Lo studio del mese di novembre
Le persecuzioni che colpiscono il santo / 1
Il Buddismo del sole / Lezione di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren
Daishonin
IL BUDDISMO DELLA GENTE: VERSO L'EPOCA DI UNA RELIGIONE
UMANISTICA
Il 2 ottobre 1960 partii dall'aeroporto Haneda di Tokyo per il mio primo viaggio
mirato a incoraggiare i membri che vivevano fuori dal Giappone.
Avevo deciso di partire il secondo giorno del mese perché il mio maestro, Josei
Toda, era morto il 2 aprile 1958. Portai con me una sua fotografia, che tenevo
nella tasca interna della giacca. Da quel primo passo per la realizzazione di
kosen-rufu mondiale, negli Stati Uniti, sono passati cinquantacinque anni. Il mio
viaggio per kosen-rufu è stata una lotta che ho condiviso con il mio maestro,
con il quale ho dialogato costantemente nel mio cuore.
Poco prima di morire Toda mi disse di aver fatto un sogno nel quale visitava il
Messico. «Tutti stavano aspettando - raccontò - tutti cercavano il Buddismo di
Nichiren Daishonin. Io voglio andare, voglio viaggiare nel mondo per kosen-rufu.
Daisaku, il mondo è la tua sfida; il mondo è il tuo vero palcoscenico».
Incisi nella mia vita queste parole e perciò, subito dopo la nomina a terzo
presidente della Soka Gakkai, cominciai a impegnarmi a tutto campo per kosenrufu
nel mondo, per la pace globale.
Kosen-rufu mondiale è l'ardente desiderio del mio maestro
A quell'epoca pochissimi membri vivevano fuori dal Giappone, sparsi tra il Nord
America, il Sud America e l'Asia, senza alcuna organizzazione locale che
potesse sostenerli.
Ma io ero certo che il tempo di kosen-rufu mondiale, il volere di Nichiren
Daishonin, fosse arrivato. O meglio, ero determinato a far sì che quello fosse il
tempo. La realizzazione di kosen-rufu nel mondo era l'ardente desiderio del mio
maestro e il mio voto come suo discepolo.
Nei decenni intercorsi da allora ho visitato cinquantaquattro aree e nazioni del
mondo incoraggiando una persona dopo l'altra, e ho pregato sinceramente
affinché sul nostro pianeta emergessero innumerevoli Bodhisattva della Terra.
Ho intrapreso anche numerosi dialoghi sui temi della pace, della cultura e
dell'educazione con leader politici e pensatori di diversi campi, allo scopo di
aprire la strada all'armonia e alla cooperazione per tutta l'umanità.
Adesso, grazie al potere di persone comuni che lavorano insieme in prima linea
nella società, la SGI si è diffusa in 192 aree e nazioni e si è aperta una nuova era
di kosen-rufu mondiale.
Ovunque emergono, una dopo l'altra, persone capaci risvegliate alla missione di
diffondere la Legge mistica, che espandono a livello globale una rete per il bene,
esprimendo così l'essenza del Buddismo della gente di Nichiren Daishonin.
Adesso che il sipario si sta alzando su una nuova epoca di umanesimo
buddista, vorrei discutere dello scritto Le persecuzioni che colpiscono il santo. In
questa lettera il Daishonin proclama trionfante che, grazie alla lotta di discepoli
pronti a rischiare la vita per proteggere ciò in cui credevano, si era affermato un
insegnamento buddista per tutte le persone.
«Adesso, nel secondo anno di Koan (1279), segno ciclico tsuchinoto-u,
sono passati ventisette anni da quando per la prima volta proclamai questo
insegnamento al tempio Seicho.1 Era l'ora del cavallo [mezzogiorno] del
ventottesimo giorno del quarto mese del quinto anno di Kencho (1253),
segno ciclico mizunoto-ushi, nel lato meridionale della sala Jibutsu-do
nello Shobutsu-bo del tempio Seicho situato nel villaggio di Tojo. Tojo è
adesso un distretto, ma allora faceva parte del distretto di Nagasa nella
provincia di Awa.2 Qui è situato quello che una volta era il secondo e
adesso è il più importante centro del paese, fondato da Minamoto no
Yoritomo,3 il generale della destra, per la fornitura di vettovaglie al
santuario della Dea del Sole.4 Il Budda realizzò lo scopo della sua
comparsa in poco più di quarant'anni; T'ien-t'ai5 in trent'anni circa e
Dengyo6 in circa venti. Ho parlato più volte delle persecuzioni indescrivibili
che sopportarono in quegli anni. Io ho impiegato ventisette anni e le grandi
persecuzioni che ho affrontato durante questo periodo sono ben note a voi
tutti.
