una fede debole è come l'acqua torbida, una fede risoluta è come l'acqua limpida. Gli alberi sono come i princìpi [buddisti] e il vento che li agita è come la recitazione del
sutra [del Loto]» (Risposta alla monaca laica Nichigon, RSND, 1, 957).22
«Non è assolutamente colpa di Nichiren»
La monaca laica Nichigon era una seguace del Daishonin dalla fede forte e costante. Gli aveva inviato, insieme a numerose offerte, una petizione scritta in cui esprimeva una preghiera. Doveva avere un desiderio sincero che sperava di realizzare e così lo aveva messo per iscritto e inviato al Daishonin.
Egli le assicura di aver collocato la sua richiesta davanti al Gohonzon e di aver pregato affinché ottenesse risposta. Tuttavia aggiunge: «Se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede. Non è assolutamente colpa di Nichiren [se non ottieni risposta]».
È un insegnamento molto importante sull'atteggiamento che dovremmo avere nella fede e nella preghiera.
Il Gohonzon è dotato dei poteri incommensurabili e illimitati del Budda e della Legge. Ma è la nostra fede - cioè il potere della fede e quello della pratica - che contano. Sono questi che ci permettono di manifestare concretamente il potere senza limiti della Legge mistica, la Legge fondamentale che permea l'intero universo, di dare prova concreta dei suoi benefici e incarnarla nella nostra vita. La fede nel Buddismo del Daishonin non è passiva o dipendente, una semplice ricerca della felicità grazie ai favori di qualche potere esterno. La fede nella Legge mistica mira a tirar fuori la nostra intrinseca natura di Budda, non ad appellarsi a qualche potere esterno perché faccia qualcosa per noi. Come afferma il Daishonin, «se [...] pensi che la Legge sia al di fuori di te, stai abbracciando non la Legge mistica, ma un insegnamento inferiore» (Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 3). Tutto dipende dalla nostra fede. «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889) dice altrove. Perciò dobbiamo avere una fede indipendente.
I certificati di frequenza delle lezioni erano firmati dal "presidente della Soka Gakkai Josei Toda" e recavano il suo sigillo. Riportavano anche il titolo del particolare scritto che avevamo studiato, il nome di chi aveva tenuto la lezione e il settore o il capitolo in cui si era svolta. Alla fine di ogni lezione ogni partecipante ne riceveva uno. La consegna dei quei certificati era un segno di quanto seriamente il presidente Toda considerasse le lezioni di Gosho.
I molti scritti del Daishonin che studiammo a Kawagoe ispirarono i membri a sviluppare la fede e ad agire come pionieri di kosen-rufu. Vorrei soffermarmi in particolare su due di essi: Risposta alla monaca laica Nichigon e Lettera da Sado.
«Ho collocato davanti al Sutra del Loto la petizione scritta in data ottavo giorno dell'undicesimo mese [8 novembre] del terzo anno di Koan (1280), nella quale esprimevi la tua preghiera, insieme alle offerte di mille monete e di una veste sfoderata fatta di fibra di corteccia, e ho parlato di questo agli dèi del sole e della luna. Dopo di che le supposizioni arbitrarie [su come andranno le cose] non servono: se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede. Non è assolutamente colpa di Nichiren [se non ottieni risposta].
Quando l'acqua è limpida, la luna vi si riflette. Quando soffia il vento, gli alberi si agitano. La nostra mente è come l'acqua: una fede debole è come l'acqua torbida, una fede risoluta è come l'acqua limpida. Gli alberi sono come i princìpi [buddisti] e il vento che li agita è come la recitazione del
sutra [del Loto]» (Risposta alla monaca laica Nichigon, RSND, 1, 957).22
«Non è assolutamente colpa di Nichiren»
La monaca laica Nichigon era una seguace del Daishonin dalla fede forte e costante. Gli aveva inviato, insieme a numerose offerte, una petizione scritta in cui esprimeva una preghiera. Doveva avere un desiderio sincero che sperava di realizzare e così lo aveva messo per iscritto e inviato al Daishonin.
Egli le assicura di aver collocato la sua richiesta davanti al Gohonzon e di aver pregato affinché ottenesse risposta. Tuttavia aggiunge: «Se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede. Non è assolutamente colpa di Nichiren [se non ottieni risposta]».
È un insegnamento molto importante sull'atteggiamento che dovremmo avere nella fede e nella preghiera.
Il Gohonzon è dotato dei poteri incommensurabili e illimitati del Budda e della Legge. Ma è la nostra fede - cioè il potere della fede e quello della pratica - che contano. Sono questi che ci permettono di manifestare concretamente il potere senza limiti della Legge mistica, la Legge fondamentale che permea l'intero universo, di dare prova concreta dei suoi benefici e incarnarla nella nostra vita. La fede nel Buddismo del Daishonin non è passiva o dipendente, una semplice ricerca della felicità grazie ai favori di qualche potere esterno. La fede nella Legge mistica mira a tirar fuori la nostra intrinseca natura di Budda, non ad appellarsi a qualche potere esterno perché faccia qualcosa per noi. Come afferma il Daishonin, «se [...] pensi che la Legge sia al di fuori di te, stai abbracciando non la Legge mistica, ma un insegnamento inferiore» (Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 3). Tutto dipende dalla nostra fede. «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889) dice altrove. Perciò dobbiamo avere una fede indipendente.
È proprio come insegna il Daishonin: «Ma solo la tua fede determinerà tutte
queste cose. Una spada sarà inutile nelle mani di qualcuno che non si sforza di
lottare. La potente spada del Sutra del Loto deve essere brandita da un
coraggioso nella fede. Allora egli sarà forte come un demone armato di una
mazza di ferro» (Risposta a Kyo'o, RSND, 1, 365). Nel Buddismo di Nichiren
Daishonin alzarsi con fede coraggiosa è la base di tutto.
Tutto inizia dalla preghiera
In Risposta alla monaca laica Nichigon il Daishonin paragona il potere del Gohonzon alla luna; la fede debole è come l'acqua fangosa che non riflette la luna, mentre la fede coraggiosa o pura è come l'acqua limpida in cui la luna si riflette luminosa.
Paragona anche i princìpi del Buddismo agli alberi e la pratica della recitazione del Sutra del Loto al vento che li fa muovere. Recitare Nam-myoho-renge-kyo davanti al Gohonzon, per la nostra felicità e quella degli altri, e agire sulla base degli scritti del Daishonin ci aprirà una strada vittoriosa e ricca di benefici, nella quale tutti i nostri desideri saranno realizzati. Ciò è in completo accordo con le parole del Gosho: «Se qualcuno è in grado di far muovere il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, è impossibile che l'erba e gli alberi manchino di rispondere» (La statua del Budda Shakyamuni foggiata da Nichigen-nyo, RSND, 2, 762).
