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Lo studio del mese di ottobre

Fede, pratica e studio: le basi del Buddismo di Nichiren
Daishonin - parte prima

Lezione di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren Daishonin

La fede della Soka Gakkai per dischiudere una fortuna immensa e benefici
incalcolabili
Il 20 aprile 1951, nell'atmosfera di caos e instabilità che avvolgeva la società
giapponese del dopoguerra, uscì il primo numero del Seikyo Shimbun, il
quotidiano della Soka Gakkai. Oggi, 65 anni e 19.000 numeri dopo, questo
giornale continua a infondere speranza e coraggio nei lettori.
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Jos ei Toda, desiderava
che le persone del Giappone e di tutto il mondo leggessero il Seikyo Shimbun e
io condivido gli stessi sentimenti.
La parola scritta è un mezzo po tente per aprire nuove frontiere a kosen-rufu.
Non dimenticherò mai l'energia e la passione che Toda profuse nello scrivere, fin
da quel primissimo numero, sia il romanzo a puntate La rivoluzione umana sia la
rubrica "Epigrammi" e altri articoli di fondo. Scrisse anche l'articolo principale,
pubblicato in prima pagina di quel numero inaugurale, che si intitolava: "Cos'è la
convinzione?". In esso affermava: «Questo è davvero il tempo di kosen-rufu.
Dobbiamo essere coraggiosi».1 E per agire con coraggio, diceva, è necessario
essere assolutamente convinti di ciò che si sta facendo.
A quel tempo in Giappone la situazione continuava a e ssere molto caotica. La
Soka Gakkai contava pochi membri e doveva ancora affermarsi nella società.
Ma Toda aveva una convinzione assoluta: perciò la Soka Gakkai è riuscita ad
avanzare fino a raggiungere uno sviluppo così incredibile.

I membri della Soka Gakkai si basano su "fede, pratica e studio"
Nel suo articolo sulla convinzione, il presidente Toda sottolineava che «fede,
pratica e studio sono prerequisiti fondamentali per noi seguaci del Buddismo di
Nichiren Daishonin, e che insegnare agli altri la Legge mistica è un presupposto
essenziale per coloro che hanno promesso solennemente di realizzare kosenrufu.
Una volta abbracciato il Gohonzon dobbiamo ricordarci che il Budda ci ha
affidato questa missione infiniti eoni fa».2
Fede, pratica e studio sono veramente le forze motrici per la crescita e la vittoria
di tutti i membri della Soka Gakkai, Bodhisattva della Terra dal tempo senza
inizio. Sono le intramontabili linee guida per l'impegno che profondiamo al fine di
realizzare la missione che il Budda ci ha affidato.
In Il vero aspetto di tutti i fenomeni Nichiren Da ishonin scrive: «Impegnati nelle
due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi
Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la
pratica che lo studio sorgono dalla fede» (RSND, 1, 342).
Impegnarsi nella fede, nella pratica, nello studio e abbr acciare l'insegnamento
corretto, in connessione diretta con Nichiren Daishonin, hanno sempre costituito
la tradizione dei membri della Soka Gakkai sin dagli inizi. Oggi il Buddismo del
Daishonin pulsa vibrante nei loro sforzi di propagare compassionevolmente la
Legge mistica basandosi su fede, pratica e studio.
Ora che la Soka Gakkai sta emergendo come reli gione mondiale vorrei ribadire
l'importanza di fede, pratica e studio approfondendo insieme vari passi degli
scritti del Daishonin.
In questa lezione mi concentrerò sulla fede, la prima delle tre basi del Buddismo
di Nichiren Daishonin.