Nel Sutra del Loto si legge: "Poiché odio e gelosia nei confronti di questo
sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio
sarà dopo la sua scomparsa?" (SDLPE, 235)».
La voce di persone risvegliate alla propria missione
Un potere arrogante che cerca di soggiogare le persone teme sopra ogni cosa
un popolo risvegliato che chiede verità e giustizia. Il Daishonin compose Le
persecuzioni che colpiscono il santo il primo ottobre 1279, nel pieno della
persecuzione di Atsuhara7 che colpì persone risvegliate alla nobile missione di
combattere la natura demoniaca del potere.
Un famoso passo del trattato La scelta del tempo afferma: «Anche se, poiché
sono nato nel dominio del governante, sembra che io lo segua nelle azioni, non
lo seguirò mai nel mio cuore» (RSND, 1, 520). Fu ciò che il Daishonin disse a Hei
no Saemon-no-jo8 quando tornò a Kamakura dopo il condono dell'esilio
sull'isola di Sado.
Le sue parole furono come il ruggito di un leone. In pratica Nichiren dichiarò a
Hei no Saemon, un governante dotato di potere assoluto: «Puoi condannarmi a
morte o all'esilio, ma non puoi privarmi della mia libertà interiore: io non sarò mai
sconfitto!». La libertà spirituale e la libertà di religione sono diritti umani
fondamentali e inviolabili: in tal senso questo brano è una maestosa
enunciazione della grande battaglia del Daishonin per i diritti umani,
l'affermazione che lo spirito umano non può essere costretto da alcuna autorità.
Nessuna tirannia, per quanto assoluta, può sottomettere lo spirito umano. I
contadini di Atsuhara - che rifiutarono con fermezza di abbandonare la fede nel
Sutra del Loto nonostante le minacce e le intimidazioni da parte delle autorità -
sono un perfetto esempio di questa verità. Combatterono fino alla fine con lo
stesso spirito descritto in questo passo di La scelta del tempo. La persecuzione
di Atsuhara fu un evento in cui i discepoli che avevano abbracciato
l'appassionato messaggio del Daishonin ottennero un'immensa vittoria spirituale
nella loro lotta per la verità e la giustizia.
Una fede coraggiosa è il fattore chiave
Cogliamo questa occasione per ricapitolare come si svolse la persecuzione di
Atsuhara.
A quel tempo, grazie alle attività di propagazione di Nikko Shonin9 nella zona del
Fuji della provincia di Suruga (parte dell'attuale prefettura di Shizuoka), molti
contadini avevano preso fede nella Legge mistica. Sentendosi minacciati dal
crescente numero di persone convertite da Nikko, da molti anni il vice capo dei
preti del tempio Ryusen, Gyochi,10 e altri preti della zona perseguitavano e
vessavano senza sosta i seguaci del Daishonin. La persecuzione maggiore ebbe
luogo il 21 settembre 1279 quando venti contadini, discepoli del Daishonin,
furono arrestati sulla base di false accuse. Vennero condotti a Kamakura e
sottoposti e crudeli interrogatori e torture da Hei no Saemon-no-jo perché si
decidessero ad abbandonare la fede, ma nessuno di loro cedette. Continuarono
a recitare Nam-myoho-renge-kyo11 combattendo tenacemente contro
quell'ingiusta repressione da parte delle autorità.
In seguito i loro leader, i fratelli Jinshiro, Yagoro e Yarokuro, furono giustiziati e
morirono da martiri per difendere le proprie convinzioni. Nonostante ciò,
nessuno dei contadini ancora in carcere abiurò e tutti rimasero fedeli alla Legge
mistica.
Come dicevo, Le persecuzioni che colpiscono il santo fu composto il primo
ottobre, cioè poco prima che i tre martiri di Atsuhara perdessero la vita. Senza
dubbio il Daishonin riceveva notizie dettagliate sugli sviluppi successivi
all'arresto dei suoi discepoli avvenuto il 21 settembre.
Si ritiene che i tre martiri di Atsuhara e gli altri contadini discepoli del Daishonin
si fossero convertiti da poco al Buddismo di Nichiren. Avvertendo la loro
angoscia e la loro sofferenza, egli cercò di incoraggiarli con tutto il cuore e
comunicò con forza ai discepoli di Kamakura e delle altre località quanto fosse
importante mantenere una fede risoluta. I discepoli di Atsuhara erano sull'orlo di
un precipizio ma, ricercando con sincerità la guida del Daishonin, sopportarono
le persecuzioni e si dedicarono fino alla fine alla loro missione di diffondere la
Legge mistica. Parlando dell'atteggiamento dei tre fratelli di Atsuhara, disposti a
dare la vita per quello in cui credevano, Toda diceva: «La fede non dipende dal
numero di anni di pratica ma dal coraggio. Le persone che hanno una fede
coraggiosa sono le più degne di ammirazione».