Tutto comincia con la preghiera. Indipendentemente dal tempo o dalle situazioni, avanziamo sempre in modo positivo con una forte preghiera e con una fede pura e coraggiosa, recitando in base al voto per kosen-rufu. Questa è l'essenza della fede per la vittoria assoluta.
Costruiamo una rete di persone capaci in ogni regione
La serie di lezioni che diedi a Kawagoe si concluse nel febbraio 1953. Dopo l'ultima scrissi nel mio diario: «C'erano circa cinquanta persone. Sembra che pian piano sia apparsa tanta gente capace, oltre che persone con un carattere
eccellente».23
Studiare il Gosho produce, sviluppa e forma persone capaci. Nel Gosho pulsa la grande forza vitale del Daishonin, che si batté al massimo come devoto del Sutra del Loto. Nelle lezioni di Gosho sia il relatore sia i partecipanti vengono in contatto con questo stato vitale da leone del Daishonin e così anche il loro stato vitale immancabilmente si espande. Proprio per questo la Soka Gakkai attribuisce tanta importanza alle lezioni di Gosho come incontri per allenare persone capaci.
Tutto inizia dalla preghiera
In Risposta alla monaca laica Nichigon il Daishonin paragona il potere del Gohonzon alla luna; la fede debole è come l'acqua fangosa che non riflette la luna, mentre la fede coraggiosa o pura è come l'acqua limpida in cui la luna si riflette luminosa.
Paragona anche i princìpi del Buddismo agli alberi e la pratica della recitazione del Sutra del Loto al vento che li fa muovere. Recitare Nam-myoho-renge-kyo davanti al Gohonzon, per la nostra felicità e quella degli altri, e agire sulla base degli scritti del Daishonin ci aprirà una strada vittoriosa e ricca di benefici, nella quale tutti i nostri desideri saranno realizzati. Ciò è in completo accordo con le parole del Gosho: «Se qualcuno è in grado di far muovere il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, è impossibile che l'erba e gli alberi manchino di rispondere» (La statua del Budda Shakyamuni foggiata da Nichigen-nyo, RSND, 2, 762).
Tutto comincia con la preghiera. Indipendentemente dal tempo o dalle situazioni, avanziamo sempre in modo positivo con una forte preghiera e con una fede pura e coraggiosa, recitando in base al voto per kosen-rufu. Questa è l'essenza della fede per la vittoria assoluta.
Costruiamo una rete di persone capaci in ogni regione
La serie di lezioni che diedi a Kawagoe si concluse nel febbraio 1953. Dopo l'ultima scrissi nel mio diario: «C'erano circa cinquanta persone. Sembra che pian piano sia apparsa tanta gente capace, oltre che persone con un carattere
eccellente».23
Studiare il Gosho produce, sviluppa e forma persone capaci. Nel Gosho pulsa la grande forza vitale del Daishonin, che si batté al massimo come devoto del Sutra del Loto. Nelle lezioni di Gosho sia il relatore sia i partecipanti vengono in contatto con questo stato vitale da leone del Daishonin e così anche il loro stato vitale immancabilmente si espande. Proprio per questo la Soka Gakkai attribuisce tanta importanza alle lezioni di Gosho come incontri per allenare persone capaci.
Grazie alle lezioni di Kawagoe molti nuovi individui di valore risvegliarono in sé
una convinzione più profonda e una maggiore comprensione della grandezza
degli insegnamenti del Daishonin, cosa che li riempì di rinnovato coraggio.
Verso la fine delle lezioni di Kawagoe iniziai anche una nuova serie di lezioni nel capitolo Tsurumi della prefettura di Kanagawa e, poco dopo, anche nel capitolo Bunkyo di Tokyo. Inoltre, come primo responsabile della neonata Divisione giovani uomini, tenni anche lezioni ai suoi rappresentanti. Così, a partire da Saitama, continuai a espandere la rete di persone capaci che agiscono sulla base del Gosho a Kanagawa, a Tokyo e nella Divisione giovani. Tutti quegli sforzi costanti e perseveranti contribuirono anche alla vittoria che ottenemmo, poco tempo dopo, nella Campagna di Osaka del 1956, dove le lezioni di Gosho della mattina presto furono il motore delle nostre attività quotidiane.
Lettera da Sado: un appello a lottare nuovamente insieme
A Kawagoe tenni due lezioni su Lettera da Sado, la prima e l'ultima. Questa lettera, che sottolinea l'importanza di avere il "cuore del re leone", fu inviata dal Daishonin a tutti i discepoli dal forte spirito di ricerca che si stavano impegnando nella fede al suo fianco in mezzo a grandi difficoltà. Infatti inizia così: «Questa lettera è indirizzata a Toki [Jonin], ma deve essere mostrata [...] agli altri miei discepoli» (RSND, 1, 266) e [nel poscritto] si legge: «Se anche una
sola persona non avesse mie notizie, potrebbe risentirsi» (RSND, 1, 272).24 Mentre lottavo con il mio maestro per intraprendere una nuova fase di sviluppo del nostro movimento, dopo aver superato insieme gravi ostacoli, incisi nella mia vita vari passi di Lettera da Sado che furono per me fonte di profonda forza e ispirazione spirituale. Mi impegnai con tutto il cuore nelle lezioni su questo scritto, animato dal sincero desiderio di trasmettereai compagni di fede di Saitama lo spirito di maestro e discepolo che esso insegna.
Nel 1271 il Daishonin fu quasi decapitato nella persecuzione di Tatsunokuchi e in seguito esiliato sull'isola di Sado. Molti dei suoi discepoli reagirono a questi eventi abbandonando la fede e alcuni criticarono perfino il maestro che stava propagando la Legge mistica con coraggio.
In Lettera da Sado il Daishonin dissolve l'oscurità della paura e del dubbio che aveva messo radici nel cuore dei discepoli e forgia legami autentici con quei discepoli che, come lui, avevano il "cuore del re leone" e non si erano fatti sconfiggere neppure dalle persecuzioni più aspre.
Ogni volta che leggo Lettera da Sado rimango colpito dalla compassione del Daishonin, che è severa e al tempo stesso piena di calore.