«Il Gohonzon inoltre si trova solo nei due caratteri che significano fede.3
Questo intende il sutra quando afferma che si può "accedervi solo grazie
alla fede" (SDLPE, 125). I discepoli di Nichiren, sia preti sia laici, credono
unicamente nel Sutra del Loto, mettendo da parte onestamente gli
espedienti (cfr. SDLPE, 90) e non accettando un solo verso degli altri sutra
(cfr. SDLPE, 131); è per questo che possono entrare nella Torre preziosa del
Gohonzon. Com'è rassicurante! Com'è rassicurante! Fai ogni possibile
sforzo in previsione della tua prossima vita. La cosa più importante è che,
recitando soltanto Nam-myoho-renge-kyo, puoi conseguire la Buddità.
Tutto dipenderà indubbiamente dalla forza della tua fede. Avere fede è la
base del Buddismo» (Il reale aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 739).

«Noi della Soka Gakkai abbiamo fede»
A un passo dalla realizzazione dello scopo di convertire 750.000 famiglie alla
Soka Gakkai - che aveva fatto voto di realizzare nell'arco della sua vita - il
presidente Toda affermò, alla riunione generale dei responsabili di Centro del
novembre 1957: «Noi della Soka Gakkai abbiamo fede».4
Erano presenti vari giornalisti. Consapevole di tutte le s peculazioni superficiali
che erano state pubblicate sui motivi dell'impressionante sviluppo della Soka
Gakkai, Toda aveva voluto dichiarare inequivocabilmente che avevamo vinto
grazie alla fede. Il suo ruggito da leone ancora risuona nelle mie orecchie.
E proseguì con forza: «La fede è centrale! La nostra missione è prat icare il
Buddismo di Nichiren Daishonin. Fino a quando avrete ben chiaro questo punto,
niente di quello che possono dire o scrivere su di noi vi sorprenderà».5
Fede significa avere il cuore del re leone, che ci permette di superare qualsiasi
avversità.
Le person e di forte fede non hanno paura di niente: finché si ha fede, emergerà
una convinzione incrollabile. Una forte fede ci garantisce una vita ricca e
realizzata. Perseverando nella pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin è
impossibile non raggiungere la felicità e la vittoria nella vita.
Con queste parole il presidente Toda stava chiedendo ai membri della Soka
Gakkai di non farsi turbare dalle chiacchiere dell'opinione pubblica e di essere
pronti ad andare avanti basandosi sulla fede.
La fede è il nostro fondamento e il nostro pu nto di partenza; questa è l'essenza
del Buddismo del Daishonin.

Il Gohonzon si trova solo nella fede
In Il reale aspetto del Gohonzon il Daishonin spiega il significato della fede e i
benefici che si ottengono grazie a essa. Questa lettera fu scritta alla monaca
laica Nichinyo per ringraziarla delle offerte che aveva inviato al Gohonzon.
In essa il Daishonin spiega di aver iscritto il Gohonzon, l'oggetto di culto, come
«vessillo della propagazione del Sutra del Loto» (RSND, 1, 737) e lo chiama «il
grande mandala mai conosciuto prima» (Ibidem, 738) che ha il potere di
permettere a tutte le persone di ottenere l'Illuminazione, e «cumulo di benefici»,6
cioè fonte di benefici infiniti.
Questo grande Gohonzon, afferma il Daishonin, si trova solo nella fede (cfr.
Ibidem, RSND, 1, 739).
La fede è la via fondam entale per il conseguimento della Buddità. Il Sutra del
Loto afferma: «Sei riuscito ad accedervi solo grazie alla fede».7 Persino
Shariputra, uno dei dieci maggiori discepoli di Shakyamuni considerato il "primo
in saggezza", fu in grado di accedere al regno sconfinato della Buddità
attraverso la fede e non con la sua saggezza.
Allo stesso modo, anche se siamo davanti al Gohonzon, senza fede non saremo
in grado di farne emergere il potere.
Il Daishonin conseguì lo stato vitale di Buddità perseverando nella sua strenua
lotta con lo spirito di «desiderano con un'unica mente vedere il Budda anche a
costo della vita» (SDLPE, 317).8 Poi iscrisse il suo stato vitale illuminato in forma
di mandala, il Gohonzon. Attraverso una fede basata sulla profonda
consapevolezza che «il Gohonzon esiste solo nella carne di noi persone comuni
che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo» (Il reale
aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 738) possiamo far scaturire benefici
incommensurabili.
Quando raccogliam o con forza il potere della fede e della pratica, recitiamo
Daimoku con tutto il cuore al Gohonzon e ci dedichiamo alla realizzazione del
grande voto di kosen-rufu, possiamo rivelare dentro di noi il mondo di Buddità
che è una sola cosa con la Legge mistica e manifestare il potere del Budda e
della Legge, godendo e fruendo liberamente di grandi benefici.
Su questo argomento il presidente Toda disse: «Noi facciamo sorgere il potere
della Legge e quello del Budda nell'esatta misura in cui raccogliamo il potere
della fede e quello della pratica; così, se il nostro impegno è cento, la risposta
sarà cento e se è mille la risposta sarà mille».9
Tutto dipende dalla fede. Come afferma il D aishonin in una lettera a un'altra
discepola: «Se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede.
Non è assolutamente colpa di Nichiren [se non ottieni risposta]» (Risposta alla
monaca laica Nichigon, RSND, 1, 957).
Le persone di forte fede non ristagna no mai e non giungono mai a un punto
morto.
Chi pe rsevera nella fede sperimenterà la meraviglia di realizzare nella sua vita il
vasto stato vitale di Buddità conseguito dal Daishonin e riuscirà a indirizzare
ogni cosa verso la felicità.
Coloro che "vi accedono solo grazie alla fede" non saranno mai sconfitti dalla
sfortuna.

