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Lo studio del mese di maggio

Le cinque guide eterne della Soka Gakkai - parte quarta

Il Buddismo del sole / Lezioni di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren
Daishonin

"Fede per godere di buona salute e longevità": lo splendore indistruttibile
dei tesori del cuore
Pubblicato sul mensile Daibyakurenge di aprile 2016

Il presidente fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, usava
spesso l'espressione "noi giovani" includendo anche se stesso. A 57 anni
incontrò il Buddismo di Nichiren Daishonin e due anni dopo fondò la Soka
Kyoiku Gakkai (Società educativa per la creazione di valore), l'antesignana della
Soka Gakkai. Era sempre in prima linea nel far conoscere il Buddismo agli altri e
si dedicava alla felicità delle persone. Morì in carcere a 73 anni per essersi
opposto ai dettami delle autorità militariste giapponesi in tempo di guerra. Noi, i
suoi discepoli attuali, dovremmo essere ispirati dal suo modo di vivere a
rinnovare la determinazione di mantenere sempre un ardente spirito combattivo
per tutta la vita.
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, diceva: «La
vita è lunga e non sappiamo quale karma ci attende. Non possiamo mai essere
certi di ciò che accadrà. Abbiamo assolutamente bisogno di un insieme di
principi, di una filosofia che ci permetta di vivere con forza e fiducia».
Tutti affrontano le realtà della nascita, dell'invecchiamento, della malattia e della
morte; nessuno può evitarle. Ma se perseveriamo nella nostra pratica buddista
possiamo realizzare uno stato vitale pervaso dalle quattro nobili virtù di eternità,
felicità, vero io e purezza. 1 Basandoci sul grande voto di kosen-rufu e
impegnandoci giorno dopo giorno nelle attività della SGI possiamo sempre
trasformare il karma in missione, per quanto difficili siano le situazioni in cui
veniamo a trovarci.
Rendiamo il rispetto della vita la filosofia di riferimento per l'umanità
La vita è una lotta, uno sforzo per realizzare la propria missione. Lo scopo del
Buddismo di Nichiren Daishonin è metterci in grado di trionfare sulle sofferenze
fondamentali della vita lottando con coraggioso impegno.
Il XXI è il secolo della vita: un secolo di vera felicità, pace e salute si può
realizzare solo quando le persone di ogni parte del mondo possono far
risplendere la dignità innata della loro vita e condurre un'esistenza lunga,
realizzata e in buona salute insieme agli altri. Questa è la ragione per cui esiste il
nostro movimento buddista.
Il presidente Makiguchi disse: «La buona salute è il requisito fondamentale per la
felicità e la chiave per rimanere in buona salute è essere attivi». Questa era la
sua salda convinzione. La SGI è un'oasi spirituale: essere attivi per kosen-rufu
insieme ai compagni di fede nutre la nostra vita, infondendole un'energia che
migliora la salute e la forza vitale, ed è fonte di felicità.
In questa lezione approfondiremo la "fede per godere di buona salute e di
longevità", una delle due nuove guide per una nuova epoca [che nel 2005 furono
aggiunte alle tre guide eterne originali della Soka Gakkai].
«La vita è il più prezioso di tutti i tesori. Anche un solo giorno di vita in più
ha maggior valore di dieci milioni di ryo 2 d'oro. [...] Un giorno di vita è
molto più prezioso di tutti i tesori del sistema maggiore di mondi, quindi,
prima di tutto, devi dimostrare la volontà [di guarire]. 3 Questo è il
significato del passo del settimo volume del Sutra del Loto nel quale si
afferma che bruciarsi un dito in offerta al Budda e al Sutra del Loto è
meglio che donare tutti i tesori del sistema maggiore di mondi. 4 Una
singola vita vale di più del sistema maggiore di mondi. Tu hai ancora molti
anni davanti a te, e inoltre hai incontrato il Sutra del Loto. Se vivi anche un
solo giorno di più puoi accumulare una fortuna ancora più grande» (Il
prolungamento della vita, RSND, 1, 848-849).