Verso la fine delle lezioni di Kawagoe iniziai anche una nuova serie di lezioni nel capitolo Tsurumi della prefettura di Kanagawa e, poco dopo, anche nel capitolo Bunkyo di Tokyo. Inoltre, come primo responsabile della neonata Divisione giovani uomini, tenni anche lezioni ai suoi rappresentanti. Così, a partire da Saitama, continuai a espandere la rete di persone capaci che agiscono sulla base del Gosho a Kanagawa, a Tokyo e nella Divisione giovani. Tutti quegli sforzi costanti e perseveranti contribuirono anche alla vittoria che ottenemmo, poco tempo dopo, nella Campagna di Osaka del 1956, dove le lezioni di Gosho della mattina presto furono il motore delle nostre attività quotidiane.
Lettera da Sado: un appello a lottare nuovamente insieme
A Kawagoe tenni due lezioni su Lettera da Sado, la prima e l'ultima. Questa lettera, che sottolinea l'importanza di avere il "cuore del re leone", fu inviata dal Daishonin a tutti i discepoli dal forte spirito di ricerca che si stavano impegnando nella fede al suo fianco in mezzo a grandi difficoltà. Infatti inizia così: «Questa lettera è indirizzata a Toki [Jonin], ma deve essere mostrata [...] agli altri miei discepoli» (RSND, 1, 266) e [nel poscritto] si legge: «Se anche una
sola persona non avesse mie notizie, potrebbe risentirsi» (RSND, 1, 272).24 Mentre lottavo con il mio maestro per intraprendere una nuova fase di sviluppo del nostro movimento, dopo aver superato insieme gravi ostacoli, incisi nella mia vita vari passi di Lettera da Sado che furono per me fonte di profonda forza e ispirazione spirituale. Mi impegnai con tutto il cuore nelle lezioni su questo scritto, animato dal sincero desiderio di trasmettereai compagni di fede di Saitama lo spirito di maestro e discepolo che esso insegna.
Nel 1271 il Daishonin fu quasi decapitato nella persecuzione di Tatsunokuchi e in seguito esiliato sull'isola di Sado. Molti dei suoi discepoli reagirono a questi eventi abbandonando la fede e alcuni criticarono perfino il maestro che stava propagando la Legge mistica con coraggio.
In Lettera da Sado il Daishonin dissolve l'oscurità della paura e del dubbio che aveva messo radici nel cuore dei discepoli e forgia legami autentici con quei discepoli che, come lui, avevano il "cuore del re leone" e non si erano fatti sconfiggere neppure dalle persecuzioni più aspre.
Ogni volta che leggo Lettera da Sado rimango colpito dalla compassione del Daishonin, che è severa e al tempo stesso piena di calore.
«È nella natura delle bestie minacciare il debole e temere il forte. Gli
studiosi contemporanei delle varie scuole si comportano come loro:
disdegnano un sapiente senza potere ma temono i governanti malvagi.
Non sono altro che cortigiani servili. Solo sconfiggendo un potente nemico
si può dimostrare la propria vera forza. Quando un governante malvagio si
allea con preti che sostengono insegnamenti errati, per distruggere
l'insegnamento corretto e liberarsi di un uomo sapiente, chi ha un cuore di
leone conseguirà sicuramente la Buddità. Così ha fatto Nichiren. Non dico
questo per arroganza, ma perché sono animato dalla forte volontà di
preservare il corretto insegnamento. Un uomo arrogante sarà sopraffatto
dalla paura di fronte a un forte nemico, come il superbo asura25 che si rimpicciolì e si nascose in un fiore di loto nel lago della Frescura quando fu
redarguito da Shakra»26 (Lettera da Sado, RSND, 1, 267).27
Restiamo saldi con il "cuore del re leone"
In Lettera da Sado il Daishonin afferma: «Il Buddismo dev'essere propagato con il metodo di shoju o di shakubuku, a seconda dell'epoca [o del tempo]» (RSND, 1, 266). Dopo aver chiarito che il metodo appropriato per la propagazione nell'Ultimo giorno della Legge non è shoju (persuasione gentile) ma shakubuku
(refutazione severa),28 spiega che quando tali sforzi vengono condotti con dedizione assidua incontreranno inevitabilmente grandi opposizioni e ostacoli. Nel passo che stiamo studiando il Daishonin mette in luce le circostanze che condussero all'esilio di Sado e la vera natura delle autorità e dei preti calunniatori che lo stavano attaccando. Così facendo rivela il genere di persecuzioni che inevitabilmente colpiscono gli autentici praticanti del Sutra del Loto.
I "governanti malvagi" sono le autorità secolari che cercano di distruggere l'insegnamento buddista corretto e perseguitano le persone buone e rette in modo del tutto irragionevole e privo di princìpi. In quel periodo «preti che sostengono insegnamenti errati», mossi da gelosia e ambizione personale, si alleano con loro. Poiché tali preti hanno la «natura delle bestie», si comportano in maniera servile rispetto ai potenti; si alleano con i governanti malvagi per perseguitare Nichiren e, in tal modo, «liberarsi di un uomo sapiente».
Nel caso del Daishonin, i tre potenti nemici descritti nel tredicesimo capitolo del Sutra del Loto Esortazione alla devozione assunsero la forma di preti e credenti laici che sostenevano insegnamenti errati come le dottrine della Pura terra (Nembutsu), ed erano ostili al Daishonin e ai suoi seguaci, e di preti influenti,
come Ryokan29 che persuase subdolamente Hei no Saemon-no-jo30 e altri importanti funzionari del governo militare di Kamakura a perseguitarlo.
I tre potenti nemici si coalizzano per attaccare i praticanti del Sutra del Loto. Coloro che rimangono saldi e avanzano con il "cuore del re leone" in mezzo a questi intensi attacchi sono dei Budda.
dalla paura di fronte a un forte nemico, come il superbo asura25 che si rimpicciolì e si nascose in un fiore di loto nel lago della Frescura quando fu
redarguito da Shakra»26 (Lettera da Sado, RSND, 1, 267).27
Restiamo saldi con il "cuore del re leone"
In Lettera da Sado il Daishonin afferma: «Il Buddismo dev'essere propagato con il metodo di shoju o di shakubuku, a seconda dell'epoca [o del tempo]» (RSND, 1, 266). Dopo aver chiarito che il metodo appropriato per la propagazione nell'Ultimo giorno della Legge non è shoju (persuasione gentile) ma shakubuku
(refutazione severa),28 spiega che quando tali sforzi vengono condotti con dedizione assidua incontreranno inevitabilmente grandi opposizioni e ostacoli. Nel passo che stiamo studiando il Daishonin mette in luce le circostanze che condussero all'esilio di Sado e la vera natura delle autorità e dei preti calunniatori che lo stavano attaccando. Così facendo rivela il genere di persecuzioni che inevitabilmente colpiscono gli autentici praticanti del Sutra del Loto.