Credere unicamente nel Sutra del Loto conduce direttamente alla felicità
Più avanti nello scritto Il reale aspetto del Gohonzon il Daishonin cita due passi
del Sutra del Loto - «mettendo da parte onestamente gli espedienti (SDLPE, 90)
e non accettando un solo verso degli altri sutra» (SDLPE, 131) - al fine di
sottolineare l'importanza di "credere unicamente" nel Sutra del Loto.
"Unicamente" qui si può interpretare anche come "nell'unico e solo" o come
"con un'unica mente".
Il Daishonin afferma c he credendo unicamente nel Sutra del Loto - scartando
onestamente gli espedienti e non accettando nemmeno un singolo verso degli
altri sutra - si può «entrare nella Torre preziosa del Gohonzon» (RSND, 1, 739). In
altre parole abbracciando il Gohonzon di Nam-myoho-renge-kyo e dedicandoci
con tutto il cuore a kosen-rufu possiamo accedere a quel palazzo della felicità
che è il mondo di Buddità ovunque ci troviamo e quali che siano le nostre
circostanze.
Parlando de l nostro atteggiamento nei confronti del Gohonzon, Toda disse che
dovremmo recitare con un'unica mente, cioè credendo unicamente nella Legge
mistica.
Perseve rando con questa fede possiamo raccogliere benefici incommensurabili.
Abbracciando la Legge mistica e impegnandosi sinceramente nella pratica
buddista chiunque può percorrere con fierezza il grande cammino della
rivoluzione umana e conseguire uno stato di felicità assoluta.
Il Daishonin prosegue così: «La cosa più importante è che, recitando soltanto
Nam-myoho-renge-kyo, puoi conseguire la Buddità» (Ibidem) e dichiara che il
conseguimento della Buddità dipende dalla forza della propria fede (cfr. Ibidem).
La nostra felicità non è determinata dai nostri anni di pratica né tanto meno dalla
nostra posizione nell'organizzazione o nella società, bensì dalla forza e dalla
profondità della nostra fede.
Un assunto fondamentale ne l Buddismo di Nichiren Daishonin è che tutto parte
dalla fede, indipendentemente da chi siamo o dalla situazione che stiamo
vivendo.

