EDITORIALE DI DAISAKU IKEDA:
tratto da Daibyakurenge, gennaio 2017
ESSERE GIOVANI SIGNIFICA RINNOVARE CONTINUAMENTE LA DETERMINAZIONE NELLA FEDE di Daisaku Ikeda
Qual è la caratteristica distintiva dei giovani? La giovinezza non ha niente a che vedere con l'età. Credo che, dal punto di vista della fede, tutti coloro che in questo preciso momento fanno ardere nella loro vita una nuova determinazione (hosshin) sono tutti "giovani della Legge mistica". Non importa come siano andate le cose fino all'anno scorso o fino a ieri, tutto dipende da come ci sfidiamo, da come avanziamo e vinciamo a partire da quest'anno, a partire da oggi. Questo è lo spirito del Buddismo della "causa originale" (honnin‐myo), ovvero lo spirito di "ripartire da ora". Quando ogni singola persona ritornerà a questo punto di origine, al principio secondo cui ogni cosa si decide "da adesso in poi", e inizierà ogni giorno con lo spirito di rinnovarsi continuamente, la nostra famiglia Soka, unendo i suoi sforzi, potrà realizzare con successo l'"Anno dello sviluppo dei giovani". Ritrovando la determinazione e l'entusiasmo degli inizi della pratica, desidero confermare ancora una volta insieme a voi un punto essenziale: fare un Gongyo fresco e rigenerante, un Gongyo vigoroso che possa far sgorgare una traboccante forza vitale. Com'è solenne e maestosa la cerimonia di Gongyo che celebriamo ogni mattina e sera. In qualsiasi momento e in ogni luogo, facendo Gongyo con tutto il nostro essere possiamo far risplendere immediatamente il sole della Buddità che brilla intrinsecamente nella nostra vita dal tempo senza inizio. Nella parte in versi del sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, "Durata della vita del Tathagata" che recitiamo durante Gongyo, troviamo il seguente passo: «Quando gli esseri viventi [...] desiderano con un'unica mente vedere il Budda anche a costo della vita, allora io e l'assemblea dei monaci appariamo insieme sul sacro Picco dell'Aquila» (SDL, 317). Secondo questo profondo principio, quando gli esseri viventi desiderano ardentemente vedere il Budda e si dedicano alla diffusione della Legge mistica senza lesinare la propria vita, in quel momento il Budda, insieme a numerosi discepoli, appare sul Picco dell'Aquila. Riferendosi a questo passaggio, il mio maestro Josei Toda diceva spesso: «L'immenso stato vitale di Nichiren Daishonin riempirà tutto il nostro essere! Il luogo in cui recitiamo Nam‐myoho‐renge‐kyo per noi e per gli altri si trasformerà nel Picco dell'Aquila, dove non esiste infelicità». In particolare, i compagni di fede della Soka pregano formulando il voto di realizzare kosen‐rufu nel mondo. Per questo sono così nobili e forti. Anche nella casa più piccola, non appena iniziamo Gongyo e Daimoku si materializza la grandiosa, sconfinata assemblea del Picco dell'Aquila. Diventiamo tutt'uno con i Budda e i bodhisattva delle tre esistenze e facciamo scaturire uno stato vitale immenso, capace di avvolgere l'intero universo. Nichiren Daishonin afferma: «Non c'è luogo del mondo nelle dieci direzioni dove non arriva il suono del Daimoku che noi recitiamo» (Oko Kikigaki, "Lezioni registrate", non incluse in Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin). Proprio perché la nostra è un'epoca caratterizzata da conflitti sempre più profondi, che sotto tanti aspetti ci separano, dobbiamo far riecheggiare sempre più potente il suono della Legge mistica e offrire alle nostre famiglie, alle persone con cui abbiamo profondi legami, ai nostri amici, alle nostre comunità e alla gente di tutto il pianeta, la luce piena di speranza della rinascita, dell'armonia, della gioia, della pace e della tranquillità. Trent'anni fa, nel corso di una riunione generale della prefettura di Fukuoka, un nostro nobile compagno di fede lanciò energicamente tre urrà: con fede incrollabile, insieme alla moglie aveva superato numerose avversità tra cui l'emarginazione da parte della sua comunità, ostile alla Soka Gakkai, una grave malattia e ingenti danni alla sua abitazione provocati da un'alluvione. Recentemente ha dato il seguente incoraggiamento ai nostri successori della Divisione giovani: «Il Daimoku dei Bodhisattva della Terra non è una preghiera timorosa e supplichevole. Pregando con tutto il cuore per riaccendere la nostra vita, risvegliamo la Buddità in ogni persona!».
In una lettera indirizzata a un discepolo che stava affrontando grandi difficoltà il Daishonin scrisse: «Dovresti pregare intensamente che Shakyamuni, Molti Tesori e tutti i Budda delle dieci direzioni si riuniscano e prendano possesso del tuo corpo per assisterti» (RSND, 1, 735). Così dicendo il Daishonin mostra quale sia la chiave per la vittoria. Anche oggi diamo il via a una nuova partenza con un Gongyo pieno di rinnovata determinazione. Andiamo avanti pieni del coraggio che deriva dal ruggito del leone, con un Daimoku che ha tutta la forza e la passione dei giovani, facendo emergere una moltitudine di vigorosi giovani Bodhisattva della Terra! Continua a vincere nell'unicità di maestro e discepolo che condividono lo stesso grande voto! La preghiera per kosen‐rufu ha una forza invincibile.