I "governanti malvagi" sono le autorità secolari che cercano di distruggere l'insegnamento buddista corretto e perseguitano le persone buone e rette in modo del tutto irragionevole e privo di princìpi. In quel periodo «preti che sostengono insegnamenti errati», mossi da gelosia e ambizione personale, si alleano con loro. Poiché tali preti hanno la «natura delle bestie», si comportano in maniera servile rispetto ai potenti; si alleano con i governanti malvagi per perseguitare Nichiren e, in tal modo, «liberarsi di un uomo sapiente».
Nel caso del Daishonin, i tre potenti nemici descritti nel tredicesimo capitolo del Sutra del Loto Esortazione alla devozione assunsero la forma di preti e credenti laici che sostenevano insegnamenti errati come le dottrine della Pura terra (Nembutsu), ed erano ostili al Daishonin e ai suoi seguaci, e di preti influenti,
come Ryokan29 che persuase subdolamente Hei no Saemon-no-jo30 e altri importanti funzionari del governo militare di Kamakura a perseguitarlo.
I tre potenti nemici si coalizzano per attaccare i praticanti del Sutra del Loto. Coloro che rimangono saldi e avanzano con il "cuore del re leone" in mezzo a questi intensi attacchi sono dei Budda.
Seguiamo l'esempio del Daishonin
Quando scrive: «Così ha fatto Nichiren» (RSND, 1, 267), sta chiedendo ai
discepoli di osservare il suo esempio. In mezzo a persecuzioni che
minacciavano la sua vita egli mantenne la compostezza dello stato vitale
maestoso della Buddità. Con il suo esempio esorta i discepoli a seguirlo su
questo grande cammino da re leone.
Noi, i maestri e i discepoli Soka, abbiamo perseverato su questo cammino. Riuscendo a cogliere il vero significato dell'impennata caotica degli attacchi dei tre ostacoli e i quattro demoni abbiamo risvegliato una forte fede. Davanti alle difficoltà abbiamo immediatamente affrontato la situazione con la determinazione di trasformare il veleno in medicina. Tirando fuori il "cuore del re leone" abbiamo sfidato le avversità senza paura, pronti a impegnarci in ogni sfida. Abbiamo anche trasformato gli avversari in alleati e i venti contrari in venti favorevoli che ci hanno sospinto più in alto. In ogni lotta abbiamo praticato in accordo con gli insegnamenti del Budda e letto il Gosho con la nostra vita. Vorrei raccontarvi un momento indimenticabile che si verificò alla riunione generale del capitolo Shiki, presso la sala civica Toshima di Ikebukuro, a Tokyo, nell'ottobre 1954, alla quale partecipai come responsabile di staff della Divisione giovani.
In quella riunione il presidente Toda si dichiarò deluso dal fatto che, nonostante i nostri progressi per kosen-rufu, i tre potenti nemici non fossero ancora apparsi. Ma, aggiunse, il primo e il secondo [laici arroganti e preti arroganti] stavano cominciando a emergere ed era convinto che quando anche il terzo, cioè i falsi santi arroganti, fosse apparso, sarebbe giunto il tempo di kosen-rufu.
«Quando apparirà» disse «ne sarò felice e spero che lo sarete anche voi!
Quando verrà il momento, battiamoci con coraggio!».31
Questo spirito combattivo, che considera un onore incontrare gli ostacoli, è lo spirito della Soka Gakkai direttamente legato a Nichiren Daishonin. Combattiamo anche noi con coraggio e determinazione e vinciamo assolutamente, per il conseguimento della Buddità in questa esistenza e per la realizzazione dell'ideale del Daishonin di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese".
«Ci sono quelli che sembravano credere in Nichiren, ma hanno cominciato a dubitare dopo che l'hanno visto perseguitato. Essi non solo hanno abbandonato il Sutra del Loto, ma si credono tanto saggi da poter istruire Nichiren. La cosa pietosa è che queste persone irragionevoli dovranno soffrire nell'inferno Avichi ancora più a lungo dei credenti nembutsu.
Un asura sosteneva che per il Budda esistono solo diciotto elementi32 mentre egli ne esponeva diciannove. I maestri non buddisti affermavano che il Budda offriva una sola strada per l'Illuminazione, mentre loro ne
avevano novantacinque.33 Allo stesso modo, i discepoli rinnegati dicono che Nichiren è il loro maestro, ma che è troppo rigido ed essi propagheranno il Sutra del Loto in modo più tranquillo. Sono ridicoli, ridicoli come lucciole che ridono del sole e della luna, come il formicaio che
Noi, i maestri e i discepoli Soka, abbiamo perseverato su questo cammino. Riuscendo a cogliere il vero significato dell'impennata caotica degli attacchi dei tre ostacoli e i quattro demoni abbiamo risvegliato una forte fede. Davanti alle difficoltà abbiamo immediatamente affrontato la situazione con la determinazione di trasformare il veleno in medicina. Tirando fuori il "cuore del re leone" abbiamo sfidato le avversità senza paura, pronti a impegnarci in ogni sfida. Abbiamo anche trasformato gli avversari in alleati e i venti contrari in venti favorevoli che ci hanno sospinto più in alto. In ogni lotta abbiamo praticato in accordo con gli insegnamenti del Budda e letto il Gosho con la nostra vita. Vorrei raccontarvi un momento indimenticabile che si verificò alla riunione generale del capitolo Shiki, presso la sala civica Toshima di Ikebukuro, a Tokyo, nell'ottobre 1954, alla quale partecipai come responsabile di staff della Divisione giovani.
In quella riunione il presidente Toda si dichiarò deluso dal fatto che, nonostante i nostri progressi per kosen-rufu, i tre potenti nemici non fossero ancora apparsi. Ma, aggiunse, il primo e il secondo [laici arroganti e preti arroganti] stavano cominciando a emergere ed era convinto che quando anche il terzo, cioè i falsi santi arroganti, fosse apparso, sarebbe giunto il tempo di kosen-rufu.
«Quando apparirà» disse «ne sarò felice e spero che lo sarete anche voi!
Quando verrà il momento, battiamoci con coraggio!».31
Questo spirito combattivo, che considera un onore incontrare gli ostacoli, è lo spirito della Soka Gakkai direttamente legato a Nichiren Daishonin. Combattiamo anche noi con coraggio e determinazione e vinciamo assolutamente, per il conseguimento della Buddità in questa esistenza e per la realizzazione dell'ideale del Daishonin di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese".
