Lo studio del mese di ottobre
La persecuzione di Tatsunokuchi
"ABBANDONARE IL TRANSITORIO E RIVELARE L'ORIGINALE": LA MANIFESTAZIONE DEL NOSTRO VERO POTENZIALE INNATO
Una volta realizzai un'iscrizione calligrafica con queste parole: "Una vita tumultuosa".
Sono trascorsi sessantotto anni da quando diventai discepolo di Josei Toda e cinquantacinque da quando fui nominato terzo presidente della Soka Gakkai. Sono stati anni molto turbolenti e in questa vita tumultuosa ho continuato ad avanzare sfidando ondate impetuose, una dopo l'altra, senza un momento di riposo o di esitazione.
Da giovane la mia salute era precaria e il dottore diceva che probabilmente non sarei arrivato a trent'anni. Ciò nonostante oggi sono ancora qui, dopo aver superato grandi difficoltà e ostacoli. E sono pieno di gioia per essere riuscito, insieme a tutti voi, a contribuire alla creazione in tutto il mondo di un flusso di kosen-rufu così intenso e vasto.
«I giovani devono avanzare»
Nel settembre del 1948, poco più di un anno dopo la mia adesione alla Soka Gakkai, scrissi nel mio diario quanto mi ispirassero le lezioni sul Sutra del Loto di Toda, traboccanti di passione e di un incrollabile impegno a realizzare kosen- rufu: «Sono commosso fino alle lacrime dall'illimitata compassione di Nichiren Daishonin che, motivato unicamente dal desiderio di condurre tutte le persone all'Illuminazione, combatté contro le avversità per portare la luce brillante dell'alba in un'epoca oscura e malvagia. I giovani devono avanzare, devono andare eternamente avanti. I giovani devono avanzare, per assicurare la
trasmissione eterna della Legge».1
Toda suscitò in me un risveglio, facendomi comprendere il cammino di maestro e discepolo dedicato alla nobile missione della propagazione della Legge mistica. Mi insegnò che noi membri della Soka Gakkai siamo Bodhisattva della Terra, che ognuno di noi è un Budda infinitamente nobile e dotato di un potenziale illimitato.
Quando le nuvole dell'ignoranza vengono spazzate via, riconosciamo con chiarezza che in quanto esseri umani siamo dotati di un potenziale intrinseco vasto ed eterno come l'universo.
Gli esseri umani hanno un potere sublime: sono veramente straordinari, possiedono tutti, in egual misura, questo stato vitale infinitamente nobile. Per questo motivo il Buddismo di Nichiren propone e sostiene una filosofia basata sul rispetto per la vita e per gli esseri umani. Coloro che si sono risvegliati alla missione di diffondere la Legge mistica possono attingere a un coraggio e a una saggezza illimitati.
La persecuzione di Tatsunokuchi
"ABBANDONARE IL TRANSITORIO E RIVELARE L'ORIGINALE": LA MANIFESTAZIONE DEL NOSTRO VERO POTENZIALE INNATO
Una volta realizzai un'iscrizione calligrafica con queste parole: "Una vita tumultuosa".
Sono trascorsi sessantotto anni da quando diventai discepolo di Josei Toda e cinquantacinque da quando fui nominato terzo presidente della Soka Gakkai. Sono stati anni molto turbolenti e in questa vita tumultuosa ho continuato ad avanzare sfidando ondate impetuose, una dopo l'altra, senza un momento di riposo o di esitazione.
Da giovane la mia salute era precaria e il dottore diceva che probabilmente non sarei arrivato a trent'anni. Ciò nonostante oggi sono ancora qui, dopo aver superato grandi difficoltà e ostacoli. E sono pieno di gioia per essere riuscito, insieme a tutti voi, a contribuire alla creazione in tutto il mondo di un flusso di kosen-rufu così intenso e vasto.
«I giovani devono avanzare»
Nel settembre del 1948, poco più di un anno dopo la mia adesione alla Soka Gakkai, scrissi nel mio diario quanto mi ispirassero le lezioni sul Sutra del Loto di Toda, traboccanti di passione e di un incrollabile impegno a realizzare kosen- rufu: «Sono commosso fino alle lacrime dall'illimitata compassione di Nichiren Daishonin che, motivato unicamente dal desiderio di condurre tutte le persone all'Illuminazione, combatté contro le avversità per portare la luce brillante dell'alba in un'epoca oscura e malvagia. I giovani devono avanzare, devono andare eternamente avanti. I giovani devono avanzare, per assicurare la
trasmissione eterna della Legge».1
Toda suscitò in me un risveglio, facendomi comprendere il cammino di maestro e discepolo dedicato alla nobile missione della propagazione della Legge mistica. Mi insegnò che noi membri della Soka Gakkai siamo Bodhisattva della Terra, che ognuno di noi è un Budda infinitamente nobile e dotato di un potenziale illimitato.
Quando le nuvole dell'ignoranza vengono spazzate via, riconosciamo con chiarezza che in quanto esseri umani siamo dotati di un potenziale intrinseco vasto ed eterno come l'universo.
Gli esseri umani hanno un potere sublime: sono veramente straordinari, possiedono tutti, in egual misura, questo stato vitale infinitamente nobile. Per questo motivo il Buddismo di Nichiren propone e sostiene una filosofia basata sul rispetto per la vita e per gli esseri umani. Coloro che si sono risvegliati alla missione di diffondere la Legge mistica possono attingere a un coraggio e a una saggezza illimitati.
Nichiren Daishonin dimostrò pienamente questa verità per tutte le persone
dell'Ultimo giorno della Legge attraverso la sua lotta altruistica per kosen-rufu.
Come essere umano "abbandonò il transitorio e rivelò l'originale" lasciando un
esempio di come ciascuno di noi può dare prova del nobile stato vitale della
Buddità che è originariamente inerente in noi.
Nelle presente lezione studiamo questo principio profondo basandoci su una lettera che Nichiren Daishonin scrisse a Shijo Kingo: La persecuzione di Tatsunokuchi.
«Al momento della mia persecuzione, il dodicesimo giorno, tu non solo mi hai accompagnato a Tatsunokuchi, ma hai anche dichiarato che saresti morto al mio fianco. È veramente prodigioso!»
Un incoraggiamento caloroso alla dedizione di un discepolo
Questa lettera a Shijo Kingo fu scritta il 21 settembre 1271, mentre il Daishonin
era detenuto nella residenza di Homma Rokurozaemon2 a Echi, nella provincia di Sagami (l'attuale città di Atsugi). Erano passati solo nove giorni da quando era sopravvissuto alla persecuzione di Tatsunokuchi, un tentativo di decapitarlo con il favore delle tenebre [12 settembre]; quello fu il frangente in cui si trovò più vicino a perdere la vita.
Appena era stato informato del pericolo che incombeva sul Daishonin, Shijo Kingo si era precipitato al suo fianco per accompagnarlo a Tatsunokuchi [sempre nella provincia di Sagami]. Mentre l'esecuzione stava per avere luogo, Kingo insistette che avrebbe commesso un suicidio rituale e sarebbe morto con lui.
Il Daishonin dichiara che il legame di maestro e discepolo fra lui e Shijo Kingo, pronto a morire al suo fianco a Tatsunokuchi, si può solo definire «prodigioso».
Il sereno stato vitale di Nichiren Daishonin
Riconsideriamo gli eventi che condussero alla persecuzione di Tatsunokuchi.
Dietro quella persecuzione vi erano gli attacchi e le calunnie del prete Ryokan3 della scuola dei Precetti-Vera parola e di altri che nutrivano un odio profondo nei confronti del Daishonin. In più, grazie al panico e all'inquietudine causati dalla crescente minaccia di invasione da parte dell'esercito mongolo, il governo cercava di rinforzare il suo controllo e, in quel contesto, considerava il Daishonin e i suoi discepoli come antagonisti [come una forza che poteva turbare lo status quo].
Nelle presente lezione studiamo questo principio profondo basandoci su una lettera che Nichiren Daishonin scrisse a Shijo Kingo: La persecuzione di Tatsunokuchi.
«Al momento della mia persecuzione, il dodicesimo giorno, tu non solo mi hai accompagnato a Tatsunokuchi, ma hai anche dichiarato che saresti morto al mio fianco. È veramente prodigioso!»