ESSERE GIOVANI SIGNIFICA RINNOVARE CONTINUAMENTE LA DETERMINAZIONE NELLA FEDE di Daisaku Ikeda
Qual è la caratteristica distintiva dei giovani? La giovinezza non ha niente a che vedere con l'età. Credo che, dal punto di vista della fede, tutti coloro che in questo preciso momento fanno ardere nella loro vita una nuova determinazione (hosshin) sono tutti "giovani della Legge mistica". Non importa come siano andate le cose fino all'anno scorso o fino a ieri, tutto dipende da come ci sfidiamo, da come avanziamo e vinciamo a partire da quest'anno, a partire da oggi. Questo è lo spirito del Buddismo della "causa originale" (honnin‐myo), ovvero lo spirito di "ripartire da ora". Quando ogni singola persona ritornerà a questo punto di origine, al principio secondo cui ogni cosa si decide "da adesso in poi", e inizierà ogni giorno con lo spirito di rinnovarsi continuamente, la nostra famiglia Soka, unendo i suoi sforzi, potrà realizzare con successo l'"Anno dello sviluppo dei giovani". Ritrovando la determinazione e l'entusiasmo degli inizi della pratica, desidero confermare ancora una volta insieme a voi un punto essenziale: fare un Gongyo fresco e rigenerante, un Gongyo vigoroso che possa far sgorgare una traboccante forza vitale. Com'è solenne e maestosa la cerimonia di Gongyo che celebriamo ogni mattina e sera. In qualsiasi momento e in ogni luogo, facendo Gongyo con tutto il nostro essere possiamo far risplendere immediatamente il sole della Buddità che brilla intrinsecamente nella nostra vita dal tempo senza inizio. Nella parte in versi del sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, "Durata della vita del Tathagata" che recitiamo durante Gongyo, troviamo il seguente passo: «Quando gli esseri viventi [...] desiderano con un'unica mente vedere il Budda anche a costo della vita, allora io e l'assemblea dei monaci appariamo insieme sul sacro Picco dell'Aquila» (SDL, 317). Secondo questo profondo principio, quando gli esseri viventi desiderano ardentemente vedere il Budda e si dedicano alla diffusione della Legge mistica senza lesinare la propria vita, in quel momento il Budda, insieme a numerosi discepoli, appare sul Picco dell'Aquila. Riferendosi a questo passaggio, il mio maestro Josei Toda diceva spesso: «L'immenso stato vitale di Nichiren Daishonin riempirà tutto il nostro essere! Il luogo in cui recitiamo Nam‐myoho‐renge‐kyo per noi e per gli altri si trasformerà nel Picco dell'Aquila, dove non esiste infelicità». In particolare, i compagni di fede della Soka pregano formulando il voto di realizzare kosen‐rufu nel mondo. Per questo sono così nobili e forti. Anche nella casa più piccola, non appena iniziamo Gongyo e Daimoku si materializza la grandiosa, sconfinata assemblea del Picco dell'Aquila. Diventiamo tutt'uno con i Budda e i bodhisattva delle tre esistenze e facciamo scaturire uno stato vitale immenso, capace di avvolgere l'intero universo. Nichiren Daishonin afferma: «Non c'è luogo del mondo nelle dieci direzioni dove non arriva il suono del Daimoku che noi recitiamo» (Oko Kikigaki, "Lezioni registrate", non incluse in Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin). Proprio perché la nostra è un'epoca caratterizzata da conflitti sempre più profondi, che sotto tanti aspetti ci separano, dobbiamo far riecheggiare sempre più potente il suono della Legge mistica e offrire alle nostre famiglie, alle persone con cui abbiamo profondi legami, ai nostri amici, alle nostre comunità e alla gente di tutto il pianeta, la luce piena di speranza della rinascita, dell'armonia, della gioia, della pace e della tranquillità. Trent'anni fa, nel corso di una riunione generale della prefettura di Fukuoka, un nostro nobile compagno di fede lanciò energicamente tre urrà: con fede incrollabile, insieme alla moglie aveva superato numerose avversità tra cui l'emarginazione da parte della sua comunità, ostile alla Soka Gakkai, una grave malattia e ingenti danni alla sua abitazione provocati da un'alluvione. Recentemente ha dato il seguente incoraggiamento ai nostri successori della Divisione giovani: «Il Daimoku dei Bodhisattva della Terra non è una preghiera timorosa e supplichevole. Pregando con tutto il cuore per riaccendere la nostra vita, risvegliamo la Buddità in ogni persona!».
In una lettera indirizzata a un discepolo che stava affrontando grandi difficoltà il Daishonin scrisse: «Dovresti pregare intensamente che Shakyamuni, Molti Tesori e tutti i Budda delle dieci direzioni si riuniscano e prendano possesso del tuo corpo per assisterti» (RSND, 1, 735). Così dicendo il Daishonin mostra quale sia la chiave per la vittoria. Anche oggi diamo il via a una nuova partenza con un Gongyo pieno di rinnovata determinazione. Andiamo avanti pieni del coraggio che deriva dal ruggito del leone, con un Daimoku che ha tutta la forza e la passione dei giovani, facendo emergere una moltitudine di vigorosi giovani Bodhisattva della Terra! Continua a vincere nell'unicità di maestro e discepolo che condividono lo stesso grande voto! La preghiera per kosen‐rufu ha una forza invincibile.
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