«Ci sono quelli che sembravano credere in Nichiren, ma hanno cominciato a dubitare dopo che l'hanno visto perseguitato. Essi non solo hanno abbandonato il Sutra del Loto, ma si credono tanto saggi da poter istruire Nichiren. La cosa pietosa è che queste persone irragionevoli dovranno soffrire nell'inferno Avichi ancora più a lungo dei credenti nembutsu.
Un asura sosteneva che per il Budda esistono solo diciotto elementi32 mentre egli ne esponeva diciannove. I maestri non buddisti affermavano che il Budda offriva una sola strada per l'Illuminazione, mentre loro ne
avevano novantacinque.33 Allo stesso modo, i discepoli rinnegati dicono che Nichiren è il loro maestro, ma che è troppo rigido ed essi propagheranno il Sutra del Loto in modo più tranquillo. Sono ridicoli, ridicoli come lucciole che ridono del sole e della luna, come il formicaio che
guarda dall'alto in basso il monte Hua,34 come pozzi o ruscelli che
disprezzano il fiume e il grande mare, o come una gazza che si prende
gioco di una fenice» (Lettera da Sado, RSND, 1, 271- 272).
I maestri e i discepoli Soka sono un gruppo di re leoni
Questi sono i passi conclusivi di Lettera da Sado.
Il modo in cui reagiamo alle avversità è la misura della nostra dedizione alla verità e alla giustizia. Quando sorgono difficoltà, chi ha una fede autentica si distingue da chi è discepolo solo di nome.
Quando il Daishonin incontrò la grande persecuzione dell'esilio a Sado, molti discepoli cominciarono a dubitare e abbandonarono i suoi insegnamenti oppure, pensando di essere migliori di lui, credettero che egli fosse in errore. Nel Gosho afferma che questa è una «cosa pietosa».
Qual era la vera natura di quei discepoli che cominciarono a vantarsi di possedere una conoscenza superiore? Erano codardi, opportunisti e arroganti. Per quanto cercassero di mascherare la verità, non avrebbero mai potuto coprire la meschinità del loro tradimento nei confronti del maestro. Erano pietosi come l'asura e i non buddisti che, per rivalità nei confronti del Budda, pretendevano di essere superiori a lui.
Toda mi disse che il presidente fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, citava spesso questa parte di Lettera da Sado. Certi discepoli criticavano il Daishonin dicendo che «Nichiren è il loro maestro, ma che è troppo rigido ed essi propagheranno il Sutra del Loto in modo più tranquillo». Il Daishonin liquidava il loro comportamento come "ridicolo", cioè come qualcosa che faceva semplicemente ridere. Makiguchi soleva dire: «Essere disprezzati dagli stupidi è un grandissimo onore» e rivolgeva questo appello ai suoi discepoli: «Datemi un singolo leone invece di mille pecore!».
Toda, affermando che "un leone non cerca compagni", si alzò da solo per adempiere il grande voto di diffondere la Legge mistica e intraprese una lotta per kosen-rufu senza precedenti.
I maestri e i discepoli Soka sono un gruppo di re leoni. Ridono di cuore delle critiche superficiali e continuano ad avanzare con coraggio e vigore, con il "cuore del re leone", con la stessa luminosità e intensità del sole nascente.
Non è eccessivo affermare che Lettera da Sado è scritto per la Soka Gakkai. Mettendo in pratica le verità che espone, noi rimaniamo impavidi di fronte alle critiche e agli insulti dettati dall'ignoranza. Conduciamo vite veramente ammirevoli dedicate a kosen-rufu, che il Daishonin sicuramente loderebbe al massimo grado.
Facciamo risuonare il canto trionfante della nostra lotta condivisa
I maestri e i discepoli Soka sono un gruppo di re leoni
Questi sono i passi conclusivi di Lettera da Sado.
Il modo in cui reagiamo alle avversità è la misura della nostra dedizione alla verità e alla giustizia. Quando sorgono difficoltà, chi ha una fede autentica si distingue da chi è discepolo solo di nome.
Quando il Daishonin incontrò la grande persecuzione dell'esilio a Sado, molti discepoli cominciarono a dubitare e abbandonarono i suoi insegnamenti oppure, pensando di essere migliori di lui, credettero che egli fosse in errore. Nel Gosho afferma che questa è una «cosa pietosa».
Qual era la vera natura di quei discepoli che cominciarono a vantarsi di possedere una conoscenza superiore? Erano codardi, opportunisti e arroganti. Per quanto cercassero di mascherare la verità, non avrebbero mai potuto coprire la meschinità del loro tradimento nei confronti del maestro. Erano pietosi come l'asura e i non buddisti che, per rivalità nei confronti del Budda, pretendevano di essere superiori a lui.
Toda mi disse che il presidente fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, citava spesso questa parte di Lettera da Sado. Certi discepoli criticavano il Daishonin dicendo che «Nichiren è il loro maestro, ma che è troppo rigido ed essi propagheranno il Sutra del Loto in modo più tranquillo». Il Daishonin liquidava il loro comportamento come "ridicolo", cioè come qualcosa che faceva semplicemente ridere. Makiguchi soleva dire: «Essere disprezzati dagli stupidi è un grandissimo onore» e rivolgeva questo appello ai suoi discepoli: «Datemi un singolo leone invece di mille pecore!».
Toda, affermando che "un leone non cerca compagni", si alzò da solo per adempiere il grande voto di diffondere la Legge mistica e intraprese una lotta per kosen-rufu senza precedenti.
I maestri e i discepoli Soka sono un gruppo di re leoni. Ridono di cuore delle critiche superficiali e continuano ad avanzare con coraggio e vigore, con il "cuore del re leone", con la stessa luminosità e intensità del sole nascente.
Non è eccessivo affermare che Lettera da Sado è scritto per la Soka Gakkai. Mettendo in pratica le verità che espone, noi rimaniamo impavidi di fronte alle critiche e agli insulti dettati dall'ignoranza. Conduciamo vite veramente ammirevoli dedicate a kosen-rufu, che il Daishonin sicuramente loderebbe al massimo grado.
Facciamo risuonare il canto trionfante della nostra lotta condivisa
Il regno della lotta condivisa di maestro e discepolo basata sul Gosho è ampio e profondo come l'oceano, alto e vasto come il cielo.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è una miniera di saggezza illimitata che apre
le porte alla rivoluzione spirituale del XXI secolo.
Quando avanziamo abbracciando questa grande filosofia di vita, possiamo trasformare le fondamenta spirituali della società. Perciò dobbiamo continuare a far ardere lo spirito della lotta condivisa nel nostro cuore mentre ci adoperiamo per realizzare questa trasformazione radicale. Oggi il Buddismo del sole, che dissolve l'oscurità dell'Ultimo giorno della Legge, sta cominciando a risplendere in tutto il mondo e a illuminare la società.