Un incoraggiamento caloroso alla dedizione di un discepolo
Questa lettera a Shijo Kingo fu scritta il 21 settembre 1271, mentre il Daishonin
era detenuto nella residenza di Homma Rokurozaemon2 a Echi, nella provincia di Sagami (l'attuale città di Atsugi). Erano passati solo nove giorni da quando era sopravvissuto alla persecuzione di Tatsunokuchi, un tentativo di decapitarlo con il favore delle tenebre [12 settembre]; quello fu il frangente in cui si trovò più vicino a perdere la vita.
Appena era stato informato del pericolo che incombeva sul Daishonin, Shijo Kingo si era precipitato al suo fianco per accompagnarlo a Tatsunokuchi [sempre nella provincia di Sagami]. Mentre l'esecuzione stava per avere luogo, Kingo insistette che avrebbe commesso un suicidio rituale e sarebbe morto con lui.
Il Daishonin dichiara che il legame di maestro e discepolo fra lui e Shijo Kingo, pronto a morire al suo fianco a Tatsunokuchi, si può solo definire «prodigioso».
Il sereno stato vitale di Nichiren Daishonin
Riconsideriamo gli eventi che condussero alla persecuzione di Tatsunokuchi.
Dietro quella persecuzione vi erano gli attacchi e le calunnie del prete Ryokan3 della scuola dei Precetti-Vera parola e di altri che nutrivano un odio profondo nei confronti del Daishonin. In più, grazie al panico e all'inquietudine causati dalla crescente minaccia di invasione da parte dell'esercito mongolo, il governo cercava di rinforzare il suo controllo e, in quel contesto, considerava il Daishonin e i suoi discepoli come antagonisti [come una forza che poteva turbare lo status quo].
Il 12 settembre 1271 un folto drappello di soldati armati, capeggiato da Hei no
Saemon-no-jo Yoritsuna,4 attaccò la casa del Daishonin a Kamakura e lo arrestò. Il Daishonin denunciò con forza tale azione affermando: «Guardate Hei no Saemon, è impazzito! Voi signori avete appena colpito il pilastro del Giappone!» (Le azioni del devoto del Sutra del Loto, RSND, 1, 680). Dopo averlo catturato, lo condussero nella residenza di un potente esponente del governo di
Kamakura, Hojo Nobutoki,5 il conestabile di Sado. Ciò significava che avevano già deciso di mandarlo in esilio su quell'isola remota.
Ma nel cuore della notte il Daishonin fu messo su un cavallo e portato via. Sembra che alcuni funzionari del governo di Kamakura avessero complottato segretamente per farlo decapitare.
Mentre veniva condotto lungo la strada che costeggia la spiaggia di Yui, circondato dai soldati, il Daishonin inviò un messaggero a Shijo Kingo, che quando seppe cosa stava accadendo accorse a piedi nudi al suo fianco. Mentre Kingo reggeva le redini del suo cavallo il Daishonin gli disse: «Ora presenterò al Sutra del Loto il mio capo reciso» (Ibidem, RSND, 1, 681).
Infine giunsero in una spiaggia appartata, Tatsunokuchi, alla periferia di Kamakura. Erano fra le due e le quattro di notte e il luogo era avvolto dalla quiete e dall'oscurità. Quando il boia estrasse la spada Kingo pianse e disse al Daishonin: «Questi sono i tuoi ultimi momenti» (Ibidem, RSND, 1, 682). Ma il Daishonin rispose con calma che non poteva immaginare gioia più grande di dare la vita per il Sutra del Loto e disse che Kingo doveva sorridere ed esserne
lieto.6
In quel momento, mentre le forze demoniache, i "ladri di vita", cercavano di porre fine alla vita del Daishonin, si verificò uno strano fenomeno naturale grazie al quale, com'è ben noto, egli sfuggì alla morte. Verso la fine della lettera il Daishonin scrive che a Tatsunokuchi il dio della luna, una delle tre divinità celesti della luce - il dio del sole, il dio della luna e il dio delle stelle che tutelano i praticanti del Sutra del Loto - apparve sotto forma di un "oggetto luminoso" e lo protesse (cfr. Ibidem).
Terrorizzati dall'accaduto i soldati rinunciarono a giustiziarlo e il Daishonin fu successivamente condotto a Echi; Shijo Kingo lo accompagnò per tutto il viaggio. In questa lettera il Daishonin scrive che dopo essere giunto a Echi era apparso anche il dio delle stelle, e che quindi era certo di poter contare anche
sulla protezione del dio del sole (cfr. RSND, 1, 172).7
Oggi il centro studi della SGI a Kanagawa sorge su una collina proprio nella zona dove si ritiene si trovasse Tatsunokuchi. Dal giardino si può scorgere la vicina isola di Enoshima [la direzione dalla quale era giunto l'oggetto luminoso all'epoca della persecuzione]. È il luogo dove il Daishonin rischiò la vita, dove si può rinnovare la propria determinazione di realizzare kosen-rufu. Molti membri della SGI visitano il centro studi e si impegnano in calorosi scambi con i membri locali.
Saemon-no-jo Yoritsuna,4 attaccò la casa del Daishonin a Kamakura e lo arrestò. Il Daishonin denunciò con forza tale azione affermando: «Guardate Hei no Saemon, è impazzito! Voi signori avete appena colpito il pilastro del Giappone!» (Le azioni del devoto del Sutra del Loto, RSND, 1, 680). Dopo averlo catturato, lo condussero nella residenza di un potente esponente del governo di
Kamakura, Hojo Nobutoki,5 il conestabile di Sado. Ciò significava che avevano già deciso di mandarlo in esilio su quell'isola remota.
Ma nel cuore della notte il Daishonin fu messo su un cavallo e portato via. Sembra che alcuni funzionari del governo di Kamakura avessero complottato segretamente per farlo decapitare.
Mentre veniva condotto lungo la strada che costeggia la spiaggia di Yui, circondato dai soldati, il Daishonin inviò un messaggero a Shijo Kingo, che quando seppe cosa stava accadendo accorse a piedi nudi al suo fianco. Mentre Kingo reggeva le redini del suo cavallo il Daishonin gli disse: «Ora presenterò al Sutra del Loto il mio capo reciso» (Ibidem, RSND, 1, 681).
Infine giunsero in una spiaggia appartata, Tatsunokuchi, alla periferia di Kamakura. Erano fra le due e le quattro di notte e il luogo era avvolto dalla quiete e dall'oscurità. Quando il boia estrasse la spada Kingo pianse e disse al Daishonin: «Questi sono i tuoi ultimi momenti» (Ibidem, RSND, 1, 682). Ma il Daishonin rispose con calma che non poteva immaginare gioia più grande di dare la vita per il Sutra del Loto e disse che Kingo doveva sorridere ed esserne
lieto.6
In quel momento, mentre le forze demoniache, i "ladri di vita", cercavano di porre fine alla vita del Daishonin, si verificò uno strano fenomeno naturale grazie al quale, com'è ben noto, egli sfuggì alla morte. Verso la fine della lettera il Daishonin scrive che a Tatsunokuchi il dio della luna, una delle tre divinità celesti della luce - il dio del sole, il dio della luna e il dio delle stelle che tutelano i praticanti del Sutra del Loto - apparve sotto forma di un "oggetto luminoso" e lo protesse (cfr. Ibidem).
Terrorizzati dall'accaduto i soldati rinunciarono a giustiziarlo e il Daishonin fu successivamente condotto a Echi; Shijo Kingo lo accompagnò per tutto il viaggio. In questa lettera il Daishonin scrive che dopo essere giunto a Echi era apparso anche il dio delle stelle, e che quindi era certo di poter contare anche
sulla protezione del dio del sole (cfr. RSND, 1, 172).7
Oggi il centro studi della SGI a Kanagawa sorge su una collina proprio nella zona dove si ritiene si trovasse Tatsunokuchi. Dal giardino si può scorgere la vicina isola di Enoshima [la direzione dalla quale era giunto l'oggetto luminoso all'epoca della persecuzione]. È il luogo dove il Daishonin rischiò la vita, dove si può rinnovare la propria determinazione di realizzare kosen-rufu. Molti membri della SGI visitano il centro studi e si impegnano in calorosi scambi con i membri locali.