Una fede coraggiosa è quella che dimostrano i discepoli che si impegnano con
lo stesso spirito del loro maestro.
La formazione dei discepoli a Minobu
All'inizio della lettera il Daishonin scrive di aver proclamato per la prima volta il
suo insegnamento il 28 aprile 1253 (cfr. RSND, 1, 884). Aveva trentadue anni e in
quella data spiegò che Nam-myoho-renge-kyo è la Legge fondamentale per
l'Illuminazione di tutte le persone nell'epoca malvagia successiva alla morte del
Budda.
Nei ventisette anni successivi perseverò nella lotta per propagare la Legge
mistica nonostante le numerose persecuzioni, prima fra tutte quella di
Tatsunokuchi (cfr. RSND, 1, 884). A causa di queste, però, molti dei suoi
discepoli cedettero e abbandonarono la fede.
La fede che si dimostra in un momento cruciale è decisiva. Subito dopo la
persecuzione di Tatsunokuchi12 i discepoli del Daishonin a Kamakura furono
perseguitati così ripetutamente e duramente che, come scrive il Daishonin,
«novecentonovantanove persone su mille [...] abbandonarono la fede» (Risposta
a Niiama, RSND, 1, 415). Nichiren osserva inoltre: «Alcuni non hanno ceduto
nella pratica, ma lo hanno fatto nel cuore, altri non hanno ceduto nel cuore, ma
lo hanno fatto nella pratica» (Più lontana la sorgente, più lungo il corso del fiume,
RSND, 1, 836).
Ciononostante, anche in quel periodo c'erano persone che continuavano a
seguire il sentiero corretto di maestro e discepolo mantenendo una fede
coraggiosa.
Dopo la persecuzione di Tatsunokuchi e l'esilio di Sado13 il Daishonin dedicò
l'ultima parte della vita a far crescere discepoli autentici, pronti ad affrontare e a
combattere persecuzioni come aveva fatto lui, e a ricostruire la comunità di
coloro che praticavano l'insegnamento corretto. Dopo essersi trasferito sul
Monte Minobu14 profuse ancor più energia in queste attività.
Nikko Shonin, il suo vero discepolo e successore, rispose a questa
determinazione portando avanti coraggiosamente le attività di propagazione. I
contadini di Atsuhara forse non ebbero occasione di incontrare il Daishonin di
persona, ma conoscevano il suo spirito attraverso le parole e le azioni
quotidiane di Nikko Shonin.
Fin dai tempi dell'esilio di Sado il Daishonin esortò con forza i discepoli a lottare
con lui, impegnandosi con il suo stesso spirito. Nei suoi scritti troviamo
ripetutamente frasi come «praticare come me» (Istituire i quattro bodhisattva
come oggetto di culto, RSND, 1, 869), «come faccio io» (Risposta a Sairen-bo,
RSND, 1, 277) e «come Nichiren» (Sulle diciotto perfezioni, RSND, 2, 856).
Senza dubbio esse risvegliarono nei discepoli un'acuta consapevolezza e un
profondo senso di missione.
Ispirati dall'esempio del Daishonin e dal suo appello a "praticare in accordo con
gli insegnamenti del Budda", essi si alzarono determinati ad agire al suo fianco.
Si batterono vigorosamente contro i tre ostacoli e i quattro demoni15 che
sorgono per osteggiare le forze del bene. Nel frattempo le autorità, condizionate
dalla natura demoniaca che non tollera il fiorire dell'insegnamento corretto,
intensificarono i loro attacchi. Fu nel corso di questa lotta che ebbe luogo la
persecuzione di Atsuhara.
Lo scopo del Budda è la felicità di tutte le persone
Constatando come i discepoli mantenessero una fede salda nell'unità di "diversi
corpi, stessa mente", incrollabili davanti alla repressione e alle vessazioni più
feroci da parte delle autorità, il Daishonin sentì che il tempo di kosen-rufu era
arrivato. È questo il contesto in cui, in questo scritto, egli parla dello «scopo del
suo avvento» in questo mondo (cfr. RSND, 1, 884).
Lo scopo dell'avvento o dell'apparizione di una persona è il motivo
fondamentale per il quale nasce in questo mondo. Nel secondo capitolo del
Sutra del Loto Espedienti Shakyamuni afferma che «i Budda, gli Onorati dal
mondo, appaiono nel mondo per un'unica grande ragione» (SDLPE, 74): l'unica
grande ragione dell'apparizione dei Budda nel mondo è insegnare il Sutra del
Loto, rivelando così che tutti gli esseri viventi possiedono intrinsecamente la
saggezza del Budda e tracciando la strada grazie alla quale tutte le persone
possono conseguire lo stato vitale di Buddità.16 Lo scopo dell'avvento di tutti i
Budda è realizzare il grande obiettivo di condurre ogni persona, senza
eccezione, all'Illuminazione. Possono fare ciò solo predicando il Sutra del Loto,
secondo il quale tutti possono conseguire la Buddità.