La preziosità della vita
In molte delle sue lettere Nichiren Daishonin incoraggiava i seguaci che stavano
affrontando una malattia mentre dedicavano la loro vita a kosen-rufu. Vi era ad
esempio la monaca laica Toki, moglie di Toki Jonin, che non solo si prendeva
cura della suocera inferma ma era lei stessa malata. Il Daishonin la incoraggiò
ripetutamente.
Ne Il prolungamento della vita, 5 riferendosi a come egli stesso attraverso
profonde preghiere fosse riuscito a prolungare la vita di sua madre per quattro
anni, le scrive: «Ora anche tu ti sei ammalata e, come donna, è più che mai
opportuno che cerchi di credere fermamente nel Sutra del Loto per vedere cosa
farà per te» (RSND, 1, 848). Le dà inoltre il suggerimento concreto di contattare
Shijo Kingo, compagno di fede e abile medico, per farsi curare.
Afferma poi il principio della sacralità della vita, eterno e immutabile
indipendentemente dalle epoche e dalle circostanze sociali. Niente è più
prezioso della vita, sottolinea più volte il Daishonin: «La vita è il più prezioso di
tutti i tesori. [...] Un giorno di vita è molto più prezioso di tutti i tesori del sistema
maggiore di mondi. [...] Una singola vita vale di più del sistema maggiore di
mondi». Poi la incoraggia dicendole: «Hai incontrato il Sutra del Loto. Se vivi
anche un solo giorno di più puoi accumulare una fortuna ancora più grande».
In questa lettera il Daishonin sottolinea il valore della vita per ispirare la monaca
laica Toki a combattere la sua malattia e a risvegliare la volontà di vivere,
esortandola a vivere pienamente fino all'ultimo giorno.
«Quale malattia può quindi essere un ostacolo?»
Senza dubbio qualcuno dei nostri membri si sta sottoponendo a cure mediche e
sta lottando contro qualche malattia.
Il Daishonin ci rassicura così: «Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine
agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-
renge-kyo» (Il meraviglioso mezzo per superare gli ostacoli, RSND, 1, 747) e
«La scrittura chiamata Sutra del Loto è la buona medicina per i vari mali del
corpo e della mente» (L'importanza dei capitoli "Espedienti" e "Durata della vita",
RSND, 2, 702). Ci invita a raccogliere la nostra forza vitale recitando Nam-
myoho-renge-kyo con la determinazione di trionfare sulla malattia.
La nascita, l'invecchiamento, la malattia e la morte fanno parte della realtà della
vita e sono quindi inevitabili. Se cerchiamo di sfuggirli non potremo ottenere la
vera felicità.
Il Daishonin afferma che «Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone.
Quale malattia può quindi essere un ostacolo?» (Risposta a Kyo'o, RSND, 1,
365). Una fede forte, che ci mette in grado di ingaggiare una battaglia contro la
malattia senza paura e senza sottovalutare ciò che stiamo affrontando, fa
emergere il potente stato vitale della Buddità. Lo spirito della fede nel Buddismo
di Nichiren Daishonin consiste nel rispondere con fermezza alla sfida della
malattia. Ammalarsi non è una sfortuna, la sfortuna è lasciarsi sconfiggere dalla
malattia.
Sebbene si dica che il Budda abbia «poche malattie e poche preoccupazioni»
(SDLPE, 297), da qualcuna viene comunque colpito. Ma la sua vita più profonda
rimane sana e robusta perché egli ha forgiato uno stato vitale tale che il suo
spirito è sempre forte, in grado di abbracciare, incoraggiare e ispirare gli altri.
Manteniamo uno spirito combattivo per kosen-rufu
In una lettera composta all'età di 60 anni, il Daishonin descrive così le proprie
condizioni di salute: «Il mio corpo si è logorato e il mio spirito è provato dai
dibattiti quotidiani, dalle persecuzioni che accadono ogni mese e dai due esili.