«In questa vita tuttavia, come devoto del Sutra del Loto, sono stato esiliato
e messo a morte: esiliato a Ito [nella provincia di Izu]8 e decapitato a Tatsunokuchi. Tatsunokuchi nella provincia di Sagami è il luogo dove Nichiren ha dato la sua vita. Dato che là egli morì per il Sutra del Loto, come può essere inferiore alla terra del Budda? [...]
Stando così le cose, ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda.
Fra tutti i luoghi di questo mondo di saha,9 è a Tatsunokuchi, a Katase, nella provincia di Sa-gami, in Giappone, che risiede la vita di Nichiren. Poiché là egli dette la sua vita per il Sutra del Loto, Tatsunokuchi può ben
essere chiamata la Terra della Luce Tranquilla.10 Questo principio si trova nel capitolo Poteri sovrannaturali, dove si afferma: "Sia in un giardino, in una foresta, [...] in vallate montane, sia in luoghi selvaggi e deserti [...] in tali luoghi i Budda sono entrati nel parinirvana" (SDLPE, 375-376)».
Il luogo in cui si affrontano persecuzioni per il Sutra del Loto è la terra del Budda
Nel passo immediatamente precedente a questo il Daishonin afferma: «Quanti sono i luoghi in cui ho rinunciato alla mia vita nelle passate esistenze per mia moglie, i miei figli, le mie proprietà, i miei compagni! [...] Ma non una sola volta sono morto per il Sutra del Loto o sono stato perseguitato per il Daimoku [Nam- myoho-renge-kyo]» (RSND, 1, 171). Poiché in nessuno di quei casi stava dando la vita per il Sutra del Loto, egli trae la solenne conclusione che nessuno di quei
luoghi era una terra del Budda.11
Ma le persecuzioni che affrontò in questa vita, che fino a quel momento comprendevano un esilio [a Izu] e una quasi esecuzione capitale [a Tatsunokuchi], si erano verificate perché era un devoto del Sutra del Loto e per il bene del Sutra del Loto.
Josei Toda, nella sua copia personale degli scritti di Nichiren Daishonin che gli fu confiscata dalle autorità militari durante la seconda guerra mondiale, aveva evidenziato questo passo.
«Esiliato» si riferisce all'esilio di Izu nel 1261 e «messo a morte» al tentativo fallito di essere giustiziato a Tatsunokuchi. Prima di allora il Daishonin aveva subito vari altri attentati alla vita ma, come fa capire con le parole «Tatsunokuchi nella provincia di Sagami è il luogo dove Nichiren ha dato la sua vita», la persecuzione di Tatsunokuchi fu un evento particolarmente decisivo.
Rimanere saldi davanti a una persecuzione in cui si rischia di perdere la vita per il Sutra del Loto è di per sé un'espressione del sublime stato di Buddità. Senza dubbio la sua convinzione lo spinse ad affermare che il luogo in cui aveva sopportato tale persecuzione non poteva «essere inferiore alla terra del Budda». E poiché è una terra del Budda, la persona che vi abita è un Budda.
e messo a morte: esiliato a Ito [nella provincia di Izu]8 e decapitato a Tatsunokuchi. Tatsunokuchi nella provincia di Sagami è il luogo dove Nichiren ha dato la sua vita. Dato che là egli morì per il Sutra del Loto, come può essere inferiore alla terra del Budda? [...]
Stando così le cose, ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda.
Fra tutti i luoghi di questo mondo di saha,9 è a Tatsunokuchi, a Katase, nella provincia di Sa-gami, in Giappone, che risiede la vita di Nichiren. Poiché là egli dette la sua vita per il Sutra del Loto, Tatsunokuchi può ben
essere chiamata la Terra della Luce Tranquilla.10 Questo principio si trova nel capitolo Poteri sovrannaturali, dove si afferma: "Sia in un giardino, in una foresta, [...] in vallate montane, sia in luoghi selvaggi e deserti [...] in tali luoghi i Budda sono entrati nel parinirvana" (SDLPE, 375-376)».
Il luogo in cui si affrontano persecuzioni per il Sutra del Loto è la terra del Budda
Nel passo immediatamente precedente a questo il Daishonin afferma: «Quanti sono i luoghi in cui ho rinunciato alla mia vita nelle passate esistenze per mia moglie, i miei figli, le mie proprietà, i miei compagni! [...] Ma non una sola volta sono morto per il Sutra del Loto o sono stato perseguitato per il Daimoku [Nam- myoho-renge-kyo]» (RSND, 1, 171). Poiché in nessuno di quei casi stava dando la vita per il Sutra del Loto, egli trae la solenne conclusione che nessuno di quei
luoghi era una terra del Budda.11
Ma le persecuzioni che affrontò in questa vita, che fino a quel momento comprendevano un esilio [a Izu] e una quasi esecuzione capitale [a Tatsunokuchi], si erano verificate perché era un devoto del Sutra del Loto e per il bene del Sutra del Loto.
Josei Toda, nella sua copia personale degli scritti di Nichiren Daishonin che gli fu confiscata dalle autorità militari durante la seconda guerra mondiale, aveva evidenziato questo passo.
«Esiliato» si riferisce all'esilio di Izu nel 1261 e «messo a morte» al tentativo fallito di essere giustiziato a Tatsunokuchi. Prima di allora il Daishonin aveva subito vari altri attentati alla vita ma, come fa capire con le parole «Tatsunokuchi nella provincia di Sagami è il luogo dove Nichiren ha dato la sua vita», la persecuzione di Tatsunokuchi fu un evento particolarmente decisivo.
Rimanere saldi davanti a una persecuzione in cui si rischia di perdere la vita per il Sutra del Loto è di per sé un'espressione del sublime stato di Buddità. Senza dubbio la sua convinzione lo spinse ad affermare che il luogo in cui aveva sopportato tale persecuzione non poteva «essere inferiore alla terra del Budda». E poiché è una terra del Budda, la persona che vi abita è un Budda.
Shakyamuni ottenne l'Illuminazione sotto l'albero della bodhi non lontano da
Gaya, in India. Nichiren Daishonin manifestò il suo nobile stato vitale di Budda
dell'Ultimo giorno della Legge a Tatsunokuchi.
In questa lettera, citando un passo del secondo capitolo del Sutra del Loto Espedienti, il Daishonin dichiara: «Non c'è nessun vero insegnamento oltre al
Sutra del Loto in qualsiasi terra di Budda delle dieci direzioni» (RSND, 1, 171).12 Ovunque nelle dieci direzioni il Sutra del Loto è l'unico insegnamento per il conseguimento della Buddità. Ne deriva che il luogo in cui si incontra una persecuzione per il bene di questo sutra è una terra del Budda, un luogo ove risiede un Budda.
Qualsiasi luogo si può trasformare in una Terra della Luce Tranquilla
Il Daishonin perciò conclude che «ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda» e afferma che c'è un luogo in particolare in cui «risiede la vita di Nichiren. Poiché là egli dette la sua vita per il Sutra del Loto». Quel luogo, egli afferma, è la Terra della Luce Tranquilla, in altre parole un'eterna terra del Budda.
Nella lettera il Daishonin identifica chiaramente l'arena su cui sta combattendo questa lotta epocale, una battaglia fra il Budda e le forze demoniache, dicendo: «Fra tutti i luoghi di questo mondo di saha, è a Tatsunokuchi, a Katase, nella provincia di Sagami, in Giappone». Se il Daishonin non avesse deciso di comportarsi da coraggioso praticante del Sutra del Loto, Tatsunokuchi sarebbe stato un luogo come un altro. La sua potente determinazione di vivere in accordo con la Legge mistica fino all'ultimo istante è ciò che trasformò quel luogo particolare del mondo di saha, colmo di sofferenza, nella Terra della Luce Tranquilla che esprime i benefici eterni della Legge mistica. Questo è il significato del principio buddista "il mondo di saha è la Terra della Luce Tranquilla".
A sostegno di questa affermazione il Daishonin cita un passo del ventunesimo capitolo del Sutra del Loto, Poteri sovrannaturali del Tathagata, in cui si afferma che, dopo la morte del Tathagata, i luoghi in cui si pratica il Sutra del Loto come egli ha insegnato, che siano giardini, foreste, valli o distese selvagge, sono i luoghi in cui i Budda ottengono l'Illuminazione, espongono la Legge ed entrano nel nirvana (cfr. SDLPE, 375-376).