Chi insegna e diffonde l'insegnamento corretto senza risparmiare la propria vita,
non vacilla di fronte alle persecuzioni e fa proprio il desiderio del Budda, è un
vero devoto, un autentico praticante del Sutra del Loto.
In questo scritto il Daishonin descrive come Shakyamuni, T'ien-t'ai e Dengyo
perseverarono nella propagazione del loro insegnamento per decenni,
sopportando persecuzioni e realizzando così lo scopo della loro apparizione nel
mondo. Questi autentici devoti del Sutra del Loto, dopo lunghi anni di
persecuzioni, insegnarono tutti la Legge fondamentale per il conseguimento
della Buddità nella forma più appropriata al loro tempo.17
Nichiren Daishonin portò avanti il diretto lignaggio di questi tre maestri, che
avevano propagato il Sutra del Loto in tre diversi paesi. Nelle ultime righe di
Sulla profezia del Budda egli si definisce uno dei «quattro maestri dei tre
paesi»18 (RSND, 1, 357). Perciò lo scopo dell'apparizione del Daishonin nel
mondo, in quest'epoca dell'Ultimo giorno, è rivelare la Legge che conduce tutte
le persone all'ottenimento dell'Illuminazione. Nichiren comprese e rivelò che
questa Legge è Nam-myoho-renge-kyo, contenuta implicitamente nel
sedicesimo capitolo Durata della vita dell'insegnamento originale (seconda
metà) del Sutra del Loto.
Il voto di salvare tutte le persone dalla sofferenza
Lo scopo primario della vita del Daishonin era adempiere il voto della sua
gioventù, quello di salvare tutte le persone dalla sofferenza. Lo fece rivelando la
Legge fondamentale dell'Illuminazione universale, Nam-myoho-renge-kyo delle
Tre grandi Leggi segrete,19 e gettando le fondamenta eterne di kosen-rufu.
In questa lettera afferma: «Io ho impiegato ventisette anni e le grandi
persecuzioni che ho affrontato durante questo periodo sono ben note a voi
tutti», evidenziando che in quei ventisette anni aveva sopportato persecuzioni
più severe di quelle di Shakyamuni, proprio come predice il Sutra del Loto.
Tsunesaburo Makiguchi sottolineò questo passo nella sua copia degli scritti del
Daishonin.
Come scrive il Dashonin in L'apertura degli occhi, impegnarsi nella diffusione
della Legge mistica sopportando persecuzioni è la prova della sua «grande
compassione» (RSND, 1, 215). Motivato dall'infinita compassione di aiutare tutte
le persone a conseguire la Buddità, Nichiren richiamò le persecuzioni e mentre
le affrontava incarnò con la sua stessa vita la grande Legge dell'Illuminazione
universale. Le persecuzioni lo aiutarono ad adempiere il suo voto. Come Budda
dell'Ultimo giorno della Legge, il Daishonin dedicò la vita a condurre le persone
all'Illuminazione, ispirato dal suo grande e compassionevole voto di liberare per
sempre l'umanità dalla sofferenza, trasformando le persecuzioni in un
catalizzatore per realizzare kosen-rufu.
L'apparizione di discepoli altruisti determinati a portare avanti il grande
voto di kosen-rufu
Facendo proprio il voto del Daishonin con una fede pura, i contadini di Atsuhara
suoi discepoli si batterono contro l'oppressione del potere autoritario. Il loro
esempio di impegno invincibile davanti a un'aspra persecuzione è un modello di
dedizione altruistica alla propagazione della Legge basata su una fede
saldamente unita a quella del maestro. Fu un risultato senza precedenti, che
annunciò la vittoria del Buddismo della gente a beneficio delle generazioni
future.
Il Buddismo della gente è una filosofia che si basa sull'insegnamento
dell'Illuminazione universale esposto nel Sutra del Loto, dove si sostiene che
tutte le persone sono uguali, hanno pari dignità e valore supremo.
I protagonisti di questa filosofia non hanno capacità o attributi speciali, sono
comuni esseri umani. Sono il maestro e i discepoli che praticano e diffondono
l'essenza del Sutra del Loto nel mondo reale, nella società e nella propria
comunità, dove i discepoli si impegnano nella stessa pratica del maestro
sforzandosi di risvegliare sempre più individui. Il Buddismo della gente è una
religione umanistica, nella quale persone risvegliate alla propria missione
svolgono un ruolo trainante e aprono la strada per la vittoria di tutti.