Luglio è il mese in cui ci sforziamo per concretizzare l'ideale del Daishonin di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" [il 16 luglio 1260 il Daishonin sottopose il suo trattato su questo argomento alle autorità governative].
Adesso è il tempo di avanzare! I leoni non temono nulla! Impegniamoci procedendo sul nostro cammino senza rimpianti! E con un unico ruggito di leone, quello di maestro e discepolo uniti, convinti della vittoria del nostro movimento, creiamo una storia di nobili realizzazioni e facciamo risuonare in lungo e in largo il canto trionfante della nostra lotta condivisa!
Note
1) Victor Hugo, "Trumpets of the Mind", The Works of Victor Hugo: Ninety-Three, Poems, Thomas Y. Crowell and Company, New York, 1887, vol. 6, p. 178.
2) Victor Hugo, I miserabili, Garzanti, 1981.
3) Daisaku Ikeda, Diario giovanile, Esperia, 2001, p. 5.
4) J. R. Brinkley, nato a Tokyo da madre giapponese e padre inglese, studiò nel Regno Unito, in Germania e in Francia prima di tornare in Giappone a insegnare presso varie università.
5) L'articolo 11 de "I ventisei ammonimenti di Nikko" afferma: «I seguaci di questa scuola dovrebbero incidere gli scritti del Daishonin nella loro vita» (GZ, 1618).
6) Nel maggio 1956 i membri del Kansai, uniti intorno al giovane Daisaku Ikeda inviato dal secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda a sostenerli, convertirono 11.111 famiglie alla pratica del Buddismo del Daishonin. Nelle lezioni che si tennero due mesi dopo, il candidato locale sostenuto dalla Soka Gakkai ottenne un seggio alla Camera Alta, un risultato che a quel tempo sembrava impossibile.
7) I tre corpi del Budda sono: il corpo del Dharma, il corpo di ricompensa e il corpo manifesto. Il corpo del Dharma è la verità fondamentale, o Legge, alla quale il Budda si è illuminato. Il corpo di ricompensa è la saggezza per percepire la Legge. Il corpo manifesto sono le azioni compassionevoli che il Budda compie per condurre le persone alla felicità.
8) La citazione è tratta dall'ottavo volume di Grande concentrazione e visione profonda di T'ien-t'ai.
Quando avanziamo abbracciando questa grande filosofia di vita, possiamo trasformare le fondamenta spirituali della società. Perciò dobbiamo continuare a far ardere lo spirito della lotta condivisa nel nostro cuore mentre ci adoperiamo per realizzare questa trasformazione radicale. Oggi il Buddismo del sole, che dissolve l'oscurità dell'Ultimo giorno della Legge, sta cominciando a risplendere in tutto il mondo e a illuminare la società.
Luglio è il mese in cui ci sforziamo per concretizzare l'ideale del Daishonin di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" [il 16 luglio 1260 il Daishonin sottopose il suo trattato su questo argomento alle autorità governative].
Adesso è il tempo di avanzare! I leoni non temono nulla! Impegniamoci procedendo sul nostro cammino senza rimpianti! E con un unico ruggito di leone, quello di maestro e discepolo uniti, convinti della vittoria del nostro movimento, creiamo una storia di nobili realizzazioni e facciamo risuonare in lungo e in largo il canto trionfante della nostra lotta condivisa!
Note
1) Victor Hugo, "Trumpets of the Mind", The Works of Victor Hugo: Ninety-Three, Poems, Thomas Y. Crowell and Company, New York, 1887, vol. 6, p. 178.
2) Victor Hugo, I miserabili, Garzanti, 1981.
3) Daisaku Ikeda, Diario giovanile, Esperia, 2001, p. 5.
4) J. R. Brinkley, nato a Tokyo da madre giapponese e padre inglese, studiò nel Regno Unito, in Germania e in Francia prima di tornare in Giappone a insegnare presso varie università.
5) L'articolo 11 de "I ventisei ammonimenti di Nikko" afferma: «I seguaci di questa scuola dovrebbero incidere gli scritti del Daishonin nella loro vita» (GZ, 1618).
6) Nel maggio 1956 i membri del Kansai, uniti intorno al giovane Daisaku Ikeda inviato dal secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda a sostenerli, convertirono 11.111 famiglie alla pratica del Buddismo del Daishonin. Nelle lezioni che si tennero due mesi dopo, il candidato locale sostenuto dalla Soka Gakkai ottenne un seggio alla Camera Alta, un risultato che a quel tempo sembrava impossibile.
7) I tre corpi del Budda sono: il corpo del Dharma, il corpo di ricompensa e il corpo manifesto. Il corpo del Dharma è la verità fondamentale, o Legge, alla quale il Budda si è illuminato. Il corpo di ricompensa è la saggezza per percepire la Legge. Il corpo manifesto sono le azioni compassionevoli che il Budda compie per condurre le persone alla felicità.
8) La citazione è tratta dall'ottavo volume di Grande concentrazione e visione profonda di T'ien-t'ai.
9) Shijo Kingo (c. 1230-1300): uno dei principali discepoli di Nichiren Daishonin
che visse a Kamakura. Samurai al servizio della famiglia Ema, ramo del clan
reggente Hojo, era abile nella medicina e nelle arti marziali. Si dice che si fosse
convertito agli insegnamenti del Daishonin intorno al 1256.
10) I tre ostacoli e i quattro demoni sono vari ostacoli e impedimenti alla pratica del Buddismo. I tre ostacoli sono: 1) quello delle illusioni e dei desideri 2) quello del karma, 3) quello della retribuzione. I quattro demoni sono: 1) quello delle cinque componenti, 2) quello delle illusioni e dei desideri, 3) quello della morte, 4) quello del re demone.
11) I tre potenti nemici sono tre tipi di persone arroganti che perseguitano coloro che propagano il Sutra del Loto nell'epoca malvagia successiva alla morte del Budda Shakyamuni. Sono descritti nella sezione conclusiva in versi del tredicesimo capitolo del Sutra del Loto Esortazione alla devozione. Il Gran Maestro cinese Miao-lo li definisce in sintesi: laici arroganti, preti arroganti e falsi santi arroganti.
12) Una lettera indirizzata a Toki Jonin, considerata uno dei dieci scritti principali del Daishonin.
13) Il fiume Hiranyavati scorre attraverso la regione di Kushinagara in India.
14) Il beneficio della cinquantesima persona è il beneficio incommensurabile che ottiene anche la cinquantesima persona di una catena di trasmissione che gioisce udendo il Sutra del Loto.