Nell'epoca successiva alla morte del Budda qualsiasi luogo in cui le persone praticano esattamente come il Budda ha insegnato è il luogo in cui dimora costantemente il Budda eterno.
Il Buddismo permette di ottenere uno stato vitale vasto come l'universo
In L'apertura degli occhi, che il Daishonin scrisse qualche tempo dopo, durante un rigido inverno a Sado, sono riportate le seguenti parole: «Nel dodicesimo giorno del nono mese dello scorso anno [12 settembre 1271], tra le ore del topo e del bue [dalle ventitré alle tre] questa persona chiamata Nichiren fu decapitata [a Tatsunokuchi]. La sua anima è arrivata in quest'isola di Sado» (RSND, 1, 241). Qui il Daishonin dichiara di aver "abbandonato il transitorio e rivelato l'originale". Egli abbandonò la sua condizione transitoria di persona comune appesantita dal karma e dalle sofferenze e, pur rimanendo un essere mortale, rivelò la sua vera
In questa lettera, citando un passo del secondo capitolo del Sutra del Loto Espedienti, il Daishonin dichiara: «Non c'è nessun vero insegnamento oltre al
Sutra del Loto in qualsiasi terra di Budda delle dieci direzioni» (RSND, 1, 171).12 Ovunque nelle dieci direzioni il Sutra del Loto è l'unico insegnamento per il conseguimento della Buddità. Ne deriva che il luogo in cui si incontra una persecuzione per il bene di questo sutra è una terra del Budda, un luogo ove risiede un Budda.
Qualsiasi luogo si può trasformare in una Terra della Luce Tranquilla
Il Daishonin perciò conclude che «ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda» e afferma che c'è un luogo in particolare in cui «risiede la vita di Nichiren. Poiché là egli dette la sua vita per il Sutra del Loto». Quel luogo, egli afferma, è la Terra della Luce Tranquilla, in altre parole un'eterna terra del Budda.
Nella lettera il Daishonin identifica chiaramente l'arena su cui sta combattendo questa lotta epocale, una battaglia fra il Budda e le forze demoniache, dicendo: «Fra tutti i luoghi di questo mondo di saha, è a Tatsunokuchi, a Katase, nella provincia di Sagami, in Giappone». Se il Daishonin non avesse deciso di comportarsi da coraggioso praticante del Sutra del Loto, Tatsunokuchi sarebbe stato un luogo come un altro. La sua potente determinazione di vivere in accordo con la Legge mistica fino all'ultimo istante è ciò che trasformò quel luogo particolare del mondo di saha, colmo di sofferenza, nella Terra della Luce Tranquilla che esprime i benefici eterni della Legge mistica. Questo è il significato del principio buddista "il mondo di saha è la Terra della Luce Tranquilla".
A sostegno di questa affermazione il Daishonin cita un passo del ventunesimo capitolo del Sutra del Loto, Poteri sovrannaturali del Tathagata, in cui si afferma che, dopo la morte del Tathagata, i luoghi in cui si pratica il Sutra del Loto come egli ha insegnato, che siano giardini, foreste, valli o distese selvagge, sono i luoghi in cui i Budda ottengono l'Illuminazione, espongono la Legge ed entrano nel nirvana (cfr. SDLPE, 375-376).
Nell'epoca successiva alla morte del Budda qualsiasi luogo in cui le persone praticano esattamente come il Budda ha insegnato è il luogo in cui dimora costantemente il Budda eterno.
Il Buddismo permette di ottenere uno stato vitale vasto come l'universo
In L'apertura degli occhi, che il Daishonin scrisse qualche tempo dopo, durante un rigido inverno a Sado, sono riportate le seguenti parole: «Nel dodicesimo giorno del nono mese dello scorso anno [12 settembre 1271], tra le ore del topo e del bue [dalle ventitré alle tre] questa persona chiamata Nichiren fu decapitata [a Tatsunokuchi]. La sua anima è arrivata in quest'isola di Sado» (RSND, 1, 241). Qui il Daishonin dichiara di aver "abbandonato il transitorio e rivelato l'originale". Egli abbandonò la sua condizione transitoria di persona comune appesantita dal karma e dalle sofferenze e, pur rimanendo un essere mortale, rivelò la sua vera
identità di Budda dal tempo senza inizio13 che incarna una condizione di
completa libertà che è una sola cosa con la Legge mistica eterna.
Nel sedicesimo capitolo del Sutra del Loto Durata della vita del Tathagata anche Shakyamuni abbandona la sua condizione transitoria e rivela la sua vera identità affermando che in realtà non aveva ottenuto l'Illuminazione per la prima volta sotto l'albero della bodhi in India ma in un passato inconcepibilmente remoto. Ciò non significa, per noi, che qui il Budda voglia rivelare se stesso come un Budda eterno, superiore e separato dalle persone comuni - gli esseri dei nove mondi (stati vitali da Inferno a Bodhisattva). Questo capitolo, piuttosto, contiene un appello affinché le persone tornino a concentrarsi su Shakyamuni come essere umano. In altri termini, è un'esortazione ad adottare come modello il Budda Shakyamuni umano, emulandolo in modo da risvegliarsi alla grandezza inerente alla propria vita.
"Abbandonando il transitorio e rivelando l'originale" il Daishonin aprì la strada al conseguimento della Buddità nella forma presente per tutti gli esseri umani, cioè alla manifestazione del mondo di Buddità nella vita delle persone comuni dei nove mondi.
Ciò significa che le persone comuni, la cui vita è governata dai desideri egoistici e appesantita dal karma e dalla sofferenza, ritornano al loro stato vitale inerente dal tempo senza inizio, recidono le catene del karma e diventano Budda pieni di compassione e saggezza che desiderano aiutare tutta l'umanità a ottenere l'Illuminazione. Questa è la condizione più nobile che possiamo sperimentare come esseri umani. Toda definiva questo stato vitale come quello delle "persone comuni illuminate sin dal tempo senza inizio".
Questo stato vitale intrinseco è quello del Budda dal tempo senza inizio. Il Daishonin mostra un percorso grazie al quale tutte le persone possono ottenere questo stato illuminato; la sua presenza è come la luce del sole che illumina una caverna rimasta avvolta nell'oscurità per incalcolabili eoni.
Quando un singolo individuo "abbandona il transitorio e rivela l'originale" apre la strada a tutti gli altri
Alla fine di questa lettera il Daishonin loda nuovamente Shijo Kingo per averlo accompagnato a Tatsunokuchi, dove aveva rivelato la sua vera identità, dicendo: «Tu hai accompagnato Nichiren giurando di dare la tua vita come devoto del Sutra del Loto. [...] Shijo Kingo, come Nichiren, decise di morire per il Sutra del Loto» (RSND, 1, 171-172).
Shijo Kingo si unì senza riserve al suo maestro anche se, probabilmente, non comprendeva pienamente il profondo significato che la persecuzione di Tatsunokuchi rivestiva per il Daishonin.
Nel sedicesimo capitolo del Sutra del Loto Durata della vita del Tathagata anche Shakyamuni abbandona la sua condizione transitoria e rivela la sua vera identità affermando che in realtà non aveva ottenuto l'Illuminazione per la prima volta sotto l'albero della bodhi in India ma in un passato inconcepibilmente remoto. Ciò non significa, per noi, che qui il Budda voglia rivelare se stesso come un Budda eterno, superiore e separato dalle persone comuni - gli esseri dei nove mondi (stati vitali da Inferno a Bodhisattva). Questo capitolo, piuttosto, contiene un appello affinché le persone tornino a concentrarsi su Shakyamuni come essere umano. In altri termini, è un'esortazione ad adottare come modello il Budda Shakyamuni umano, emulandolo in modo da risvegliarsi alla grandezza inerente alla propria vita.
"Abbandonando il transitorio e rivelando l'originale" il Daishonin aprì la strada al conseguimento della Buddità nella forma presente per tutti gli esseri umani, cioè alla manifestazione del mondo di Buddità nella vita delle persone comuni dei nove mondi.
Ciò significa che le persone comuni, la cui vita è governata dai desideri egoistici e appesantita dal karma e dalla sofferenza, ritornano al loro stato vitale inerente dal tempo senza inizio, recidono le catene del karma e diventano Budda pieni di compassione e saggezza che desiderano aiutare tutta l'umanità a ottenere l'Illuminazione. Questa è la condizione più nobile che possiamo sperimentare come esseri umani. Toda definiva questo stato vitale come quello delle "persone comuni illuminate sin dal tempo senza inizio".