Perseguitati per la loro fede nell'insegnamento corretto, gli anonimi contadini di
Atsuhara ingaggiarono una battaglia per conquistare una libertà spirituale
eterna. Simboleggiano l'emergere di un grande potere rappresentato dalle
persone che credono e praticano Nam-myoho-renge-kyo delle Tre grandi Leggi
segrete, l'essenza del Sutra del Loto, e si battono al fianco del Daishonin per
realizzare kosen-rufu. In tal modo furono saldamente gettate le fondamenta del
Buddismo della gente e ciò segnò l'adempimento dello scopo della comparsa
del Daishonin nel mondo.
L'essenza del Buddismo di Nichiren sta proprio nell'apparizione di questi
Bodhisattva della Terra dotati di una profonda missione, che assumono come
loro modello il Bodhisattva Mai Sprezzante.
L'apparizione di quei credenti di Atsuhara che non risparmiarono la loro vita per
il Buddismo diventò per i discepoli del Daishonin il fondamento immortale di
kosen-rufu che risplenderà per l'eternità.
«Tuttavia, in questi ventisette anni, Nichiren fu mandato in esilio nella
provincia di Izu il dodicesimo giorno del quinto mese del primo anno di
Kocho (1261), segno ciclico kanoto-tori, venne ferito alla fronte ed ebbe
una frattura alla mano sinistra l'undicesimo giorno dell'undicesimo mese
del primo anno di Bun'ei (1264), segno ciclico kinoe-ne. Fu condotto sul
luogo dell'esecuzione il dodicesimo giorno del nono mese dell'ottavo anno
di Bun'ei (1271), segno ciclico kanoto-hitsuji, e infine venne esiliato nella
provincia di Sado. Inoltre molti dei suoi discepoli furono assassinati o feriti,
banditi o multati pesantemente. Non so se queste prove siano uguali o
maggiori di quelle del Budda. Comunque le persecuzioni subite da
Nagarjuna, Vasubandhu,20 T'ien-t'ai e Dengyo non sono neanche
paragonabili alle mie. Se non fosse stato per l'avvento di Nichiren
nell'Ultimo giorno della Legge, il Budda sarebbe stato un gran bugiardo e
le testimonianze di Molti Tesori e dei Budda delle dieci direzioni sarebbero
state false. Nei duemiladuecentotrent'anni e più dalla morte del Budda,
Nichiren è stata la sola persona in tutto Jambudvipa che ha convalidato le
sue parole».
Incontrare persecuzioni è la prova di essere un devoto del Sutra del Loto
In questo passo il Daishonin scrive di aver superato numerose grandi
persecuzioni nei ventisette anni dalla fondazione del suo insegnamento e
dichiara che «Nichiren è stata la sola persona» nel mondo intero dopo la morte
di Shakyamuni ad aver dimostrato la verità delle parole del Budda (cfr. RSND, 1,
885). Le persecuzioni che cita sono l'esilio di Izu, la persecuzione di
Komatsubara, quella di Tatsunokuchi e l'esilio a Sado.
Chi è stato perseguitato per essersi impegnato a beneficio della Legge? Chi è il
devoto del Sutra del Loto che combatte contro i tre potenti nemici? Il Buddismo
insegna che dovremmo considerare una persona del genere il nostro vero
maestro.
«Dalla morte del Budda, Nichiren è stata la sola persona in tutto Jambudvipa
che ha convalidato le sue parole» perché di fronte a persecuzioni in cui rischiava
la vita rimase fedele al suo impegno di permettere a tutti gli esseri viventi di
ottenere l'Illuminazione.
È da notare come egli parli anche delle persecuzioni subite dai suoi discepoli:
«Inoltre molti dei suoi discepoli furono assassinati o feriti, banditi o multati
pesantemente» (Ibidem). Egli non fu il solo ad aver subìto persecuzioni, ma gli
attacchi si erano estesi anche ai suoi seguaci. Inoltre la repressione non
proveniva solo dai massimi esponenti della fazione centrale del governo militare
di Kamakura e dai preti malvagi collusi con loro, ma anche da vari signorotti e
feudatari locali oltre che dai clan e dalle famiglie stesse dei discepoli.
In questa lettera il Daishonin esprime la forte convinzione che le numerose
persecuzioni contro i suoi seguaci sono tutte prove della veridicità delle parole
del Budda.
Coloro che propagano l'insegnamento corretto e lottano contro le persecuzioni
sono veramente degni di rispetto. Per chi dedica la vita alla verità e alla giustizia
le persecuzioni sono una medaglia al valore, che prova la correttezza
dell'insegnamento abbracciato.
La SGI ha ereditato lo spirito del Daishonin
Alla luce degli scritti del Daishonin è certo che nel corso della battaglia per
kosen-rufu sorgeranno persecuzioni.