15) Il fiume Uji è la parte mediana del fiume Seta che ha origine dalla sponda meridionale del lago Biwa, scorre attraverso la prefettura di Kyoto e sfocia nella Baia di Osaka. Anticamente segnava la linea difensiva sudorientale di Kyoto, la capitale, e fu sede di numerose battaglie. Per la sua importanza strategica, riuscire o meno a guadare l'Uji determinava la vittoria o la sconfitta di un esercito. Anche il Seta, la zona di fronte al punto in cui questo fiume esce dal lago, era un luogo strategico. Perciò le espressioni "attraversare l'Uji" e "attraversare il Seta" significano conseguire una vittoria certa.
16) Detta anche Guerra di Gempei (1180-1185): un conflitto fra i clan Taira e Minamoto nel tardo periodo Heian. Si concluse con la sconfitta del clan Taira e la fondazione dello shogunato di Kamakura guidato da Minamoto no Yoritomo nel 1192.
17) Un tentativo fallito, da parte dell'ex imperatore Gotoba, di rovesciare lo shogunato militare di Kamakura. La vittoria dello shogunato rafforzò il potere della reggenza Hojo.
18) Leo Tolstoj, The Pathway of Life, trad. di Archibald J. Wolfe, New York, International Publishing Company, 1919, p. 79 (Lev Tolstoj, Della vita, Mondadori, 1991).
19) Ibidem, pp. 81-82.
20) Ibidem, p. 83.
21) cfr. Daisaku Ikeda, Diario giovanile, Esperia, 2016, p. 183.
22) Risposta alla monaca laica Nichigon è datato 29 novembre 1280 e fu composto sul monte Minobu. La monaca laica Nichigon – il nome le era stato dato dal Daishonin – aveva ricevuto il Gohonzon nell'aprile dello stesso anno. 23) Daisaku Ikeda, Diario giovanile, op. cit., p. 223.
10) I tre ostacoli e i quattro demoni sono vari ostacoli e impedimenti alla pratica del Buddismo. I tre ostacoli sono: 1) quello delle illusioni e dei desideri 2) quello del karma, 3) quello della retribuzione. I quattro demoni sono: 1) quello delle cinque componenti, 2) quello delle illusioni e dei desideri, 3) quello della morte, 4) quello del re demone.
11) I tre potenti nemici sono tre tipi di persone arroganti che perseguitano coloro che propagano il Sutra del Loto nell'epoca malvagia successiva alla morte del Budda Shakyamuni. Sono descritti nella sezione conclusiva in versi del tredicesimo capitolo del Sutra del Loto Esortazione alla devozione. Il Gran Maestro cinese Miao-lo li definisce in sintesi: laici arroganti, preti arroganti e falsi santi arroganti.
12) Una lettera indirizzata a Toki Jonin, considerata uno dei dieci scritti principali del Daishonin.
13) Il fiume Hiranyavati scorre attraverso la regione di Kushinagara in India.
14) Il beneficio della cinquantesima persona è il beneficio incommensurabile che ottiene anche la cinquantesima persona di una catena di trasmissione che gioisce udendo il Sutra del Loto.
15) Il fiume Uji è la parte mediana del fiume Seta che ha origine dalla sponda meridionale del lago Biwa, scorre attraverso la prefettura di Kyoto e sfocia nella Baia di Osaka. Anticamente segnava la linea difensiva sudorientale di Kyoto, la capitale, e fu sede di numerose battaglie. Per la sua importanza strategica, riuscire o meno a guadare l'Uji determinava la vittoria o la sconfitta di un esercito. Anche il Seta, la zona di fronte al punto in cui questo fiume esce dal lago, era un luogo strategico. Perciò le espressioni "attraversare l'Uji" e "attraversare il Seta" significano conseguire una vittoria certa.
16) Detta anche Guerra di Gempei (1180-1185): un conflitto fra i clan Taira e Minamoto nel tardo periodo Heian. Si concluse con la sconfitta del clan Taira e la fondazione dello shogunato di Kamakura guidato da Minamoto no Yoritomo nel 1192.
17) Un tentativo fallito, da parte dell'ex imperatore Gotoba, di rovesciare lo shogunato militare di Kamakura. La vittoria dello shogunato rafforzò il potere della reggenza Hojo.
18) Leo Tolstoj, The Pathway of Life, trad. di Archibald J. Wolfe, New York, International Publishing Company, 1919, p. 79 (Lev Tolstoj, Della vita, Mondadori, 1991).
19) Ibidem, pp. 81-82.
20) Ibidem, p. 83.
21) cfr. Daisaku Ikeda, Diario giovanile, Esperia, 2016, p. 183.
22) Risposta alla monaca laica Nichigon è datato 29 novembre 1280 e fu composto sul monte Minobu. La monaca laica Nichigon – il nome le era stato dato dal Daishonin – aveva ricevuto il Gohonzon nell'aprile dello stesso anno. 23) Daisaku Ikeda, Diario giovanile, op. cit., p. 223.
24) Scrive il Daishonin: «Questa lettera è indirizzata a Toki, ma deve essere
mostrata a Saburo Saemon, al prete laico Okuratonotsuji Juro, alla monaca laica
di Sajiki e agli altri miei discepoli» (RSND, 1, 266) e nel poscritto aggiunge: «C'è
pochissima carta per scrivere qui nella provincia di Sado, e scrivervi
individualmente richiederebbe troppo tempo. Ma, se anche una sola persona
non avesse mie notizie, potrebbe risentirsi. Perciò vorrei che tutti i credenti
sinceri si riunissero e si incoraggiassero leggendo insieme questa lettera»
(RSND, 1, 272).
25) Nella mitologia indiana gli asura sono demoni dalla natura litigiosa e bellicosa, che combattono costantemente con il dio Shakra.
26) Shakra, noto anche come Indra, è una delle due principali divinità tutelari del Buddismo, insieme a Brahma.
27) Lettera da Sado, uno scritto datato 20 marzo 1272, fu composto dal Daishonin a Tsukahara sull'isola di Sado dove era stato esiliato dopo la persecuzione di Tatsunokuchi dell'anno precedente. In questo scritto egli fuga i dubbi dei discepoli e li incoraggia a rimanere saldi nella fede.