Perciò negli ultimi sette-otto anni le malattie legate alla vecchiaia mi hanno
colpito ogni anno, anche se nessuna in modo troppo grave» (La ricostruzione del
santuario di Hachiman, RSND, 2, 892).
A causa delle sue incessanti lotte negli ultimi anni si era ammalato, ma il suo
spirito di continuare a battersi per kosen-rufu, spinto dal desiderio di aiutare gli
altri a ottenere l'Illuminazione, non si era per nulla affievolito.
In un'altra lettera il Daishonin esprime gratitudine per la visita di un discepolo e
per le sue sincere offerte, che avevano recato beneficio alla sua salute,
scrivendo entusiasta che adesso si sentiva così in forma da poter cacciare una
tigre o cavalcare un leone (cfr. Le tre stuoie, RSND, 2, 929).
Malgrado avvertisse gli effetti della vecchiaia e della malattia, non aveva
minimamente perso lo spirito combattivo di un leone.
Spero che i membri che stanno lottando contro una malattia leggano gli scritti di
Nichiren Daishonin e la affrontino con il ruggito del leone di Nam-myoho-renge-
kyo, proprio come egli insegna. Una tale determinazione indica che hanno già
vinto.

Determinati a vincere
Il Daishonin scrive: «Le sfortune [...] si trasformeranno in fortuna. Raccogli tutta
la tua fede e prega questo Gohonzon. Allora, che cosa non può essere
realizzato?» (Risposta a Kyo'o, RSND, 1, 366). Ci assicura che, in qualunque
situazione, recitando Nam-myoho-renge-kyo con fede nel Gohonzon potremo
realizzare tutti i nostri desideri.
Il presidente Toda diceva spesso: «Per prima cosa decidete il da farsi,
determinati a vincere assolutamente. Il risultato dipende dalla vostra
determinazione. Questa è la filosofia del successo». Nel combattere la malattia,
la chiave è l'assoluta determinazione di sconfiggerla.
In un'altra lettera il Daishonin analizza il significato di essere malati: «La malattia
[...] forse è dovuta al volere del Budda; infatti il Sutra di Vimalakirti e il Sutra del
Nirvana parlano di persone malate che raggiungono la Buddità, poiché la
malattia stimola lo spirito di ricerca della via» (La buona medicina per tutti i mali,
RSND, 1, 833).
Quando abbiamo una fede risoluta, la malattia può essere un'opportunità per
risvegliare lo spirito di ricerca della via e conseguire la Buddità. Perciò
dovremmo considerarla un'occasione per sviluppare questo supremo stato vitale
ed essere decisi a superarla con la pratica buddista. Anche l'incoraggiamento di
chi abbiamo vicino svolge un ruolo importante, in quanto ci aiuta a trovare la
forza per sfidare la malattia.
Ci sono casi in cui un problema di salute si protrae a lungo, oppure si verifica
una ricaduta dopo un'apparente guarigione. Il Daishonin scrive di un discepolo
«colpito da una lunga malattia, che sta ricercando la via giorno e notte» (cfr.
Ibidem, RSND, 1, 834). In questi casi occorre insistere, con pazienza e
perseveranza, mantenendo una fede incrollabile per realizzare una
trasformazione del nostro stato vitale che durerà in eterno.
Una volta il presidente Makiguchi incoraggiò così i suoi discepoli: «L'importante
è perseverare nella fede con la forte convinzione e la determinazione di
trasformare la malattia in qualcosa di positivo, tramutando il veleno in medicina,
e ottenere la grande fortuna e il beneficio di recuperare la buona salute.
Facendo così non solo vincerete la malattia ma dopo la completa guarigione
avrete una salute ancora migliore di prima. Tale è il potere della Legge mistica
che può trasformare il veleno in medicina».
Questa è l'essenza del Buddismo. Perciò Nichiren Daishonin insegna che è il
cuore che conta (cfr. Il tamburo alla Porta del Tuono, RSND 1, 844; La strategia
del Sutra del Loto, RSND, 1, 889). La chiave è mantenere un atteggiamento
combattivo, come un fiume che scorre e non si ferma mai.
«Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei
tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai
questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore!» (I tre tipi di tesori,
RSND, 1, 755).

Lo scopo fondamentale della vita
Esaminiamo ora un passo tratto da I tre tipi di tesori, 7 una lettera indirizzata a
Shijo Kingo.
Ho la sensazione che queste poche frasi acquistino un significato sempre
maggiore man mano che si invecchia, in quanto hanno a che fare con il bilancio
finale della vita, riferendosi ai tesori che abbiamo accumulato nel corso della
nostra esistenza.
Citando i tre tipi di tesori - i tesori del forziere, i tesori del corpo e i tesori del
cuore - il Daishonin ci insegna che la maniera suprema di vivere è quella in cui
accumuliamo i tesori del cuore.
I tesori del cuore non possono essere distrutti dalla malattia, dalla vecchiaia o
dalla morte. Servono a condurci sul cammino della felicità, a permetterci di
raggiungere uno stato vitale pervaso dalle quattro nobili virtù di eternità, felicità,
vero io e purezza attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Chi ha
accumulato questi indistruttibili tesori del cuore è in grado di superare sempre
ogni difficoltà con calma e serenità.
Forse qualcuno di voi ha i genitori o i familiari costretti a letto oppure afflitti da
demenza senile, ma non siate apprensivi o ansiosi riguardo alla loro condizione
spirituale. Tutti coloro che hanno vissuto basandosi sulla Legge mistica sono già
eterni vincitori nella vita. Anche se nelle condizioni attuali non possono più
partecipare alle attività per kosen-rufu, i tesori del cuore che hanno accumulato
in lunghi anni di pratica non andranno perduti o distrutti. Questi tesori del cuore
rendono la loro vita infinitamente preziosa e di grande valore.
E poiché essi vivono l'eterno ciclo di nascita e morte nel mondo di Buddità, 8 alla
luce della Legge mistica continueranno ad accumulare i tesori del cuore e a
espandere il loro stato vitale un giorno dopo l'altro anche nelle condizioni in cui si
trovano a causa della malattia o della vecchiaia, che fanno intrinsecamente parte
della vita. 9 Con piena fiducia in questa verità dovremmo continuare a recitare
Nam-myoho-renge-kyo per loro.
Il sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, Durata della vita del Tathagata, insegna
che il Budda sin dal remoto passato ha continuato a insegnare la Legge e a
impegnarsi per aiutare gli esseri viventi a ottenere l'Illuminazione. In tal modo
rivela che la vita del Budda è eterna. Dalla prospettiva dell'eternità della vita,
l'esistenza di coloro che hanno praticato il Sutra del Loto attraversa il ciclo di
nascita e morte nel mondo di Buddità e sarà sicuramente permeata di immensa
fortuna e benefici. Alcuni potranno avere una vita breve, ma tutti coloro che si
dedicano alla profonda missione di kosen-rufu insieme ai compagni di fede
condurranno una vita di supremo valore.
Riconoscere la preziosità della vita è l'essenza del Buddismo. La vostra
esistenza infinitamente nobile, che è una sola cosa con la Legge mistica, vita
dopo vita percorrerà per sempre il sentiero della Buddità caratterizzato da
eternità, felicità, vero io e purezza.

Apprezzamento reciproco
La monaca laica Toki si prese cura della suocera inferma, che aveva più di
novant'anni, fino alla morte di quest'ultima. In un'altra lettera a lei destinata,
L'arco e la freccia, il Daishonin parla di quanto suo marito Toki Jonin le fosse
grato per la devozione con cui aveva curato la madre: «Toki mi ha detto che, pur
nel dolore per la morte della madre, era grato che fosse spirata in pace, assistita
premurosamente da te, e ha aggiunto con gioia che non potrà mai dimenticarlo
in nessuna esistenza a venire» (RSND, 1, 585).
Quanto deve essere stata lieta, quanto deve essersi sentita incoraggiata dalla
premura del Daishonin e dalla sua considerazione nel riferirle queste parole di
suo marito!