«Ciò che chiamiamo fede non è niente di straordinario. Aver fede significa
riporre fiducia nel Sutra del Loto, in Shakyamuni e Molti Tesori, nei Budda e
bodhisattva delle dieci direzioni, negli dèi celesti e nelle divinità
benevolenti, e recitare Nam-myoho-renge-kyo, così come una donna ama il
marito, come un uomo dà la vita per sua moglie, come i genitori rifiutano di
abbandonare i figli o un figlio rifiuta di lasciare la madre. Inoltre, devi
meditare sui passi del sutra: "Mettendo da parte onestamente gli
espedienti" [SDLPE, 90] e "Non accettando un solo verso degli altri sutra"
[SDLPE, 131] e non pensare mai di rinnegarli, così come una donna non si
separerebbe mai dal suo specchio o come un uomo porta sempre la sua
spada» (Il significato della fede, RSND, 1, 920).

«L'inverno si trasforma sempre in primavera»
In Il significato della fede, indirizzato alla monaca laica Myoichi, il Daishonin
spiega vari aspetti importanti della fede ai quali dovremmo prestare attenzione.
Myoichi e il marito praticavano gli insegnamenti del Daishonin; durante la
repressione che colpì i seguaci in seguito alla persecuzione di Tatsunokuchi10
vennero loro confiscate le terre. Poi, prima che il Daishonin fosse perdonato e
potesse fare ritorno dall'esilio a Sado, il marito di Myoichi morì.
La monaca laica, che già aveva problemi di salute, rimase sola con due figli da
crescere, uno dei quali malato; ma non si fece sconfiggere dalle avversità e
continuò a praticare con fervore gli insegnamenti del Daishonin. Nonostante la
sua difficile situazione economica continuò a sostenerlo, inviando un servo ad
assisterlo prima sull'isola di Sado e in seguito sul monte Minobu.
A questa sincera "madre di kosen-rufu" il Daishonin inviò un messaggio di
speranza dal valore eterno: «L'inverno si trasforma sempre in primavera» (cfr.
RSND, 1, 477). Quanto sarà stata ispirata e sostenuta dalle parole di
incoraggiamento del suo maestro!
Le persone che hanno sofferto di più meritano di diventare le più felici: questo è
lo spirito di empowerment del Buddismo del Daishonin. Questo è il cuore stesso
di Nichiren Daishonin e la grande filosofia umanistica della Soka Gakkai.

Esprimiamo la nostra umanità
In seguito il Daishonin inviò alla monaca laica Myoichi la lettera Il significato della
fede, [di cui abbiamo sopra riportato un ampio brano], che inizia con le parole:
«Ciò che chiamiamo fede non è niente di straordinario».
Per spiegare questo punto il Daishonin paragona la fed e all'amore di una donna
per il marito, all'apprezzamento e alla protezione di un uomo per sua moglie, alla
cura dei genitori per i figli e all'attaccamento di un bambino alla madre.
L'affetto fra marito e moglie o fra genitore e figlio è un'espressione s pontanea
della vita, una manifestazione naturale della nostra umanità intrinseca.
Dovremmo recitare Nam-myoho-renge-kyo al Gohonzon con la stessa
naturalezza e spontaneità. Questa è la fede, ci sta dicendo il Daishonin.
Dopo essere rimasta vedova, Myoichi continuò a impegnarsi devotame nte nella
fede non solo personalmente ma anche al posto del marito defunto, facendo del
suo meglio per allevare i figli e far sì che diventassero bravi ragazzi. Senza
dubbio le parole piene di compassione del Daishonin ebbero un'eco profonda
nel suo cuore.
La fede dovreb be essere sempre semplice e onesta.
Come scrive il Daishonin: «Quando c'è da soffrire, soffri; quando c'è da gioire,
gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare
Nam-myoho-renge-kyo» (Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607). Dovremmo
portare ogni cosa davanti al Gohonzon, sia nella sofferenza sia nella gioia,
esprimendo nella nostra preghiera quello che abbiamo nel cuore.