Questo stato vitale intrinseco è quello del Budda dal tempo senza inizio. Il Daishonin mostra un percorso grazie al quale tutte le persone possono ottenere questo stato illuminato; la sua presenza è come la luce del sole che illumina una caverna rimasta avvolta nell'oscurità per incalcolabili eoni.
Quando un singolo individuo "abbandona il transitorio e rivela l'originale" apre la strada a tutti gli altri
Alla fine di questa lettera il Daishonin loda nuovamente Shijo Kingo per averlo accompagnato a Tatsunokuchi, dove aveva rivelato la sua vera identità, dicendo: «Tu hai accompagnato Nichiren giurando di dare la tua vita come devoto del Sutra del Loto. [...] Shijo Kingo, come Nichiren, decise di morire per il Sutra del Loto» (RSND, 1, 171-172).
Shijo Kingo si unì senza riserve al suo maestro anche se, probabilmente, non comprendeva pienamente il profondo significato che la persecuzione di Tatsunokuchi rivestiva per il Daishonin.
Come indica questo passo, il maestro si impegna sempre ad aprire una strada
per il discepolo. Il desiderio del Budda è che maestro e discepolo ottengano lo
stesso stato vitale. Il maestro prega affinché il discepolo consegua l'identica
condizione di Illuminazione da lui già conseguita, ha fede che ciò accadrà e
aspetta che il discepolo la ottenga.
In altre parole, il Daishonin dimostrò per primo una condizione vitale indistruttibile, rimanendo imperturbabile anche in mezzo alle peggiori condizioni in cui un essere umano possa trovarsi. Fece ciò affinché chiunque potesse, proprio come aveva fatto lui, manifestare nella propria vita la Legge che incarna
il principio del mutuo possesso dei dieci mondi.14 Quando ci risvegliamo al fatto che noi siamo originariamente Budda, comprendiamo che anche gli altri lo sono. "Abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" significa che tutte le persone possono "rivelare l'originale", cioè far emergere questo stato vitale supremamente nobile inerente alla propria vita e aiutare gli altri a fare lo stesso. Noi siamo Budda e anche tutti gli altri lo sono. Quindi "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" diventa la base fondamentale del nostro comportamento di rispetto nei confronti del prossimo.
Di conseguenza, "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" da parte del Daishonin non fu solo un fatto personale, ma la dimostrazione che tutte le persone possono rivelare pienamente nella propria vita il deposito di tesori inesauribile che esiste dentro di loro. Riguardo al mezzo per farlo, Nichiren insegna l'importanza di sforzarsi nella fede con lo spirito della "vera causa", cioè di andare sempre avanti da ora in poi; un modo di praticare nel quale affrontiamo coraggiosamente le dure sfide della realtà basandoci sul voto condiviso di maestro e discepolo di lavorare per l'Illuminazione di tutte le persone.
Budda è un altro nome per indicare una persona che continua a impegnarsi
Finché dedicheremo la vita a kosen-rufu come devoti, o autentici praticanti, del Sutra del Loto, ci troveremo ad affrontare una infinita serie di battaglie contro le forze demoniache, cioè i tre potenti nemici e i tre ostacoli e i quattro demoni. Anche per Shakyamuni fu così. Un'antica scrittura buddista afferma che ottenuta l'Illuminazione sotto l'albero della bodhi e dopo aver respinto le tentazioni iniziali di Mara, il re demone, Shakyamuni continuò a essere assalito da influenze negative che cercavano di allettarlo o minacciarlo affinché
abbandonasse l'idea di insegnare agli altri la verità alla quale si era illuminato.15 Ottenere l'Illuminazione non comporta il non dover più continuare la pratica buddista o non dover più combattere le funzioni demoniache.
Qual è lo scopo di ottenere l'Illuminazione? Quello di aiutare tutte le altre persone a raggiungere la felicità. Il vero lavoro inizia dopo che si è ottenuta l'Illuminazione, è allora che le funzioni demoniache attaccano più ferocemente:
In altre parole, il Daishonin dimostrò per primo una condizione vitale indistruttibile, rimanendo imperturbabile anche in mezzo alle peggiori condizioni in cui un essere umano possa trovarsi. Fece ciò affinché chiunque potesse, proprio come aveva fatto lui, manifestare nella propria vita la Legge che incarna
il principio del mutuo possesso dei dieci mondi.14 Quando ci risvegliamo al fatto che noi siamo originariamente Budda, comprendiamo che anche gli altri lo sono. "Abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" significa che tutte le persone possono "rivelare l'originale", cioè far emergere questo stato vitale supremamente nobile inerente alla propria vita e aiutare gli altri a fare lo stesso. Noi siamo Budda e anche tutti gli altri lo sono. Quindi "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" diventa la base fondamentale del nostro comportamento di rispetto nei confronti del prossimo.
Di conseguenza, "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" da parte del Daishonin non fu solo un fatto personale, ma la dimostrazione che tutte le persone possono rivelare pienamente nella propria vita il deposito di tesori inesauribile che esiste dentro di loro. Riguardo al mezzo per farlo, Nichiren insegna l'importanza di sforzarsi nella fede con lo spirito della "vera causa", cioè di andare sempre avanti da ora in poi; un modo di praticare nel quale affrontiamo coraggiosamente le dure sfide della realtà basandoci sul voto condiviso di maestro e discepolo di lavorare per l'Illuminazione di tutte le persone.
Budda è un altro nome per indicare una persona che continua a impegnarsi
Finché dedicheremo la vita a kosen-rufu come devoti, o autentici praticanti, del Sutra del Loto, ci troveremo ad affrontare una infinita serie di battaglie contro le forze demoniache, cioè i tre potenti nemici e i tre ostacoli e i quattro demoni. Anche per Shakyamuni fu così. Un'antica scrittura buddista afferma che ottenuta l'Illuminazione sotto l'albero della bodhi e dopo aver respinto le tentazioni iniziali di Mara, il re demone, Shakyamuni continuò a essere assalito da influenze negative che cercavano di allettarlo o minacciarlo affinché
abbandonasse l'idea di insegnare agli altri la verità alla quale si era illuminato.15 Ottenere l'Illuminazione non comporta il non dover più continuare la pratica buddista o non dover più combattere le funzioni demoniache.
Qual è lo scopo di ottenere l'Illuminazione? Quello di aiutare tutte le altre persone a raggiungere la felicità. Il vero lavoro inizia dopo che si è ottenuta l'Illuminazione, è allora che le funzioni demoniache attaccano più ferocemente:
coloro che continuano a impegnarsi in questa lotta sono Budda.
All'epoca della persecuzione di Tatsunokuchi, quando "abbandonò il transitorio e rivelò l'originale" nella sua vita, il Daishonin dimostrò la sua identità di Budda dal tempo senza inizio con l'esempio del suo trionfo sulle grandi persecuzioni. Deciso ad adempiere il suo voto fondamentale, che era una sola cosa con il grande voto del Budda per la felicità di tutta l'umanità, utilizzò pienamente tutta la sua forza e le sue capacità affrontando con coraggio ogni sfida, continuando a esortare le persone a risvegliarsi alla loro natura intrinseca originale e a vivere rimanendo fedeli a se stesse. Quando le persone comuni risvegliate decidono di alzarsi, si realizza completamente il significato dell'"abbandono del transitorio e rivelazione dell'originale" da parte del Daishonin.
La Soka Gakkai porta avanti lo spirito del Daishonin
La Soka Gakkai sta portando avanti fedelmente lo spirito del Daishonin di "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale".
Durante la seconda guerra mondiale il presidente fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, lottando contro l'ultranazionalismo diceva spesso che la Soka Gakkai doveva "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale". Anche Toda, che era stato imprigionato insieme a lui, quando uscì dal carcere disse che la Soka Gakkai doveva "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale", con la determinazione assoluta che i maestri e i discepoli Soka si unissero e agissero in base al loro voto per kosen-rufu dal tempo senza inizio.
E oggi, ancora una volta, la Soka Gakkai deve "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale". Per fare questo ognuno di noi deve alzarsi con la consapevolezza di essere un Bodhisattva della Terra che ha la missione di adempiere il proprio voto come autentico discepolo del Daishonin.