Anche Makiguchi era molto affezionato alla madre adottiva che aveva perso la
vista. La portava in bagno sulle spalle e la aiutava a lavarsi.
Il famoso romanzo giapponese Gli anni del crepuscolo di Sawako Ariyoshi
(1931-1984), con il quale ho dialogato varie volte, affronta con lungimiranza il
tema della demenza senile; e come Ariyoshi aveva previsto, la necessità di
prendersi cura degli anziani è diventato un problema pressante per molti in
Giappone.
Ognuno deve affrontare la realtà dell'invecchiamento e il problema di come
trascorrerà gli ultimi anni di vita. Prendersi cura degli anziani e assisterli è l'opera
sacra di sostenere le persone nel capitolo conclusivo della loro esistenza, perciò
sono così importanti la filosofia di vita e l'umanità di chi svolge questo compito.
Molti membri della Soka Gakkai hanno lunghi anni di esperienza nella cura e
nell'assistenza agli anziani; senza dubbio il Daishonin li loderebbe e li
ringrazierebbe come fece con la monaca laica Toki. In tutto il mondo questi
membri pieni di esperienza e compassione stanno trasmettendo la loro
saggezza a tanti giovani nelle proprie comunità. I loro sforzi costanti e sinceri
serviranno da esempio riguardo a come comportarsi nella nostra società che sta
rapidamente invecchiando.
Quando in famiglia ci sono anziani che hanno bisogno di cure intensive ci si può
sentire frustrati, ansiosi, e ricercare dolorosamente una soluzione. Ma anche
quando le cose non vanno bene è importante che la persona che si prende cura
dell'anziano non biasimi se stessa o cerchi di fare l'impossibile. La chiave è far
emergere tutta la nostra saggezza e il nostro acume per trovare la soluzione
migliore in ogni singola situazione, ricordando che nessuno sforzo va mai
sprecato.
Tanti membri che hanno vissuto l'esperienza di curare i loro anziani affermano
all'unanimità che è stata un'opportunità di crescita personale della quale sono
grati. Altri hanno detto che a volte un semplice "grazie" da parte della persona
che stavano assistendo è bastato a risollevare il loro spirito e a sentire che
valeva la pena fare tutti quegli sforzi. Una relazione fra chi presta assistenza e
chi viene assistito basata sull'apprezzamento reciproco ispira a comprendere
che "siamo tutti Budda" e aumenta la saggezza e la compassione di entrambi.
Il periodo in cui gli anziani hanno bisogno di assistenza e cure mediche è
sempre più lungo e sta aumentando anche l'età di chi li assiste. È una dura
realtà, perciò è importante non portare questo fardello da soli ma cercare il
sostegno dei servizi pubblici e dei volontari della propria comunità, facendone il
miglior uso possibile. A volte anche utilizzare strutture residenziali per gli anziani,
a breve o a lungo termine, può essere una scelta saggia. Spero che i familiari
che assistono i propri anziani si prendano cura anche della propria salute. Vi
prego di essere saggi e ottimisti, e di creare valore mentre continuate ad
affrontare in maniera positiva le varie difficoltà che incontrate.
«La sfortuna dei trentatré anni [un'età considerata sfortunata per le donne]
diventerà la felicità dei tuoi trentatré anni.Questo è il significato della frase:
"I sette disastri istantaneamente svaniscono e subito appaiono le sette
fortune". 10 Diventerai più giovane e accumulerai fortuna» (L'unità di marito
e moglie, RSND, 1, 410).

Più giovani e vigorosi ogni anno che passa
Il Buddismo del Daishonin ci insegna a progredire energicamente ogni giorno, da
ora in avanti. Chi mantiene la voglia di sfidarsi, chi non vede l'ora di fare
qualcosa per la propria felicità e per quella degli altri, diventerà più giovane ogni
anno che passa indipendentemente dall'età, man mano che continuerà la sua
pratica buddista.