Pratichiamo con naturalezza e in libertà
Il Daishonin iscrisse il Gohonzon per la felicità di tutte le persone. Quando
recitiamo Nam-myoho-renge-kyo davanti al Gohonzon e veniamo in contatto
con lo stato vitale illuminato che il Daishonin vi ha incarnato, non possiamo non
diventare felici. Il Budda dell'Ultimo giorno della Legge proteggerà di certo
coloro che agiscono come suoi inviati per far progredire kosen-rufu.
La forza e la profondità della fede non si misurano con indicatori esterni. Per
esempio, il Daishonin non ha mai detto quanto a lungo si dovesse recitare
Daimoku o cose del genere. Naturalmente, è importante stabilire obiettivi
personali rispetto al Daimoku che vogliamo recitare, ma ciò non significa strafare
e magari forzarci di praticare a tutti i costi anche quando siamo troppo stanchi o
assonnati soltanto perché avevamo fissato quella determinata quantità. Forse è
più produttivo e crea maggior valore riposarsi e recitare la mattina dopo quando
ci si sente più freschi mentalmente e fisicamente.
Il Daishonin insegna che recitare Nam-myoho-re nge-kyo anche una sola volta
porta benefici incommensurabili.
E scrive anche: «Il nitrito dei ca valli bianchi è il suono delle nostre voci che
recitano Nam-myoho-renge-kyo»11 (Re Rinda, RSND, 1, 880). Facciamo
emergere una potente forza vitale recitando un Daimoku vibrante e rinfrescante
con il ritmo di un magnifico destriero che galoppa su una pianura sconfinata.
Vi prego di ricordare sempre che stiamo praticando questo Buddismo per
realizzare la nostra felicità e quella degli altri.

«Accettare e sostenere questa Legge originale è espresso con la sola
parola "convinzione" o "fede". La sola parola "fede" è la spada affilata con
cui si affronta e si vince l'oscurità fondamentale o ignoranza fondamentale.
Il commentario [Parole e frasi del Sutra del Loto, di T'ien-t'ai] dice: "Fede
significa non avere dubbi". Dovreste riflettere su questo» (Raccolta degli
insegnamenti orali, BS, 116, 61).

Sconfiggere l'oscurità fondamentale tramite il "non avere dubbi"
C'è ancora un punto importante che riguarda l'atteggiamento nella fede, ed è il
credere senza avere dubbi.
Nella Raccolta degli inseg namenti orali il Daishonin afferma che la fede è la
«spada affilata» che vince l'illusione profondamente radicata dell'oscurità o
ignoranza fondamentale. Per spiegare cosa sia la fede cita la definizione che ne
dà T'ien-t'ai in Parole e frasi del Sutra del Loto: «Fede significa non avere
dubbi».
«Non av ere dubbi» vuol dire credere nel Gohonzon (Nam-myoho-renge-kyo) con
una fede assoluta che non si fa scuotere dagli ostacoli.
Il contrario di ciò consiste nel comprendere gli inseg namenti ma mancare di
fede. Il Daishonin ammonisce: «Con "comprensionesenza fede" si intendono
coloro che capiscono a fondo le dottrine buddiste, ma mancano di fede: costoro
non potranno mai conseguire la Buddità» (Lettera a Niiike, RSND, 1, 914). La
comprensione intellettuale di difficili insegnamenti buddisti non sarà sufficiente
per conseguire la Buddità in questa esistenza.
Cosa significa dunque «non avere dubbi»? Si gnifica credere con tutto il cuore,
avere una convinzione assoluta. Tuttavia vorrei far notare che c'è una distinzione
fondamentale tra il non avere dubbi [dopo aver fatto domande e cercato
risposte] e il semplice non dubitare.
Se una religione negasse la possi bilità di nutrire dubbi rifiuterebbe la libertà
intrinseca dello spirito umano [di fare domande e pensare criticamente]. Sarebbe
una religione estraniata dalla società e correrebbe il rischio di diventare
dogmatica e fanatica.

