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Contributo per la riunione di discussione Gruppo Galliano

In una lettera inviata ad Abutsu-bo, uno dei suoi fedeli discepoli che si trovava sull'isola di Sado, il Daishonin scrive: «Potresti pensare di aver fatto offerte alla Torre preziosa del Tathagata Molti Tesori ma non è così. Le hai offerte a te stesso» (La Torre preziosa, RSND, 1, 264). 
Una fede che onora e riverisce il Gohonzon valorizza la Torre preziosa della nostra vita. Quando recitiamo Daimoku davanti al Gohonzon, tutti i Budda e i bodhisattva dell'intero universo ci sostengono e ci proteggono. Ma se offendiamo il Gohonzon non avremo tale sostegno e protezione. 
Per questa ragione il nostro atteggiamento e la nostra determinazione sono veramente importanti e hanno un'influenza penetrante e di vasta portata. 
Per esempio, a volte capita di fare Gongyo forzatamente o di non aver voglia di prendere parte alle attività della SGI. Questa condizione mentale si rifletterà nell'universo, come sulla superficie di uno specchio chiaro. Le divinità celesti agiranno di malavoglia e non eserciteranno appieno la loro forza protettiva. 
Viceversa, quando fate Gongyo con gioia e portate avanti le attività per kosen-rufu con la risoluzione di accumulare maggiore fortuna nella vostra vita, le divinità celesti saranno felici e si attiveranno per sostenervi. Dovendo agire in ogni caso, va a vostro vantaggio farlo volentieri e con gioia. 
Se praticate controvoglia pensando che state sprecando il vostro tempo, il dubbio e il lamento cancelleranno i benefici. Se continuate a praticare così, non avrete benefici e questo vi convincerà ulteriormente del fatto che praticare non serve a niente. È un circolo vizioso. 
Chi pratica questo Buddismo pieno di dubbi e scetticismo, avrà dei risultati che nel migliore dei casi saranno insoddisfacenti. Questo è il riflesso della fede debole sullo specchio dell'universo. D'altro canto, quando vi alzate con una forte convinzione, godrete di buona fortuna e benefici illimitati. 
È importante aprire e liberare la mente, che è al tempo stesso estremamente sottile e incredibilmente profonda. Quando facciamo così, sia la nostra vita che il nostro stato mentale si espanderanno in maniera illimitata e ogni azione diventerà fonte di benefici. Comprendere profondamente il sottile funzionamento della propria mente è la chiave per la fede e per conseguire la Buddità in questa esistenza. 
C'è un proverbio russo che dice: «Non maledire lo specchio se la faccia è storta». Il riflesso nello specchio è il proprio. Ma qualcuno se la prende con lo specchio! [ride].
Allo stesso modo, la felicità o l'infelicità sono interamente il riflesso delle cause positive e negative accumulate nella propria vita. Non possiamo biasimare gli altri per le nostre sfortune. Questo è ancora più vero nel mondo della fede. 
C'è un racconto popolare giapponese che parla di un piccolo villaggio dove nessuno aveva uno specchio, che a quei tempi erano costosissimi. Un uomo di ritorno da un viaggio nella capitale ne portò uno come souvenir alla moglie che, vedendolo per la prima volta, rispecchiandovisi esclamò: «Chi è mai questa donna? Devi aver portato con te una ragazza dalla capitale!», e iniziarono così a litigare. 
Anche se questo è solo un aneddoto divertente, molti si arrabbiano o si lamentano di fatti che non sono altro che il riflesso della loro stessa vita, la condizione della loro mente e le cause che hanno messo. Come la moglie del racconto che esclama: «Chi è mai questa donna?», non si rendono conto della propria follia. 
Poiché ignorano lo specchio della vita del Buddismo, queste persone non sono capaci né di vedersi come realmente sono, né di guidare gli altri, né di discernere la vera natura di quanto accade nella società.

Da un discorso di Daisaku Ikeda tenuto il 27 febbraio 1990 in occasione di una riunione della divisione donne americana presso il campus dell'Università Soka di Los Angeles a Calabasas in California.




La cosa importante è continuare a recitare Daimoku ogni giorno, qualunque cosa accada. Nam-myoho-renge-kyo è il potere fondamentale dell'universo. Vi prego di recitare un Daimoku sonoro al mattino e alla sera, con il ritmo vibrante e vigoroso di cavalli maestosi che galoppano attraverso i cieli.
Visto che quando recitiamo Daimoku davanti al Gohonzon siamo di fronte al Budda, il nostro atteggiamento dovrebbe essere rispettoso. Al contempo, però, dovremmo sentirci liberi di esprimere onestamente e direttamente al Gohonzon ciò che abbiamo nel cuore. 
Il Gohonzon è la manifestazione del Budda dotato di compassione infinita. Dovremmo perciò recitare per i nostri desideri, i nostri problemi e le nostre aspirazioni per quelli che sono. Quando soffriamo, ci sentiamo tristi o stiamo affrontando delle difficoltà, dovremmo semplicemente portare tutto davanti al Gohonzon aprendo il nostro cuore, come un bambino che si aggrappa alla madre buttandosi tra le sue braccia. Il Gohonzon "ascolterà" ogni nostra parola. Recitiamo come se stessimo portando avanti una conversazione, confidando i nostri più intimi pensieri. Col tempo, anche le sofferenze dell'inferno svaniranno come la rugiada al mattino e sembreranno nient'altro che un sogno.
Se, per esempio, ci rendiamo conto di aver commesso qualche errore, dovremmo pregare chiedendo scusa dal profondo del cuore e riflettere umilmente sul nostro atteggiamento. Decidiamo di non ripetere mai più quell'errore e ripartiamo. 
Nei momenti cruciali decidiamo risolutamente di vincere e recitiamo Daimoku con la forza del ruggito di un leone o la ferocia di un demone asura, come se dovessimo scuotere tutto l'universo. Inoltre, la sera recitiamo Daimoku con gioia, con un profondo senso di gratitudine per la giornata. 
Nella Raccolta degli insegnamenti orali, Nichiren Daishonin cita le parole: «Mattina dopo mattina ci svegliamo con il Budda, sera dopo sera andiamo a dormire con il Budda»16 (BS, 113, 48). Ciò significa che chi continua a recitare Daimoku sinceramente è sempre insieme al Daishonin, il Budda dell'Ultimo giorno della Legge. Questo è vero non solo quando siamo vivi ma anche dopo la morte. Il Budda originale e tutte le divinità celesti dell'intero universo ci proteggeranno. Possiamo perciò sperimentare un senso di profonda sicurezza dentro di noi ed essere liberi dalla paura. Possiamo godere della nostra vita con completa fiducia. 
Recitare Daimoku trasforma la sofferenza in gioia, e la gioia in una gioia suprema. Per questo è importante recitare Nam-myoho-renge-kyo risolutamente qualunque cosa accada, sia che siamo felici sia che siamo tristi, in tempi buoni o nei periodi difficili. Questa è la diretta via verso la felicità.


Adattato da La nuova rivoluzione umana, vol. 11, capitolo "Nuove frontiere", pubblicato in giapponese nell'ottobre 2002. Cfr. D. Ikeda, La nuova rivoluzione umana, vol. 11, Esperia, 2004, p. 94 e seguenti).

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