Nella lettera intitolata L'unità di marito e moglie 11 [indirizzata a Nichigennyo, la
moglie di Shijo Kingo], il Daishonin scrive: «Diventerai più giovane e accumulerai
fortuna». Ci assicura che anno dopo anno la nostra forza vitale aumenterà e noi
vivremo intensamente e con piena soddisfazione.
Parlando di sé il Daishonin scrive: «Sono più di vent'anni ormai che [...] ho dato
inizio alla grande battaglia e, nemmeno una volta, ho pensato di ritirarmi» (La
grande battaglia, RSND, 2, 438), e altrove afferma che dalla fondazione del suo
insegnamento ha affrontato una serie di ininterrotte battaglie senza avere «un
momento di tregua» (Persecuzione con spade e bastoni, RSND, 1, 857).
Ma consapevole della sua missione e rinnovando la determinazione «giorno
dopo giorno e mese dopo mese» (Le persecuzioni che colpiscono il santo,
RSND, 1, 885), egli continuò a intraprendere nuove sfide. Questo è lo spirito alla
base dell'automiglioramento e della crescita, e la fonte della vitalità. Una persona
che agisce così è davvero vittoriosa.
Il presidente Toda soleva dire: «Quali sono i segni della vera grandezza nella
vita? Uno è concretizzare le aspirazioni e le convinzioni che avevamo da
giovani, un altro è mantenere la passione giovanile per tutta la vita». Diceva
anche: «Ci sono tre tipi di età: l'età fisica, quella spirituale e quella cronologica.
Anche se fisicamente siete vecchi dovete rimanere giovani e possedere
un'energica forza vitale».
Ci insegnava anche che «la fede non è una questione di formalità: è vivere ogni
momento al massimo. [...] In ultima analisi, il conseguimento della Buddità
dipende dalla somma totale dei nostri pensieri e delle nostre azioni in ogni
momento».
Noi pratichiamo il Buddismo per rimanere giovani tutta la vita. I membri del
gruppo Molti Tesori, sostenendo le persone più giovani della famiglia Soka,
stanno facendo risplendere i «ricordi della loro vita presente in questo mondo
umano» (cfr. Domande e risposte riguardo all'abbracciare il Sutra del Loto,
RSND, 1, 58). È assolutamente certo che conseguiranno una condizione vitale
eterna e indistruttibile e saranno fonte di speranza e ispirazione per innumerevoli
Bodhisattva della Terra che emergeranno dopo di loro.

Quattro massime per la buona salute
A questo punto vorrei ribadire quattro massime per la buona salute.
1) Fate un Gongyo rinfrescante.
2) Abbiate uno stile di vita equilibrato e produttivo.
3) Contribuite al benessere degli altri.
4) Mangiate con saggezza.
È importante partire dalle basi. Se continuiamo a esagerare nel bere e nel
mangiare, non dormiamo abbastanza o lavoriamo fino allo sfinimento, ne
pagheremo il prezzo, ammalandoci o incorrendo in qualche incidente. Si deve
agire con saggezza e condurre una vita produttiva.
Il Buddismo è ragione e la nostra fede si dovrebbe esprimere nella vita
quotidiana.
Cercate di andare a letto presto, di dormire profondamente e di riposarvi bene.
Conducete una vita ordinata e fate un Gongyo vigoroso e rigenerante. In tal
modo traboccherete di vitalità e potrete dare un contributo positivo nel lavoro e
nella comunità.
Il motto del famoso storico britannico Arnold J. Toynbee (1889-1975) era
"Laboremus" ("Mettiamoci al lavoro!"). Anche in età avanzata si svegliava
sempre alla stessa ora, che ne avesse voglia o meno, e si sedeva alla scrivania
per lavorare.
Nel nostro dialogo L'essenza dell'uomo. Dove si incontrano etica, medicina e
spiritualità, lo stimato bioetico canadese Guy Bourgeault fa notare che in fin dei
conti la qualità della vita è più importante della sua durata. 12
Per noi buddisti non c'è vita migliore di quella dedicata alla felicità propria e
altrui, nella quale ci impegniamo per aiutare gli altri. Abbracciare questa
missione spalanca le porte a una vita vittoriosa.