Fede per costruire un io incrollabile
Iniziai il mio cammino nella fede quando avevo diciannove anni. Sebbene il
presidente Toda mi avesse appena incontrato, diede risposte chiare a ognuna
delle mie domande sincere. Nelle sue parole percepivo un'indiscutibile saggezza
e un'umanità profonda. In seguito venni a sapere che era rimasto fedele alle
proprie idee anche quando era stato incarcerato dalle autorità militariste in
tempo di guerra. Sentivo istintivamente di poter credere in ciò che quell'uomo
diceva, e così decisi di unirmi alla Soka Gakkai. Fu anzitutto riponendo fiducia in
Toda come mio maestro che giunsi poi ad approfondire la mia fede nella Legge
mistica e nel Gohonzon.
Naturalmente essendo u n giovane principiante avevo molte domande, ma grazie
all'incontro con Toda potei meditare a lungo sulle risposte che il Buddismo offre
alle questioni fondamentali dell'esistenza e della filosofia.
Il presidente Toda diceva spesso: «La fede ricerca la comprensione e la
comprensione approfondisce la fede». "Comprensione" qui si potrebbe
chiamare anche "logica" o "ragione"; secondo la mia esperienza personale la
fede si approfondisce ponendo domande e chiarendo dubbi, continuando a
pensarci attentamente nel corso della nostra pratica buddista fino a giungere a
una risposta soddisfacente che possiamo accettare con tutto il cuore.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin afferma: «Al di fuori della
fede non può esserci nessuna comprensione, e al di fuori della comprensione
non può esserci alcuna fede» (BS, 111, 47).
In altre parole, approfondendo la fede sorge lo spirito di ricerca di voler capire, e
attraverso lo studio e la messa in pratica degli insegnamenti rafforziamo la
nostra convinzione sperimentando il potere della pratica buddista. Forgiare una
convinzione assoluta nelle profondità della nostra vita è ciò che significa "non
avere dubbi".
Tornando al p asso che stiamo studiando, il Daishonin dichiara che l'oscurità o
ignoranza fondamentale si può vincere con la «spada affilata» della fede, in altre
parole con una fede libera dal dubbio.
L'oscurità o ignoranza fondamentale è l'illusione o negatività più essenziale, è
l'incapacità di credere che la natura di Budda sia inerente alla nostra vita e ciò
sostanzialmente equivale al non riuscire a credere nella dignità della nostra vita.
Se non riusciamo a credere nella nostra natura di Budda ovviamente non
potremo credere nemmeno in quella degli altri.
La scienza e la tecnologia, per quanto avanza te, non sono in grado di risolvere
questo problema. Nel mondo attuale, dove dominano l'odio e la mancanza di
fiducia, il Buddismo di Nichiren Daishonin ci insegna a far risplendere lo stato
vitale di suprema nobiltà intrinseco in noi e ad aiutare anche gli altri a farlo,
creando così una vita di vera gioia. La fede nella Legge mistica è la «spada
affilata» che sconfigge l'oscurità inerente alla vita.

«Nam-myoho-renge-kyo è la vostra stessa vita»
Il presidente Toda diceva: «Dovete essere convinti che Nam-myoho-renge-kyo è
la vostra stessa vita!»12 e parlava di «propagare la Legge mistica con la ferma
convinzione che la vostra vita non è altro che Nam-myoho-renge-kyo!».13
Questa è la conclusione a cui giunge il Buddismo del Daishonin. Sono co nvinto
che le parole di Toda esprimono quella convinzione incrollabile che rappresenta
l'essenza stessa della «spada affilata» della fede in grado di dissolvere ogni
oscurità e ignoranza.
Praticando il Buddism o del Daishonin noi membri della Soka Gakkai possiamo
conseguire uno stato vitale nel quale percepiamo profondamente che noi stessi
siamo entità della Legge mistica e che ognuno di noi possiede un potenziale
illimitato.
Kosen-ru fu non è altro che la realizzazione di un'epoca di rivoluzione spirituale in
cui ognuno agisce credendo profondamente nella natura di Budda infinitamente
nobile inerente a ogni persona.
Noi stiamo guidando questo m ovimento per attuare un grande cambiamento nel
destino di tutta l'umanità.
In quanto membri della Soka Gakkai ci impegniamo con una fede volta alla
realizzazione di kosen-rufu mirando a costruire la nostra felicità e quella degli
altri. Ciò incarna perfettamente lo spirito fondamentale della fede insegnato dal
Daishonin.
Molti impo rtanti pensatori hanno espresso meraviglia e ammirazione per la
ricchezza delle esperienze che i membri della Soka Gakkai hanno realizzato in
ogni parte del mondo grazie alla loro fede e alla loro pratica.
Nichiren Daishonin scrive: «Sebbene io e i miei discepoli p ossiamo incontrare
varie difficoltà, se non nutriamo dubbi nei nostri cuori, conseguiremo
naturalmente la Buddità» (L'apertura degli occhi, RSND, 1, 256-257).
La Soka Gakkai è un insieme di campioni che hanno interiorizzato qu esto passo
e che, senza farsi sconfiggere da alcuna difficoltà, hanno dato tante
testimonianze di fede invincibile. Hanno accumulato innumerevoli "tesori del
cuore" e approfondito illimitatamente la loro fede. Hanno forgiato una fede pura,
profonda e forte.
La fede dei mem bri della Soka Gakkai è pervasa dalla saggezza di vivere sulla
base della verità fondamentale della Legge mistica, dal coraggio di sradicare
ogni forma di infelicità o disperazione e dalla compassione che scaturisce dalla
convinzione che tutte le persone sono Budda. È una fede dalle salde radici che
permette loro di realizzare una condizione di felicità eterna.