28) Shakubuku è un metodo di propagazione del Buddismo nel quale si risveglia direttamente l'altra persona all'insegnamento corretto, refutando le sue visioni errate. Shoju invece è un metodo nel quale si conduce gradualmente l'altro all'insegnamento corretto in relazione alle sue capacità e senza refutare i suoi attaccamenti o visioni errate. In L'apertura degli occhi il Daishonin afferma: «Quando il paese è pieno di persone malvagie e prive di saggezza, allora shoju è il metodo principale da adottare, così come viene descritto nel capitolo Pratiche pacifiche. Ma nell'epoca in cui ci sono persone dalle vedute distorte che offendono la Legge, allora shakubuku deve avere la precedenza, così come viene descritto nel capitolo Mai Sprezzante» (RSND, 1, 258). Ne La nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda scrive: «Il metodo della propagazione differirà inevitabilmente a seconda del luogo e dei tempi. Per esempio, il Daishonin affermò che in paesi come il Giappone della sua epoca – dove il Buddismo era ampiamente diffuso, ma dove molte persone calunniavano la Legge e cercavano di distruggerla – dovrebbe essere utilizzato come metodo principale lo shakubuku. Ma in un paese dove il Buddismo è stato introdotto da poco si dovrebbe adottare principalmente il metodo detto shoju. Shoju significa riconoscere le differenze tra concezioni religiose e, basandosi su questo, condurre gradualmente gli altri alla Legge mistica» (Daisaku Ikeda, La nuova rivoluzione umana, vol. 5, cap. "Gioia", p. 103, Esperia, 2014).
29) Ryokan (1217-1303), detto anche Ninsho. Prete della scuola dei Precetti- Vera parola in Giappone che, con il patrocinio del clan Hojo, divenne capo dei preti del tempio Gokuraku di Kamakura e acquisì grande influenza. Ostile al Daishonin, cospirò per farlo perseguitare dalle autorità insieme ai suoi discepoli. 30) Hei no Saemon-no-jo (m. 1293), detto anche Hei no Saemon-no-jo Yoritsuna. Importante funzionario della reggenza Hojo che di fatto governava il Giappone nel periodo Kamakura. Fu al servizio di due reggenti successivi, Hojo Tokimune e Hojo Sadatoki, ed ebbe un grande potere come vice capo degli affari militari e di polizia (il capo era il reggente stesso). Si coalizzò con Ryokan, il capo dei preti del tempio Gokuraku della scuola Precetti-Vera parola di Kamakura, e con altri prelati delle scuole buddiste tradizionali per far perseguitare il Daishonin e i suoi seguaci.
25) Nella mitologia indiana gli asura sono demoni dalla natura litigiosa e bellicosa, che combattono costantemente con il dio Shakra.
26) Shakra, noto anche come Indra, è una delle due principali divinità tutelari del Buddismo, insieme a Brahma.
27) Lettera da Sado, uno scritto datato 20 marzo 1272, fu composto dal Daishonin a Tsukahara sull'isola di Sado dove era stato esiliato dopo la persecuzione di Tatsunokuchi dell'anno precedente. In questo scritto egli fuga i dubbi dei discepoli e li incoraggia a rimanere saldi nella fede.
28) Shakubuku è un metodo di propagazione del Buddismo nel quale si risveglia direttamente l'altra persona all'insegnamento corretto, refutando le sue visioni errate. Shoju invece è un metodo nel quale si conduce gradualmente l'altro all'insegnamento corretto in relazione alle sue capacità e senza refutare i suoi attaccamenti o visioni errate. In L'apertura degli occhi il Daishonin afferma: «Quando il paese è pieno di persone malvagie e prive di saggezza, allora shoju è il metodo principale da adottare, così come viene descritto nel capitolo Pratiche pacifiche. Ma nell'epoca in cui ci sono persone dalle vedute distorte che offendono la Legge, allora shakubuku deve avere la precedenza, così come viene descritto nel capitolo Mai Sprezzante» (RSND, 1, 258). Ne La nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda scrive: «Il metodo della propagazione differirà inevitabilmente a seconda del luogo e dei tempi. Per esempio, il Daishonin affermò che in paesi come il Giappone della sua epoca – dove il Buddismo era ampiamente diffuso, ma dove molte persone calunniavano la Legge e cercavano di distruggerla – dovrebbe essere utilizzato come metodo principale lo shakubuku. Ma in un paese dove il Buddismo è stato introdotto da poco si dovrebbe adottare principalmente il metodo detto shoju. Shoju significa riconoscere le differenze tra concezioni religiose e, basandosi su questo, condurre gradualmente gli altri alla Legge mistica» (Daisaku Ikeda, La nuova rivoluzione umana, vol. 5, cap. "Gioia", p. 103, Esperia, 2014).
29) Ryokan (1217-1303), detto anche Ninsho. Prete della scuola dei Precetti- Vera parola in Giappone che, con il patrocinio del clan Hojo, divenne capo dei preti del tempio Gokuraku di Kamakura e acquisì grande influenza. Ostile al Daishonin, cospirò per farlo perseguitare dalle autorità insieme ai suoi discepoli. 30) Hei no Saemon-no-jo (m. 1293), detto anche Hei no Saemon-no-jo Yoritsuna. Importante funzionario della reggenza Hojo che di fatto governava il Giappone nel periodo Kamakura. Fu al servizio di due reggenti successivi, Hojo Tokimune e Hojo Sadatoki, ed ebbe un grande potere come vice capo degli affari militari e di polizia (il capo era il reggente stesso). Si coalizzò con Ryokan, il capo dei preti del tempio Gokuraku della scuola Precetti-Vera parola di Kamakura, e con altri prelati delle scuole buddiste tradizionali per far perseguitare il Daishonin e i suoi seguaci.
31) Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Opere complete di Josei Toda), Seikyo
Shimbunsha, Tokyo, 1989, vol. 4, p. 212.
32) Diciotto elementi: i sei organi di senso (vista, udito, olfatto, gusto, corpo e mente), i sei oggetti che essi percepiscono e le sei coscienze o funzioni percettive degli organi di senso.
33) Basato su un passo del Trattato sulla grande perfezione della saggezza. Le "novantacinque strade" probabilmente si riferiscono alle novantacinque scuole non buddiste che esistevano al tempo di Shakyamuni.
34) Monte Hua: una delle cinque montagne sacre della Cina.
(Traduzione di Marialuisa Cellerino)
32) Diciotto elementi: i sei organi di senso (vista, udito, olfatto, gusto, corpo e mente), i sei oggetti che essi percepiscono e le sei coscienze o funzioni percettive degli organi di senso.
33) Basato su un passo del Trattato sulla grande perfezione della saggezza. Le "novantacinque strade" probabilmente si riferiscono alle novantacinque scuole non buddiste che esistevano al tempo di Shakyamuni.
34) Monte Hua: una delle cinque montagne sacre della Cina.
(Traduzione di Marialuisa Cellerino)
Commenti
Posta un commento