Gli eterni tesori del cuore
Nella fede non si va in pensione. Una scrittura buddista afferma che gli esseri
umani possono vivere fino a 120 anni. Impegnarsi con entusiasmo nelle attività
della SGI è la strada per vivere a lungo e in ottima salute. Avanzare ogni giorno
per kosen-rufu, facendo tutto ciò che si può fare nel momento presente, è la
chiave per una vera salute fisica e mentale e per la longevità.
Il Sutra del Loto parla di «avvalersi delle nostre lunghe vite per salvare gli esseri
viventi» (cfr. SDLPE, 328). Più a lungo viviamo, più coraggio e speranza
riusciamo a infondere negli altri. Possiamo mettere in scena uno spettacolo
trionfante in cui viviamo «felici e a nostro agio» (cfr. SDPE, 318) e accumuliamo
insieme tesori del cuore che dureranno eternamente attraverso le tre esistenze
di passato, presente e futuro.
Vi chiedo di unirvi a me nel dedicare la vita al grande voto di kosen-rufu insieme
ai compagni di fede per condurre vite di piena soddisfazione, libere da ogni
rimpianto.


Note
1) Le quattro virtù descrivono le nobili qualità della vita del Budda: "eternità"
significa immutabile ed eterna; "felicità" indica una tranquillità che trascende ogni
sofferenza; "vero io" significa vera natura intrinseca; "purezza" indica la libertà
dalle illusioni e dai comportamenti errati (cfr. BS, 181, 61).
2) Ryo (giapp.); unità di peso giapponese equivalente a circa 37,5 grammi,
anche se la misura esatta varia a seconda del periodo storico.
3) «Devi dimostrare la volontà [di guarire»]: questa frase è legata a quella che,
due paragrafi sopra, afferma: «Affrettati ad accumulare il tesoro della fede»; per
"fede" e "volontà" viene utilizzato lo stesso carattere giapponese kokorozashi,
che letteralmente significa "direzione del cuore" e quindi, per estensione, cuore
che crede, cuore orientato nella direzione corretta, determinazione, volontà,
sincerità, premura, sincera intenzione; sta a indicare anche la sincerità
dell'offerta e l'offerta stessa. Nichiren Daishonin usa spesso questa espressione
come sinonimo di "fede". In questo caso, unita al verbo "dimostrare", sottintende
la necessità di compiere un'azione concreta.
4) Questa frase si riferisce a un passo del ventitreesimo capitolo del Sutra del
Loto, Precedenti vicende del Bodhisattva Re della Medicina.
5) Questa lettera, composta nel 1275 o 1279, è indirizzata alla monaca laica
Toki, moglie di Toki Jonin, che viveva nel villaggio di Wakamiya del distretto di
Katsushika nella provincia di Shimosa.
6) Scrive il Daishonin: «La tua visita [...] mi è stata di grande conforto. La
malattia che mi ha reso così magro sembrava scomparsa e mi sentivo così forte
da poter andare a caccia di tigri. E grazie alle wakame che mi hai donato penso
che potrei persino cavalcare un leone» (RSND, 2, 929).
7) Questa lettera è datata 11 settembre 1277. A causa del dibattito di
Kuwagayatsu, nel giugno dello stesso anno Shijo Kingo aveva perso i favori del
suo signore, Ema, che minacciava di confiscare le sue proprietà. Ma dopo aver
curato Ema per una malattia, la situazione di Shijo Kingo migliorò. In questa
lettera il Daishonin parla dei tesori del cuore e del nostro comportamento come
esseri umani, per insegnare a Shijo Kingo la chiave della vittoria nella vita.
8) Nascita e morte nel mondo di Buddità significa attraversare il ciclo di nascita e
morte con la consapevolezza che la nostra vita è un'entità della Legge mistica e
che vita e morte sono funzioni inerenti a questa legge universale. Significa
inoltre incarnare l'immensa compassione e forza vitale dell'universo e praticare
la via del Budda vita dopo vita allo scopo di condurre tutti gli esseri viventi
all'Illuminazione.
9) Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin afferma: «Se guardiamo
con gli occhi della saggezza aperti dal capitolo Durata della vita del Tathagata
dell'insegnamento originale [del Sutra del Loto], ci illumineremo alla verità che i
disagi, le malattie e le sofferenze sono, e sono sempre stati, una parte innata
della vita. Tale è la saggezza del Budda di gioia illimitata» (BS, 121, 56).
10) Sutra dei Re benevolenti. Le "sette fortune" equivalgono a evitare o eliminare
i sette disastri.
11) La lettera è del gennaio 1275, quando Nichigennyo aveva 33 anni, un'età
sfortunata per le donne secondo le credenze popolari giapponesi.
Ringraziandola per le sue offerte sincere il Daishonin le insegna i benefici della
fede nel Sutra del Loto e la incoraggia definendola «la prima fra le donne
giapponesi» (RSND, 1, 410).
12) Daisaku Ikeda, René Simard, Guy Bourgeault, L'essenza dell'uomo. Dove si
incontrano etica, medicina e spiritualità, Esperia, 2015.
(Traduzione di Marialuisa Cellerino)

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I tre ostacoli e i quattro demoni Sono le influenze negative della vita e in particolare gli attacchi al progredire della pratica. La tradizione buddista ne ha classificati sette: tre ostacoli e quattro demoni ( sansho shima , san : tre, sho : ostacoli; shi : quattro, ma : demoni, dal sanscrito mara , letteralmente "morte, assassino"). La differenza tra ostacoli e demoni in realtà è piuttosto tenue. Possiamo dire che gli ostacoli si manifestano nell'ambiente come effetto delle cause da noi poste in passato, mentre i demoni designano le funzioni distruttive che fanno parte della vita in genere, che emergono in particolare quando ricerchiamo l'Illuminazione. I tre ostacoli Si potrebbe dire che emergano dai "punti deboli" delle persone. 1. Ostacolo dei desideri e delle illusioni ( bonno-sho ) che derivano dai tre veleni di avidità, collera e stupidità. Di questa categoria fanno parte per esempio la superbia e il du...
Il ciliegio, il susino, il pesco e il prugno selvatico brani scelti da testi di Daisaku Ikeda, selezione e adattamenti a cura della SGI La saggezza per creare la pace e la felicità Seconda parte: La rivoluzione umana - quinta puntata A un giovane indeciso se iniziare a praticare il Buddismo di Nichiren pensando che abbracciare una religione implicasse il conformarsi a modelli comportamentali imposti dall'esterno e sacrificare la propria individualità, il presidente Ikeda spiegò: «Nichiren Daishonin insegna il principio del "ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico". Un ciliegio è un ciliegio; un pesco è un pesco. Non dobbiamo essere tutti ciliegi; così come ogni albero fiorisce secondo le proprie uniche caratteristiche, anche noi dovremmo vivere nel modo che più ci si confà. Questo è lo scopo della nostra pratica buddista. Nichiren Daishonin ha anche sottolineato che l'essenza della nostra identita...
"DA ORA IN POI" Alcuni spunti tra cui scegliere per stimolare il dialogo e lo scambio di esperienze Dalla serie Vivere il Gosho ogni giorno di Daisaku Ikeda Alzarsi e agire «Quando all'inizio io, Nichiren, presi fede nel Sutra del Loto, ero come un'unica goccia d'acqua o un singolo granello di polvere in tutto il Giappone. Ma poi, quando due, tre, dieci, cento, mille, diecimila, un milione di persone reciteranno il Sutra del Loto e lo insegneranno ad altri, formeranno un monte Sumeru di perfetta Illuminazione, un grande mare di grande nirvana! Non cercare nessun'altra via per conseguire la Buddità!» da La scelta del tempo (RSND, 1, 520) Anche l'impresa più colossale comincia da un singolo individuo che si alza e agisce. Un vasto oceano inizia da una sola goccia d'acqua. I granelli di polvere si accumulano per formare un'imponente montagna. Allo stesso modo quando pa...