Shakyamuni fu perseguitato e così il Gran Maestro T'ien-t'ai. Il Daishonin e i
discepoli che hanno condiviso il suo spirito hanno dimostrato la veridicità della
predizione del Sutra del Loto: «E poiché odio e gelosia nei confronti di questo
sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà
dopo la sua scomparsa?» (SDLPE, 235).
La battaglia del Daishonin e dei suoi discepoli, che praticano esattamente come
mostra il Budda e diffondono l'insegnamento senza risparmiarsi, ha provato la
verità del Sutra del Loto e aperto la strada a kosen-rufu per l'eterno futuro. Far
crescere veri discepoli ha un significato particolarmente profondo. Attraverso la
lotta condivisa di maestro e discepolo il Buddismo della gente fu trasmesso alle
generazioni future, conducendo infine all'apparizione della Soka Gakkai ai nostri
giorni. In tal senso la missione e il ruolo della SGI, l'organizzazione della gente
che ha ereditato lo scopo fondamentale del Daishonin e lo ha diffuso in tutto il
mondo, assume un'importanza ancora maggiore.
Il filosofo indiano Lokesh Chandra, mio caro amico di lunga data, ha parlato
dell'illimitata fiducia e delle aspettative che nutre nei confronti della Soka
Gakkai: «La filosofia per la creazione di valore fondata da Makiguchi e
ulteriormente sviluppata da Toda si è diffusa in tutto il mondo grazie alle parole
del presidente Ikeda,fino a raggiungere dimensioni globali. [...] Nei termini di
creazione di un valore essenziale nella vita, la Soka Gakkai è una presenza rara
nel mondo odierno».
Quando persone consapevoli della propria missione per kosen-rufu decidono
fermamente di agire - trasmettendo da persona a persona la filosofia del rispetto
della vita basata sulla Legge mistica affinché si imprima profondamente in ogni
individuo - la società e i tempi subiscono una trasformazione radicale.
L'espansione della nostra rete Soka è il più sicuro passo avanti verso la
costruzione della pace. Il sole del Buddismo della gente sta ora sorgendo e
risplende sempre più luminoso come una sorgente di speranza.
È tempo di avviare la vera lotta dei discepoli autentici verso un'epoca d'oro di
vittoria dell'umanità! Adorniamo l'ottantacinquesimo anniversario della Soka
Gakkai [novembre 2015] con un magnifico successo e avanziamo insieme con
gioia e coraggio nella lotta condivisa di maestro e discepolo per espandere
ulteriormente il nostro movimento per kosen-rufu mondiale.
I brani utilizzati in questa lezione
(testo integrale RSND, 1, 884 e sul sito di Buddismo e società)
Adesso, nel secondo anno di Koan (1279), segno ciclico tsuchinoto-u, sono
passati ventisette anni da quando per la prima volta proclamai questo
insegnamento al tempio Seicho. Era l'ora del cavallo [mezzogiorno] del
ventottesimo giorno del quarto mese del quinto anno di Kencho (1253),
segno ciclico mizunoto-ushi, nel lato meridionale della sala Jibutsu-do
nello Shobutsu-bo del tempio Seicho situato nel villaggio di Tojo. Tojo è
adesso un distretto, ma allora faceva parte del distretto di Nagasa nella
provincia di Awa. Qui è situato quello che una volta era il secondo e adesso
è il più importante centro del paese, fondato da Minamoto no Yoritomo, il
generale della destra, per la fornitura di vettovaglie al santuario della Dea
del Sole. Il Budda realizzò lo scopo della sua comparsa in poco più di
quarant'anni; T'ien-t'ai in trent'anni circa e Dengyo in circa venti. Ho
parlato più volte delle persecuzioni indescrivibili che sopportarono in quegli
anni. Io ho impiegato ventisette anni e le grandi persecuzioni che ho
affrontato durante questo periodo sono ben note a voi tutti. Nel Sutra del
Loto si legge: «Poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra
abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà
dopo la sua scomparsa?». (RSND, 1, 884)
[...] Tuttavia, in questi ventisette anni, Nichiren fu mandato in esilio nella
provincia di Izu il dodicesimo giorno del quinto mese del primo anno di
Kocho (1261), segno ciclico kanoto-tori, venne ferito alla fronte ed ebbe
una frattura alla mano sinistra l'undicesimo giorno dell'undicesimo mese
del primo anno di Bun'ei (1264), segno ciclico kinoe-ne. Fu condotto sul
luogo dell'esecuzione il dodicesimo giorno del nono mese dell'ottavo anno
di Bun'ei (1271), segno ciclico kanoto-hitsuji, e infine venne esiliato nella
provincia di Sado. Inoltre molti dei suoi discepoli furono assassinati o feriti,
banditi o multati pesantemente. Non so se queste prove siano uguali o
maggiori di quelle del Budda. Comunque le persecuzioni subite da
Nagarjuna, Vasubandhu, T'ien-t'ai e Dengyo non sono neanche
paragonabili alle mie. Se non fosse stato per l'avvento di Nichiren
nell'Ultimo giorno della Legge, il Budda sarebbe stato un gran bugiardo e le
testimonianze di Molti Tesori e dei Budda delle dieci direzioni sarebbero
state false. Nei duemiladuecentotrent'anni e più dalla morte del Budda,
Nichiren è stata la sola persona in tutto Jambudvipa che ha convalidato le
sue parole (RSND, 1, 885).