Si può parlare quanto si vuole del meraviglioso potere innato nella vita o del potenziale illimitato delle persone, ma se ci limitiamo a questo non saranno altro che astrazioni. Quando invece ci impegniamo a sviluppare noi stessi in mezzo alle peggiori difficoltà, allora riveliamo il nostro potere innato di esseri umani. Il nostro vero sé, del quale non eravamo nemmeno consapevoli, si fa avanti.
Oggi, ottantacinque anni dopo la fondazione della Soka Gakkai, i Bodhisattva della Terra avanzano dinamici in tutto il mondo. Con la vibrante recitazione di Nam-myoho-renge-kyosi sono lasciati alle spalle vite colme di sofferenze karmiche, hanno detto addio alla rassegnazione e alla disperazione e stanno agendo concretamente per la propria felicità e per quella degli altri. Risvegliati alla loro peculiare missione personale stanno conducendo una vita piena di coraggio e speranza.
Vorrei dichiarare che ogni epica storia di rivoluzione umana realizzata da questi individui comuni, ogni vicenda che si svolge nella loro vita, costituisce un brillante trionfo della grandezza intrinseca dell'essere umano che "abbandonando il transitorio e rivelando l'originale" esprime l'eterno potere innato nella vita.
All'epoca della persecuzione di Tatsunokuchi, quando "abbandonò il transitorio e rivelò l'originale" nella sua vita, il Daishonin dimostrò la sua identità di Budda dal tempo senza inizio con l'esempio del suo trionfo sulle grandi persecuzioni. Deciso ad adempiere il suo voto fondamentale, che era una sola cosa con il grande voto del Budda per la felicità di tutta l'umanità, utilizzò pienamente tutta la sua forza e le sue capacità affrontando con coraggio ogni sfida, continuando a esortare le persone a risvegliarsi alla loro natura intrinseca originale e a vivere rimanendo fedeli a se stesse. Quando le persone comuni risvegliate decidono di alzarsi, si realizza completamente il significato dell'"abbandono del transitorio e rivelazione dell'originale" da parte del Daishonin.
La Soka Gakkai porta avanti lo spirito del Daishonin
La Soka Gakkai sta portando avanti fedelmente lo spirito del Daishonin di "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale".
Durante la seconda guerra mondiale il presidente fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, lottando contro l'ultranazionalismo diceva spesso che la Soka Gakkai doveva "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale". Anche Toda, che era stato imprigionato insieme a lui, quando uscì dal carcere disse che la Soka Gakkai doveva "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale", con la determinazione assoluta che i maestri e i discepoli Soka si unissero e agissero in base al loro voto per kosen-rufu dal tempo senza inizio.
E oggi, ancora una volta, la Soka Gakkai deve "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale". Per fare questo ognuno di noi deve alzarsi con la consapevolezza di essere un Bodhisattva della Terra che ha la missione di adempiere il proprio voto come autentico discepolo del Daishonin.
Si può parlare quanto si vuole del meraviglioso potere innato nella vita o del potenziale illimitato delle persone, ma se ci limitiamo a questo non saranno altro che astrazioni. Quando invece ci impegniamo a sviluppare noi stessi in mezzo alle peggiori difficoltà, allora riveliamo il nostro potere innato di esseri umani. Il nostro vero sé, del quale non eravamo nemmeno consapevoli, si fa avanti.
Oggi, ottantacinque anni dopo la fondazione della Soka Gakkai, i Bodhisattva della Terra avanzano dinamici in tutto il mondo. Con la vibrante recitazione di Nam-myoho-renge-kyosi sono lasciati alle spalle vite colme di sofferenze karmiche, hanno detto addio alla rassegnazione e alla disperazione e stanno agendo concretamente per la propria felicità e per quella degli altri. Risvegliati alla loro peculiare missione personale stanno conducendo una vita piena di coraggio e speranza.
Vorrei dichiarare che ogni epica storia di rivoluzione umana realizzata da questi individui comuni, ogni vicenda che si svolge nella loro vita, costituisce un brillante trionfo della grandezza intrinseca dell'essere umano che "abbandonando il transitorio e rivelando l'originale" esprime l'eterno potere innato nella vita.
Le nostre ricchezze interiori non hanno limiti
Quarant'anni fa, nel 1975, incontrai per la prima volta Aurelio Peccei (1908-
1984), cofondatore del Club di Roma.16
Nel nostro dialogo condividemmo le preoccupazioni sulla direzione che stava prendendo la civiltà contemporanea e la ricerca di nuove speranze per il futuro, e alla fine giungemmo alle stesse conclusioni. Quando gli parlai del significato della rivoluzione umana nel Buddismo di Nichiren, Peccei annuì ripetutamente e disse che ciò che occorreva era una rinascita dello spirito umano, una rivoluzione dentro gli stessi esseri umani.
Peccei si batté contro il fascismo durante la seconda guerra mondiale, fu incarcerato e sottoposto ad atroci torture. Per me fu un compagno spirituale indimenticabile, un alleato nella lotta condivisa. Durante una conversazione mi disse: «Le nostre risorse esterne sono limitate, ma le nostre ricchezze interiori non hanno limiti. E sono completamente sottosviluppate: la rivoluzione umana è il modo per attingere a esse, dobbiamo fare tutto il possibile per promuovere la rivoluzione umana».
Peccei si focalizzava sempre sull'importanza di sviluppare il nostro potenziale infinito, come afferma la filosofia della rivoluzione umana. Credo fermamente che il suo punto di vista sia del tutto in sintonia con l'insegnamento buddista di "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale", che esorta le persone a risvegliarsi alla propria nobiltà intrinseca e a sviluppare il proprio potenziale illimitato.
Avanziamo ancora, da oggi, a grandi passi
Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin cita un commentario del
maestro cinese Fu Ta-shih:17 «Una mattina dopo l'altra ci svegliamo con il Budda, una sera dopo l'altra ci corichiamo con il Budda. Momento per momento raggiungiamo la via, momento per momento riveliamo la nostra vera identità» (OTT, 83, cfr. BS, 113, 48).
"Abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" significa impegnarsi nella fede con lo spirito della "vera causa", cioè di ripartire continuamente dal momento presente. Significa agire proprio adesso. In questo modo saremo colmi della grande forza vitale del tempo senza inizio. In ogni momento il Buddismo del sole, che illumina l'oscurità dell'Ultimo giorno della Legge, sorgerà splendente nella nostra vita.
Procediamo ulteriormente da oggi a grandi passi, facendo risplendere il sole della rivoluzione umana e attingendo attivamente al potenziale infinito che esiste in noi stessi e negli altri.
1984), cofondatore del Club di Roma.16
Nel nostro dialogo condividemmo le preoccupazioni sulla direzione che stava prendendo la civiltà contemporanea e la ricerca di nuove speranze per il futuro, e alla fine giungemmo alle stesse conclusioni. Quando gli parlai del significato della rivoluzione umana nel Buddismo di Nichiren, Peccei annuì ripetutamente e disse che ciò che occorreva era una rinascita dello spirito umano, una rivoluzione dentro gli stessi esseri umani.
Peccei si batté contro il fascismo durante la seconda guerra mondiale, fu incarcerato e sottoposto ad atroci torture. Per me fu un compagno spirituale indimenticabile, un alleato nella lotta condivisa. Durante una conversazione mi disse: «Le nostre risorse esterne sono limitate, ma le nostre ricchezze interiori non hanno limiti. E sono completamente sottosviluppate: la rivoluzione umana è il modo per attingere a esse, dobbiamo fare tutto il possibile per promuovere la rivoluzione umana».
Peccei si focalizzava sempre sull'importanza di sviluppare il nostro potenziale infinito, come afferma la filosofia della rivoluzione umana. Credo fermamente che il suo punto di vista sia del tutto in sintonia con l'insegnamento buddista di "abbandonare il transitorio e rivelare l'originale", che esorta le persone a risvegliarsi alla propria nobiltà intrinseca e a sviluppare il proprio potenziale illimitato.
Avanziamo ancora, da oggi, a grandi passi
Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin cita un commentario del
maestro cinese Fu Ta-shih:17 «Una mattina dopo l'altra ci svegliamo con il Budda, una sera dopo l'altra ci corichiamo con il Budda. Momento per momento raggiungiamo la via, momento per momento riveliamo la nostra vera identità» (OTT, 83, cfr. BS, 113, 48).