La Soka Gakkai è e sarà sempre un'organizzazione basata sulla fede
Come membri della Soka Gakkai abbiamo una dedizione pura alla verità e alla
giustizia. Abbiamo una ferma convinzione basata su chiare prove documentarie,
teoriche e concrete. Abbiamo una fede potente e invincibile.
La Soka Gakkai è e sarà sempre un'organizzazione basata s ulla fede.
Vi prego di unirvi a me e ai compagni di fede di tutto il mondo e di percorrere
insieme con fierezza e fiducia in noi stessi il grande cammino della fede, uniti
nello spirito di non dualità di maestro e discepolo e direttamente legati a
Nichiren Daishonin.
Adesso è il tempo d i costruire le fondamenta eterne della Soka Gakkai.
Note
1) Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Opere complete di Josei Toda), Seikyo
Shimbunsha, Tokyo, vol. 3, p. 72.
2) Ibidem, pp. 72-73.
3) In giapponese la pa rola" fede" è composta da due caratteri.
4) Josei Toda, op. cit., vol. 4, p. 582.
5) Ibidem, p. 583.
6) Scrive il Da ishonin: «Mandala è una parola sanscrita che significa
"perfettamente dotato" o "cumulo di benefici"» (RSND, 1, 738-739).
7) «Tu stesso, Shariputra, nel caso di questo sutra sei riuscito ad ac cedervi solo
grazie alla fede» (SDLPE, 124-125).
8) Questo passo insegna che il Bu dda appare in risposta all'intenso spirito di
ricerca delle persone. Si può interpretare come il risveglio del mondo di Buddità
eterno che esiste nella propria vita. In altre parole, lo stato vitale di Buddità
emerge in coloro che si dedicano instancabilmente alla realizzazione del grande
voto di kosen-rufu con costante spirito di ricerca nei confronti del Budda e fede
nella Legge mistica.
9) Josei Toda, op. ci t., vol. 1, p. 149.
10) Persecuzione di Tatsunokuchi: il tentativo fallito, dietro istigazione di potenti
esponenti del governo, di decapitare il Daishonin con il favore della notte sulla
spiaggia di Tatsunokuchi, alla periferia di Kamakura, il 12 settembre 1271.
11) In Re Rinda il Daishonin scrive che, quando re Rinda udì i cavalli b ianchi
nitrire, «la carnagione del re recuperò il colore originale, come il sole che
riemerge da un'eclisse, e la forza del suo corpo e le sue capacità mentali
divennero molte centinaia e migliaia di volte superiori a quelle che possedeva in
precedenza» (RSND, 1, 877).
12) Josei Toda, op. cit., vol. 2 , p. 467.
13) Cfr. Ibidem, pp. 466-467.

(Traduzione di Marialuisa Cellerino)

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