Note
1) Tempio Seicho: il tempio nella provincia di Awa in cui il Daishonin studiò il
Buddismo in gioventù sotto la guida del prete anziano Dozen-bo.
2) La provincia di Awa corrisponde attualmente alla parte meridionale della
prefettura di Chiba.
3) Minamoto no Yoritomo (1147-1199): primo shogun del governo di Kamakura
che inaugurò la fase di amministrazione dello stato da parte della classe dei
guerrieri, trasferendo il potere effettivo dalla corte imperiale di Kyoto a
Kamakura.
4) Dea del Sole: la divinità centrale della mitologia giapponese e, secondo le
antiche cronache giapponesi, progenitrice del clan imperiale. In seguito fu
adottata nel Buddismo come divinità protettrice. Il suo nome giapponese è
Tensho Daijin o Amaterasu Omikami.
5) T'ien-t'ai (538-597): detto anche Gran Maestro T'ien-t'ai o Chih-i. Fondatore
della scuola T'ien-t'ai in Cina. Diffuse il Sutra del Loto in Cina e stabilì la dottrina
dei "tremila regni in un singolo istante di vita".
6) Dengyo (767-822): detto anche Gran Maestro Dengyo o Saicho. Fondatore
della scuola Tendai (T'ien-t'ai) in Giappone. Refutò gli errori delle sei scuole di
Nara, le scuole buddiste ufficiali del suo tempo esaltando il Sutra del Loto e
fondò un centro di ordinazione mahayana sul Monte Hiei.
7) Persecuzione di Atsuhara: minacce e atti di violenza contro i seguaci del
Daishonin del villaggio di Atsuhara, che iniziarono nel 1275 e durarono fino al
1283 circa. Nel 1279 venti contadini credenti furono arrestati sulla base di false
accuse. Interrogati da Hei no Saemon, vice capo degli affari militari e di polizia
che chiese loro di rinunciare alla fede, non cedettero e tre di loro vennero
decapitati.
8) Hei no Saemon: alto funzionario del clan Hojo. Fu al servizio di due reggenti,
Hojo Tokimune e Hojo Sadatoki, ed esercitò un'enorme influenza come vice
capo degli affari militari e di polizia (il capo era il reggente stesso). In combutta
con Ryokan, capo del tempio Gokuraku della scuola dei Precetti-Vera Parola, e
con altri alti prelati delle scuole buddiste ufficiali, perseguitò Nichiren e i suoi
seguaci.
9) Nikko Shonin (1246-1333): discepolo diretto e successore di Nichiren
Daishonin; fu l'unico dei sei preti anziani a restare fedele allo spirito del maestro.
Diventato suo discepolo in giovane età, lo seguì devotamente anche nell'esilio di
Sado. Quando il Daishonin si ritirò a Minobu, Nikko si dedicò alla propagazione
nella provincia di Suruga e nelle zone circostanti. Dopo la morte del Daishonin,
gli altri preti anziani presero gradualmente le distanze dagli insegnamenti del
maestro. Perciò Nikko si separarò da loro e si stabilì nel distretto del Fuji della
provincia di Suruga, dove trascorse il resto della vita proteggendo e propagando
gli insegnamenti del Daishonin e istruendo i discepoli.
10) Gyochi: prete laico e membro del clan Hojo. Sebbene non fosse un prete
ordinato, svolgeva le funzioni di vice capo dei preti del Ryusen-ji, un tempio
della scuola Tendai ad Atsuhara. Il suo nome completo era Hei no Sakon Nyudo
Gyochi.
11) In Risposta ai santi il Daishonin scrive: «Ho appreso che, quando gli accusati
hanno subìto l'ira dei funzionari, hanno recitato Nam-myoho-renge-kyo, Nammyoho-
renge-kyo. È davvero una cosa straordinaria! Sono certo che le dieci
fanciulle demoni devono aver preso possesso di Hei no Saemon per indurlo a
mettere alla prova la fede di questi devoti del Sutra del Loto» (RSND, 2, 781).
12) Persecuzione di Tatsunokuchi: il 12 settembre 1271 il Daishonin fu
ingiustamente arrestato e condotto nel cuore della notte sulla spiaggia di
Tatsunokuchi, alla periferia di Kamakura, per essere sommariamente giustiziato
approfittando del favore dell'oscurità. Il tentativo di decapitarlo però fallì e circa
un mese dopo fu esiliato sull'isola di Sado.