"Abbandonare il transitorio e rivelare l'originale" significa impegnarsi nella fede con lo spirito della "vera causa", cioè di ripartire continuamente dal momento presente. Significa agire proprio adesso. In questo modo saremo colmi della grande forza vitale del tempo senza inizio. In ogni momento il Buddismo del sole, che illumina l'oscurità dell'Ultimo giorno della Legge, sorgerà splendente nella nostra vita.
Procediamo ulteriormente da oggi a grandi passi, facendo risplendere il sole della rivoluzione umana e attingendo attivamente al potenziale infinito che esiste in noi stessi e negli altri.
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I brani utilizzati in questa lezione
(testo integrale RSND, 1, 171-172 e sul sito di Buddismo e società)
Al momento della mia persecuzione, il dodicesimo giorno, tu non solo mi hai accompagnato a Tatsunokuchi, ma hai anche dichiarato che saresti morto al mio fianco. È veramente prodigioso!
[...] In questa vita tuttavia, come devoto del Sutra del Loto, sono stato esiliato e messo a morte: esiliato a Ito e decapitato a Tatsunokuchi. Tatsunokuchi nella provincia di Sagami è il luogo dove Nichiren ha dato la sua vita. Dato che là egli morì per il Sutra del Loto, come può essere inferiore alla terra del Budda? [...]
Stando così le cose, ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda.
Fra tutti i luoghi di questo mondo di saha, è a Tatsunokuchi, a Katase, nella provincia di Sagami, in Giappone, che risiede la vita di Nichiren. Poiché là egli dette la sua vita per il Sutra del Loto, Tatsunokuchi può ben essere chiamata la Terra della Luce Tranquilla. Questo principio si trova nel capitolo Poteri sovrannaturali, dove si afferma: «Sia in un giardino, in una foresta, [...] in vallate montane, sia in luoghi selvaggi e deserti [...] in tali luoghi i Budda sono entrati nel parinirvana».
NOTE
1) Daisaku Ikeda Kantogen Kogi Shu (Raccolta di editoriali e lezioni), Soka Gakkai, Tokyo, 1966, vol. 4, pp. 154-155.
2) Homma Rokurozaemon, detto anche Homma Shigetsura: era un vassallo del potente Hojo Nobutoki, governatore della provincia di Musashi e conestabile dell'isola di Sado. Oltre a possedere un feudo a Echi, nella provincia di Sagami, dove risiedeva, era anche l'amministratore di Niho sull'isola di Sado e vice conestabile dell'intera isola. Il Daishonin fu esiliato a Sado sotto la sua custodia. 3) Ryokan (1271-1303): detto anche Ninsho. Prete della scuola giapponese dei Precetti-Vera parola che, con il patrocinio del clan Hojo, diventò capo dei preti del tempio Gokuraku a Kamakura nel 1267. Intraprese varie opere pubbliche, fra cui la costruzione di ospedali e strade, e godette di enorme influenza fra i funzionari governativi e la popolazione. Era ostile al Daishonin e complottò con le autorità per far perseguitare lui e i suoi discepoli.
4) Hei no Saemon-no-jo Yoritsuna (m. 1293): importante funzionario della reggenza Hojo che di fatto governava il Giappone nel periodo Kamakura. Al servizio di due reggenti, Hojo Tokimune e Hojo Sadatoki, esercitò un'enorme influenza come vice capo degli affari militari e di polizia. Collaborò con Ryokan e altri alti prelati delle scuole buddiste ufficiali alla persecuzione di Nichiren e dei suoi seguaci.
Al momento della mia persecuzione, il dodicesimo giorno, tu non solo mi hai accompagnato a Tatsunokuchi, ma hai anche dichiarato che saresti morto al mio fianco. È veramente prodigioso!
[...] In questa vita tuttavia, come devoto del Sutra del Loto, sono stato esiliato e messo a morte: esiliato a Ito e decapitato a Tatsunokuchi. Tatsunokuchi nella provincia di Sagami è il luogo dove Nichiren ha dato la sua vita. Dato che là egli morì per il Sutra del Loto, come può essere inferiore alla terra del Budda? [...]
Stando così le cose, ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda.
Fra tutti i luoghi di questo mondo di saha, è a Tatsunokuchi, a Katase, nella provincia di Sagami, in Giappone, che risiede la vita di Nichiren. Poiché là egli dette la sua vita per il Sutra del Loto, Tatsunokuchi può ben essere chiamata la Terra della Luce Tranquilla. Questo principio si trova nel capitolo Poteri sovrannaturali, dove si afferma: «Sia in un giardino, in una foresta, [...] in vallate montane, sia in luoghi selvaggi e deserti [...] in tali luoghi i Budda sono entrati nel parinirvana».
NOTE
1) Daisaku Ikeda Kantogen Kogi Shu (Raccolta di editoriali e lezioni), Soka Gakkai, Tokyo, 1966, vol. 4, pp. 154-155.
2) Homma Rokurozaemon, detto anche Homma Shigetsura: era un vassallo del potente Hojo Nobutoki, governatore della provincia di Musashi e conestabile dell'isola di Sado. Oltre a possedere un feudo a Echi, nella provincia di Sagami, dove risiedeva, era anche l'amministratore di Niho sull'isola di Sado e vice conestabile dell'intera isola. Il Daishonin fu esiliato a Sado sotto la sua custodia. 3) Ryokan (1271-1303): detto anche Ninsho. Prete della scuola giapponese dei Precetti-Vera parola che, con il patrocinio del clan Hojo, diventò capo dei preti del tempio Gokuraku a Kamakura nel 1267. Intraprese varie opere pubbliche, fra cui la costruzione di ospedali e strade, e godette di enorme influenza fra i funzionari governativi e la popolazione. Era ostile al Daishonin e complottò con le autorità per far perseguitare lui e i suoi discepoli.
4) Hei no Saemon-no-jo Yoritsuna (m. 1293): importante funzionario della reggenza Hojo che di fatto governava il Giappone nel periodo Kamakura. Al servizio di due reggenti, Hojo Tokimune e Hojo Sadatoki, esercitò un'enorme influenza come vice capo degli affari militari e di polizia. Collaborò con Ryokan e altri alti prelati delle scuole buddiste ufficiali alla persecuzione di Nichiren e dei suoi seguaci.
5) Hojo Nobutoki (1237-1323): una figura potente del governo di Kamakura. Al
tempo della persecuzione di Tatsunokuchi era governatore della provincia di
Musashi e conestabile dell'isola di Sado. Influenzato dalle voci calunniose del
prete Ryokan e dei seguaci del Nembutsu, fu coinvolto nelle persecuzioni del
Daishonin e dei suoi seguaci.
6) In Le azioni del devoto del Sutra del Loto il Daishonin scrive: «Infine giungemmo in un posto che sapevo sarebbe stato il luogo della mia esecuzione. Infatti i soldati si fermarono e cominciarono a darsi d'attorno in grande agitazione. Saemon-no-jo, in lacrime, disse: "Questi sono i tuoi ultimi momenti". Io replicai: "Tu non capisci! Quale gioia potrebbe essere maggiore? [Dovresti sorridere ed esserne lieto!] Non ricordi ciò che hai promesso?"» (RSND, 1, 681- 682).
7) Scrive il Daishonin: «Dei tre figli celesti della luce, il dio della luna mi salvò la vita a Tatsunokuchi apparendo sotto forma di un oggetto luminoso, e il dio delle stelle è sceso quattro o cinque giorni fa per salutarmi. Ora manca solo il dio del sole ed è certo che mi proteggerà. Com'è rassicurante!» (RSND, 1, 172).
8) Riferimento all'esilio di Izu, durato dal maggio del 1261 al febbraio del 1263. 9) Mondo di saha: il nostro mondo, pieno di sofferenze. Spesso tradotto come "mondo di sopportazione". In sanscrito saha significa terra e deriva dalla radice che significa "sopportare". Per questa ragione nelle versioni cinesi delle scritture buddiste viene tradotto con "sopportazione". In questo contesto indica un mondo in cui le persone devono sopportare la sofferenza.