13) Esilio di Sado: dopo il fallito tentativo di decapitazione a Tatsunokuchi, il
Daishonin fu tenuto prigioniero presso la residenza del vice amministratore di
Sado, Homma Rokuro Saemon, a Echi. Dopo circa un mese, in cui le autorità
governative discutevano su cosa fare di lui, fu esiliato sull'isola di Sado, che
equivaleva a una condanna a morte. Ma quando le predizioni del Daishonin di
lotte intestine e invasione straniera si realizzarono, il governo lo perdonò, nel
marzo 1274, e il Daishonin fece ritorno a Kamakura.
14) Il Monte Minobu si trova in Giappone nell'attuale prefettura di Yamanashi.
Nichiren Daishonin vi risiedette negli ultimi anni della sua vita, dal maggio 1274
al settembre 1282, fino a poco prima della sua morte, dedicandosi all'istruzione
dei discepoli, a guidare le attività di propagazione e a scrivere trattati dottrinali.
15) Tre ostacoli e quattro demoni: vari ostacoli e impedimenti alla pratica
buddista. I tre ostacoli sono: l'ostacolo delle illusioni e dei desideri, l'ostacolo
del karma e l'ostacolo della retribuzione. I quattro demoni sono: il demone dei
cinque aggregati, il demone delle illusioni e dei desideri, il demone della morte, il
re demone del sesto cielo.
16) Nel Sutra del Loto si afferma: «I Budda, gli Onorati dal mondo, desiderano
aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi, per consentire
loro di ottenere la purezza; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi
desiderano mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi; per questa
ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano risvegliare gli esseri viventi alla
saggezza del Budda; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano
indurre gli esseri viventi a imboccare il sentiero della saggezza del Budda; per
questa ragione appaiono nel mondo» (SDLPE, 74). Questo passo rivela i quattro
aspetti della saggezza del Budda: aprire, dimostrare, risvegliare e aiutare le
persone a imboccare il sentiero della saggezza del Budda.
17) Shakyamuni predicò i ventotto capitoli del Sutra del Loto, T'ien-t'ai lasciò il
trattato Grande concentrazione e visione profonda e Dengyo istituì il santuario
dell'insegnamento transitorio facendo costruire un palco di ordinazione
mahayana sul Monte Hiei. Secondo il Daishonin questi erano gli scopi per i quali
erano apparsi in questo mondo.
18) Sono i quattro maestri apparsi in India, Cina e Giappone per propagare il
Sutra del Loto: Shakymuni in India, il Gran maestro T'ien-t'ai in Cina, il Gran
Maestro Dengyo e Nichiren Daishonin in Giappone. In Sulla profezia del Budda il
ôˇ⁄¡ôˇ⁄¡ôˇ⁄Daishonin scrive: «Il Gran Maestro Dengyo disse: "Shakyamuni insegnò che il
superficiale è facile, ma il profondo è difficile. Il cuore di un coraggioso lascia il
superficiale e cerca il profondo. Il Gran Maestro T'ien-t'ai credette e obbedì a
Shakyamuni e si adoperò per sostenere la scuola del Loto, diffondendone gli
insegnamenti in tutta la Cina. Noi del Monte Hiei, che abbiamo ereditato la
dottrina da T'ien-t'ai, ci adoperiamo per sostenere la scuola del Loto e ne
diffondiamo gli insegnamenti in tutto il Giappone". Io, Nichiren, della provincia di
Awa, ho senza dubbio ereditato gli insegnamenti della Legge da questi tre
maestri e in quest'epoca dell'Ultimo giorno mi adopero per sostenere la scuola
del Loto e propagare la Legge. Insieme dovremmo essere chiamati i quattro
maestri dei tre paesi» (RSND, 1, 357).
19) Tre grandi Leggi segrete: i principi fondamentali dell'insegnamento del
Daishonin: l'Oggetto di culto dell'insegnamento originale, il Daimoku
dell'insegnamento originale e il Santuario dell'insegnamento originale. La Legge
di Nam-myoho-renge-kyo le comprende tutte.
20) Nagarjuna fu un filosofo mahayana dell'India meridionale, vissuto
probabilmente fra il 150 e il 250. Scrisse molti trattati importanti fra cui Il trattato
sulla Via di mezzo e influenzò notevolmente lo sviluppo del Buddismo in Cina e
in Giappone. Nichiren Daishonin afferma che fu un successore di Shakyamuni
che ne comprese il vero intento. Vasubandhu fu un altro grande filosofo
buddista indiano del quarto secolo.
Pubblicato sul mensile Daibyakurenge:III. di ottobre 2015
(Traduzione di Marialuisa Cellerino)
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