10) Terra della Luce Tranquilla. Detta anche Terra della Luce Eternamente Tranquilla, è la terra del Budda libera dall'impermanenza e dalle impurità. In molti sutra, diversi da quello del Loto, il mondo di saha è descritto come una terra impura da abbandonare e disprezzare e si dice che le pure terre dei Budda esistano in luoghi separati dal mondo reale. Il Sutra del Loto invece rivela che il mondo di saha è la terra del Budda, o Terra della Luce Tranquilla, e spiega che la natura della terra è determinata dalla mente dei suoi abitanti.
11) Scrive il Daishonin: «Perciò nessuna delle fini che ho incontrato mi ha permesso di conseguire la Buddità. Poiché non ho conseguito la Buddità, i mari e i fiumi dove ho rinunciato alla mia vita non sono terre del Budda» (RSND, 1, 171).
12) Scrive il Daishonin: «In un passo del sutra si legge: "Nelle terre del Budda delle dieci direzioni esiste solo la Legge dell'unico veicolo". Non conferma ciò la mia affermazione? La "Legge dell'unico veicolo" è il Sutra del Loto. Non c'è nessun vero insegnamento oltre al Sutra del Loto in qualsiasi terra di Budda delle dieci direzioni. Il sutra prosegue: "Non ce ne sono due, non ce ne sono tre, salvo quando il Budda la predica in tal modo come espediente". Stando così le cose, ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda» (RSND, 1, 171).
13) Budda dal tempo senza inizio: il Budda eterno risvegliato alla Legge suprema, che incarna la Legge e ne impiega liberamente i benefici. "Tempo senza inizio" non indica un particolare momento in un remoto passato, ma l'eternità.
6) In Le azioni del devoto del Sutra del Loto il Daishonin scrive: «Infine giungemmo in un posto che sapevo sarebbe stato il luogo della mia esecuzione. Infatti i soldati si fermarono e cominciarono a darsi d'attorno in grande agitazione. Saemon-no-jo, in lacrime, disse: "Questi sono i tuoi ultimi momenti". Io replicai: "Tu non capisci! Quale gioia potrebbe essere maggiore? [Dovresti sorridere ed esserne lieto!] Non ricordi ciò che hai promesso?"» (RSND, 1, 681- 682).
7) Scrive il Daishonin: «Dei tre figli celesti della luce, il dio della luna mi salvò la vita a Tatsunokuchi apparendo sotto forma di un oggetto luminoso, e il dio delle stelle è sceso quattro o cinque giorni fa per salutarmi. Ora manca solo il dio del sole ed è certo che mi proteggerà. Com'è rassicurante!» (RSND, 1, 172).
8) Riferimento all'esilio di Izu, durato dal maggio del 1261 al febbraio del 1263. 9) Mondo di saha: il nostro mondo, pieno di sofferenze. Spesso tradotto come "mondo di sopportazione". In sanscrito saha significa terra e deriva dalla radice che significa "sopportare". Per questa ragione nelle versioni cinesi delle scritture buddiste viene tradotto con "sopportazione". In questo contesto indica un mondo in cui le persone devono sopportare la sofferenza.
10) Terra della Luce Tranquilla. Detta anche Terra della Luce Eternamente Tranquilla, è la terra del Budda libera dall'impermanenza e dalle impurità. In molti sutra, diversi da quello del Loto, il mondo di saha è descritto come una terra impura da abbandonare e disprezzare e si dice che le pure terre dei Budda esistano in luoghi separati dal mondo reale. Il Sutra del Loto invece rivela che il mondo di saha è la terra del Budda, o Terra della Luce Tranquilla, e spiega che la natura della terra è determinata dalla mente dei suoi abitanti.
11) Scrive il Daishonin: «Perciò nessuna delle fini che ho incontrato mi ha permesso di conseguire la Buddità. Poiché non ho conseguito la Buddità, i mari e i fiumi dove ho rinunciato alla mia vita non sono terre del Budda» (RSND, 1, 171).
12) Scrive il Daishonin: «In un passo del sutra si legge: "Nelle terre del Budda delle dieci direzioni esiste solo la Legge dell'unico veicolo". Non conferma ciò la mia affermazione? La "Legge dell'unico veicolo" è il Sutra del Loto. Non c'è nessun vero insegnamento oltre al Sutra del Loto in qualsiasi terra di Budda delle dieci direzioni. Il sutra prosegue: "Non ce ne sono due, non ce ne sono tre, salvo quando il Budda la predica in tal modo come espediente". Stando così le cose, ogni luogo dove Nichiren incontra una persecuzione è la terra del Budda» (RSND, 1, 171).
13) Budda dal tempo senza inizio: il Budda eterno risvegliato alla Legge suprema, che incarna la Legge e ne impiega liberamente i benefici. "Tempo senza inizio" non indica un particolare momento in un remoto passato, ma l'eternità.
14) Mutuo possesso dei dieci mondi: principio secondo il quale ognuno dei dieci
mondi possiede in sé potenzialmente tutti i dieci mondi. "Mutuo possesso"
significa che la vita non rimane fissa in uno dei dieci mondi ma, in ogni
momento dato, può manifestarne uno, dall'Inferno alla Buddità. Il punto
importante è che tutti gli esseri, in ognuno dei nove mondi, possiedono la natura
di Budda. Ciò significa che ogni persona ha il potenziale di manifestare la
Buddità e che anche il Budda possiede i nove mondi, e dunque non è separato
o differente dalle persone comuni.
15) Cfr. The Connected Discourses of the Buddha: A Translation of the Samyutta Nikaya, trad. dall'originale Pali a c. di Bhikku Bodhi, Wisdom Publications, Boston, 2000, pp. 216-20. Ed. italiana: Samyutta Nikaya. Discorsi in gruppi, trad. a c. di Vincenzo Talamo, Casa editrice Ubaldini, 1998.
16) Fondato nel 1986 da Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, il Club di Roma è un'associazione non governativa di scienziati, economisti, uomini d'affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di stato di vari paesi del mondo che ha come missione l'individuazione dei problemi principali che l'umanità si trova ad affrontare e la loro analisi in un contesto mondiale, per cercare soluzioni alternative nei diversi scenari possibili.
17) Fu Ta-shih (497-569): laico buddista di origine cinese venerato come manifestazione del bodhisattva Maitreya. Ottenne il favore dell'imperatore Wu della dinastia Liang, devoto buddista. Non fu soltanto un semplice praticante ma anche un filantropo che donava generosamente le sue ricchezze agli altri. Quando fece costruire il tempio Shuang-lin, vi fece includere un deposito dei sutra per custodire una raccolta completa di scritture buddiste. L'opera era unica nel suo genere: presentava un supporto rotante a otto facce per ospitare i testi. In seguito molti altri templi adottarono questo tipo di deposito dei sutra.
Pubblicato sul mensile Daibyakurenge di settembre 2015 (Traduzione di Marialuisa Cellerino)
15) Cfr. The Connected Discourses of the Buddha: A Translation of the Samyutta Nikaya, trad. dall'originale Pali a c. di Bhikku Bodhi, Wisdom Publications, Boston, 2000, pp. 216-20. Ed. italiana: Samyutta Nikaya. Discorsi in gruppi, trad. a c. di Vincenzo Talamo, Casa editrice Ubaldini, 1998.
16) Fondato nel 1986 da Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, il Club di Roma è un'associazione non governativa di scienziati, economisti, uomini d'affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di stato di vari paesi del mondo che ha come missione l'individuazione dei problemi principali che l'umanità si trova ad affrontare e la loro analisi in un contesto mondiale, per cercare soluzioni alternative nei diversi scenari possibili.
17) Fu Ta-shih (497-569): laico buddista di origine cinese venerato come manifestazione del bodhisattva Maitreya. Ottenne il favore dell'imperatore Wu della dinastia Liang, devoto buddista. Non fu soltanto un semplice praticante ma anche un filantropo che donava generosamente le sue ricchezze agli altri. Quando fece costruire il tempio Shuang-lin, vi fece includere un deposito dei sutra per custodire una raccolta completa di scritture buddiste. L'opera era unica nel suo genere: presentava un supporto rotante a otto facce per ospitare i testi. In seguito molti altri templi adottarono questo tipo di deposito dei sutra.
Pubblicato sul mensile Daibyakurenge di settembre 2015 (Traduzione di Marialuisa Cellerino)
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